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A Taranto è lotta senza quartiere tra i diritti costituzionali

R. C.
04/12/2024

Nel capoluogo jonico l’atmosfera continua ad essere tesa.

L’arrivo presso lo stabilimento siderurgico dei tecnici designati dal G.I.P. Patrizia TODISCO per l’accertamento delle procedure indispensabili al sequestro degli impianti dell’area a caldo è recepita dagli operai come il primo dei passi che potrebbe mettere a rischio il loro posto di lavoro.

Ed ecco che ritorna acceso, se non addirittura polemico, il dibattito sugli innumerevoli interessi e diritti in gioco: da una parte il lavoro, dall’altra l’ambiente e la salute della collettività. L’interrogativo che si pone la città è sempre lo stesso: quale diritto merita tutela? E quale deve essere sacrificato?

Ormai è diventato un refrain, una sorta di litania che si recita in tono ironico se non sarcastico per denunciare la gravissima crisi occupazionale degli ultimi tempi: l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, così recita l’art.1 della nostra Carta Costituzionale. Eppure è così, questa è la base della nostra società; i costituenti riscontrarono in un diritto concreto il fondamento della Repubblica Italiana : il lavoro. Non la felicità, frutto della scelta idealista della costituzione americana.

E la ragione è ben evidente: senza lavoro non c’è possibilità non solo di una vita dignitosa, figurarsi felice. Più precisamente si tratta del primo diritto sociale, costituendo la fonte privilegiata di sostentamento dell’individuo e strumento indispensabile affichè costui possa essere libero ed indipendente
L’art. 4, inoltre, attribuisce alla Repubblica il compito di promuovere le condizioni attraverso le quali possa concretizzarsi questo diritto; in tal modo opera lo Stato sociale, intervenendo nell’economia per assicurare soprattutto ai cittadini meno abbienti una vera giustizia sociale. Ma non solo. Il predetto articolo, al secondo comma, configura il diritto al lavoro anche quale dovere di solidarietà in capo ad ogni individuo per contribuire al progresso dell’intera Nazione.

Sul piano dei diritti, massima attenzione deve prestarsi alla salute, definito dall’art. 32 Cost. nella doppia accezione di diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività: in buona sostanza, garantire al cittadino uno stato di benessere psico-fisico non può non comportare benefici anche sull’intera società.

Anche l’ambiente va considerato quale diritto fondamentale dell’individuo posto che ha per oggetto la tutela delle condizioni indispensabili per la sua sopravvivenza; a tale proposito la Corte Costituzionale sostiene che l’ambiente è protetto come “elemento determinativo della qualità della vita” e la sua tutela non persegue di certo scopi estetizzanti o naturalistici, ma esprime l’esigenza di garantire un habitat entro il quale l’uomo vive ed agisce, un habitat che è necessario alla collettività. Trattasi, quindi, di un “valore primario assoluto” (Corte Cost. sent.n.641/1987).

Da questa breve disamina appare evidente come la decisione del G.I.P. Patrizia TODISCO sebbene abbia suscitato clamori e polemiche è in definitiva ben motivata e argomentata; il magistrato si è mosso nell’alveo della Carta Costituzionale.

Da giorni ormai si accusa la magistratura tarantina di non aver preso in debita considerazione le ricadute occupazionali derivanti dai suoi provvedimenti. Non è compito della magistratura occuparsi della politica industriale di una città o del Paese; il suo compito è soltanto di applicare la legge nell’accertamento dei reati.

Si è più volte sostenuto che il diritto al lavoro è intangibile, assoluto, da far vale in ogni caso. E’ un’asserzione vera solo in parte: è pacifico che la nostra Costituzione riconosce e tutela con forza il diritto al lavoro, ma la sua salvaguardia in alcun modo può mettere in pericolo altri diritti costituzionali che in talune circostanze meritano una considerazione maggiore.

La salute, l’ambiente sono il presupposto imprescindibile per il godimento di qualsiasi altro diritto, compreso quello al lavoro. Senza salute, senza l’assicurazione di un ambiente sano le aspettative di vita subiscono una gravosa lesione: quale diritto merita più tutela di quello alla vita?

Il risultato di una politica ceca ed indifferente è stato proprio quello di aver costretto la cittadinanza tarantina ad una lotta intestina; nonostante le affermazioni di principio innanzi a telecamere e giornalisti la realtà è che a Taranto ci si contrasta su fronti opposti: da una parte il lavoro, dall’altra la salute e l’ambiente. Si è entrati in un vicolo ceco, in una sorda e testarda convinzione che la tutela di un diritto comporti inevitabilmente il sacrificio dell’altro.

Ma questa convinzione non è il frutto di un approcciarsi superficiale e affrettato dei tarantini alle gravi questioni in campo, ma il risultato della dolorosa ed angosciosa situazione in cui essi sono costretti da decenni. Una città che ha ben poco sfruttato le sue incredibili potenzialità date dal mare e dalla sua storia millenaria, che ha investito il futuro delle generazioni passate e future esclusivamente nella grande industria, ha creato una popolazione rassegnata ad un destino lavorativo ed economico legato a doppio filo con essa. Senza l’Ilva, Taranto si sente priva dell’unica occasione occupazionale e forse da qualche parte si è disposti a rinunciare alla salute se non proprio alla vita pur di non perderla.

Un tale stato di rassegnazione altri non è che il risultato di un’amministrazione che sin dalla fondazione della vecchia Italsider ha tirato i remi in barca rinunciando subito a creare altre occasioni di sviluppo economico per la città. Sono seguiti anni di indolenza durante i quali ci si è illusi che i nodi non sarebbero mai venuti al pettine; invece è accaduto, l’inquinamento ha raggiunto livelli talmente gravi ed intollerabili da aver spinto la magistratura tarantina ad intervenire dove la politica ha fallito.

E l’effetto di tali incolpevoli ritardi è questa drammatica disputa tra diritti costituzionali che potrebbe trovare una soluzione solo se Taranto si sentisse pronta ad una nuova scommessa occupazionale. Una scommessa da vincere qualora la politica in uno scatto di dignità decida di riprendere il suo altissimo compito: la gestione pulita e disinteressata della “cosa pubblica”.
Fonte della foto: sail626.it

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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