Associazione Moby Dick: la speranza nella malattia
R. C.
25/11/2024
Paura.
Senso di smarrimento. Solitudine. Disperazione. Perdita della speranza. Questi sono solo alcuni dei sentimenti provati da chi vive un dolore che solo chi l’ha vissuto in prima persona può capire.
Un dolore provocato da una notizia che, in un giorno come un altro, arriva silenziosa e beffarda alla tua porta, la bussa, aspetta impaziente che tu la apra e, una volta che essa si spalanca, ti guarda dritta negli occhi con fare misterioso, enigmatico, e ti dice che hai dei sintomi per i quali sarebbe consigliato farsi una visita. Allora, in preda alla confusione e con la paura che ti sega le gambe, vai a fare questa visita.
E solo a quel punto il destino sfodera il suo sadico ghigno che, attraverso una confusa cartella clinica e le parole complicate di un medico, ti annuncia che tu o un tuo caro avete una malattia molto grave e che da quel momento quel che resta della vostra vita sarà un inferno.
Immaginare tutto questo è difficile, per alcuni addirittura impossibile ma è una situazione che riguarda tante, troppe persone. Persone che si sentono sole, soffocate da un dolore che grida al loro interno, tremando lungo le gambe, attraversando intestino e apparato digerente, facendosi strada tra stomaco e polmoni e, come una freccia, puntando dritto agli organi vitali, fermando il cuore e corrodendo la mente.
Orribile. Una condizione orribile ma non per questo bisogna disperare. Queste persone non sono sole. Ancora una volta il variegato mondo delle associazioni si batte per dare assistenza a chi mostra una necessità che spesso non trova riscontri concreti. E allora ecco che un’associazione si batte per sostenere tutti coloro che vivono la difficile condizione della malattia. Il suo nome è associazione Moby Dick ispirato dal celebre romanzo di Melville, il cui operato vi vogliamo presentare direttamente con le parole del presidente dell’associazione Moby Dick, Maurizio Cianfarini:
Come e perché nasce l’Associazione Moby Dick: intervista al presidente Maurizio Cianfarini
Nel 1989 nasce l’associazione Moby Dick, per le Unità di Cura Continuativa. Dopo anni di alterne vicende, è cresciuta la motivazione a creare davvero qualcosa di utile, che potesse raggiungere il maggior numero di cittadini possibile e perseguire due principali obiettivi: dare sostegno psicologico qualificato a chi soffre per una malattia e diffondere una cultura di assistenza globale alle persone malate e alle loro famiglie. Nel 2002 è stato così aggiunto il nome Moby Dick che avrebbe rappresentato una sfida nuova, un nome che sarebbe rimasto più presente nell’immaginario collettivo portando ad un aumento graduale delle nostre attività cliniche, degli eventi di divulgazione e formazione. Il fantastico è che tutto questo riusciamo a farlo gratuitamente, le persone che chiedono aiuto non pagano nulla ed i professionisti che si adoperano, noi tutti, non percepiamo nessuna retribuzione; l’unico sforzo economico, anche se non indifferente, è riuscire a garantire una sede e degli spazi ambulatoriali e per questo ci impegniamo anche in una continua ricerca di risorse sia umane che economiche.
Cosa rappresenta, per la vostra associazione Moby Dick, la famosa balena bianca da cui prendete il nome?
Il nome Moby Dick è stato scelto per quello che evoca, un’idea di forza, la lotta senza tregua, il viaggio, la capacità umana di persistere in quello in cui si crede ma anche il pericolo di vivere nella rabbia e nell’odio che possono portare a inabissarsi. Il meraviglioso è che ogni persona proietta e vi rappresenta quello che in quel momento sta vivendo. Se anche lei si chiedesse quello che rappresenta la Balena Bianca, la risposta sarebbe un’idea strettamente personale.
Le vite di chi vive direttamente o indirettamente una malattia oncologica sono sempre segnate da momenti di tenerezza e, più spesso, disperazione. Come si aiutano persone il cui equilibrio è messo a dura prova da situazioni così drammatiche?
Incontrare una diagnosi di tumore è un’esperienza drammatica, per chi la vive in prima persona e per chi gli è vicino e gli vuole bene. Quello che possiamo dire è che ognuno di noi ha le risorse psicologiche per affrontare qualsiasi evento della vita, anche il più drammatico. Le risorse però non sono infinite e in questo caso, quando sentiamo uno sfinimento psicologico, quando il dolore non possiamo condividerlo con nessuno per timore di angosciare, quando a un episodio se ne aggiunge un altro e poi un’altro ancora, una terapia di sostegno psicologico per elaborare l’esperienza che si sta vivendo, può essere fondamentale, salvifica. A volte si riesce a superare un evento dal punto di vista fisico rischiando di arrivare ad una sorta di ‘stato vegetativo’ psicologico. Quello che è fondamentale nella terapia è che lo psicologo sia ben formato non solo da un punto di vista professionale ma anche emozionale.
Di recente avete indetto un concorso letterario dal titolo “Un ponte sul fiume Guai”. Mi parli di questo progetto, delle sue origini, delle motivazioni, del suo nome, ecc.
L’idea è nata dal lavoro quotidiano che svolgiamo in ambito oncologico. L’incontro con tante persone che ci hanno raccontato le loro storie, talmente ricche dal punto di vista umano, di esperienze vissute e di valori recuperati da voler offrire uno spazio pubblico a chi ha voglia di raccontarle e condividerle.Nel parlare di tumore, di cancro, spesso la dimensione intima viene negata e tacitata. Si parla di aspetti medici, della ricerca, della dicotomia mortalità-sopravvivenza e si perde di vista l’enormità dell’esperienza umana che è racchiusa nella situazione di malattia. Inoltre, si parla poco delle grandi conquiste che molti sono riusciti ad ottenere e del valore che loro hanno attribuito al vivere ogni giorno al meglio. Ci piace l’idea che questa nostra iniziativa, che si inserisce in un’area legata spesso soltanto a sofferenza e angoscia, abbia una dimensione ludica, propositiva, lo sguardo è rivolto al superamento delle difficoltà. La premiazione sarà un’occasione d’incontro e prevederà la lettura pubblica di alcuni racconti.
La scelta di un concorso letterario è legata alla peculiarità catartica della scrittura. Scrivere è di per sé un atto terapeutico, è liberatorio. Attraverso la scrittura esprimiamo sentimenti e pensieri e il vederli espressi su un foglio obbliga, spesso, a rileggerli e modificarli per renderli più chiari. Dover scegliere la parola che meglio descrive e fa capire all’altro, anche solo immaginato, quello che abbiamo provato, decidere se e come inserire la punteggiatura, dà un senso e un ordine. Spesso è sufficiente dare un nome a quello che si prova per sentirsi meglio, per non sentirsi “strani”. Il foglio diventa il contenitore delle emozioni e dei pensieri ed è condivisibile. Spesso chi vive o ha vissuto una malattia oncologica, da malato o da accompagnatore, ha difficoltà a parlarne. Per paura di provocare sofferenza o di non saper gestire la situazione preferisce tacere o parlare di altro. Questo fa aumentare il proprio senso di solitudine e di incomunicabilità, conseguentemente si allontana dagli altri perché non si sente compreso. Gli altri non riescono a leggerci dentro.
Abbiamo scelto questo titolo perché, tra le varie opzioni, è il titolo che più di tutti ci ha fatto sorridere quando l’abbiamo pensato e allo stesso tempo racchiude per noi la metafora del ponte, di un sostegno che solleva dalle difficoltà. Il ponte da un lato unisce e dall’altro permette di fermarsi e osservare l’acqua dall’alto senza esserne immersi.
Anche la scrittura può rappresentare un ponte: tra interno ed esterno, tra l’esperienza intima di chi scrive e chi legge e, come un ponte, permette di fermarsi ad osservare le emozioni ed i pensieri, di guardare in basso, cioè nel nostro intimo senza essere completamente coinvolti o stravolti dalle emozioni stesse.
Inoltre, siamo noi che scegliamo se attraversare il fiume, se fermarci, se tornare indietro e non rischiamo di essere spinti dalla corrente finché il ponte ci sostiene, allo stesso modo la scrittura ci permette di controllare e decidere cosa raccontare, come dirlo e secondo quali ritmi.
Quello che vogliamo comunicare con questo titolo è: “diamoci la mano e andiamo a vedere insieme cosa c’è dall’altra parte” (attraversa questo ponte insieme a noi) e dall’altra parte ci sono anche tante persone che sono state malate ma sono guarite e hanno tratto da questa esperienza profondi insegnamenti.
Quanto è importante l’apporto di associazioni come l’associazione Moby Dick nella società?
Sono molto importanti le associazioni come l’associazione Moby Dick e in questo particolare periodo storico rappresentano ancor di più una risorsa sociale fondamentale, una parte attiva e volenterosa, con lo sguardo rivolto all’altro. Nel panorama del terzo settore non siamo soli ma nel lavoro che svolgiamo noi, siamo l’unica realtà nazionale che accoglie chi ha da elaborare l’impatto del tumore indipendentemente dallo stadio o dalla localizzazione di malattia e dalle cure. Molte associazioni hanno al loro interno uno o due psicologi ma solo la nostra è formata da un gruppo numeroso di professionisti iscritti all’albo e… non costa nulla, neanche alla Regione, al Comune ecc. Il nostro intervento non è finanziato o rimborsato da nessuna istituzione. I colloqui di Sostegno Psicologico per i pazienti (malato o familiare) sono completamente gratuiti, sia che si tratti di brevi consulenze sia per lunghi percorsi di accompagnamento. La persona è seguita nel momento in cui ne fa richiesta. Questo può avvenire nel momento in cui riceve la diagnosi di tumore, dopo un’operazione chirurgica, nel periodo delle cure, quando fa i controlli periodici, quando deve riprendere la normale quotidianità, quando la malattia oncologica si aggrava, quando avviene il passaggio ad una terapia domiciliare o nel caso di un familiare quando non sa come comportarsi, quando necessita di un contenimento delle intense emozioni prima, durante o dopo la malattia della persona cara.
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto