Confronto all’americana: faccia a faccia Renzi Bersani
R. C.
22/12/2024
Siamo alla vigilia del ballottaggio: ecco il confronto tra Renzi e Bersani.
Tra qualche estremo tentativo di smuovere i numeri (la presunta “mail bombing” causata da Renzi) e accuse di mancato fair play (così l’esposto degli altri candidati del PD per la violazione evidente delle regole del ballottaggio), non ci resta che aspettare o prepararci per andare a votare.
Prima che però queste primarie si concludano, con l’inevitabile vincitore e le altrettanto inevitabili faide interne, ancora a cuor leggero possiamo provare ad analizzare il “faccia a faccia” che ha mercoledì scorso ha visto protagonisti Bersani e Renzi.
Iniziamo con uno sguardo al formato del confronto tra Renzi e Bersani.
Come si era già subodorato nel confronto, senza precedenti, tra i “magnifici 5” su La7 (6,07% di share), mercoledì 28 sera su Rai1 abbiamo avuto la conferma che il confronto “faccia a faccia” piace.
Sarà forse segno di un po’ di stanchezza per i talkshow fatti di risse e domande ad hoc per non mettere in difficoltà gli ospiti?
Sia come sia, uno share del 22,85% (il picco di ascolti si è avuto alle ore 21:25 con 7.645.000 telespettatori) è certamente un ottimo risultato anche per una prima serata su Rai 1.
Confronto all’americana: faccia a faccia Renzi Bersani nel format
Il dubbio che quest’interesse riguardi più la forma che il fondo rimane, non fosse altro che perché le domande spesso hanno mancato d’incisività (erano già tutte concordate e definite?) e come da copione non si è fatto nessun riferimento alla politica estera (e molti pochi anche alla politica industriale). C’è poi da dire che l’impatto reale di simili confronti sugli spettatori è molto più forte in una cultura come quella americana dove il retaggio protestante determina una spietata condanna per la menzogna e, quindi, crea un vincolo inscindibile tra le parole pronunciate e la sorte futura del politico di turno. In Italia, si sa, siamo più inclini alle amnesie e alla filosofia del verba volant…
Per tornare al format, però, l’unico elemento veramente stonato del confronto svoltosi mercoledì sera sono stati gli applausi. Un inutile appesantimento del programma che non ha avuto come unico effetto l’ allungarne i tempi e dargli un’aria molto provinciale; senza contare poi come questi siano intervenuti a sottolineare ogni singola battuta, replica o commento, quasi un riflesso condizionato da telequiz, totalmente inutile anche nel darci il polso del gradimento dei due candidati. Un’altra pecca è stata, forse, anche lo scarso spazio dato alle repliche, indiscutibilmente uno dei momenti più rivelatori dei candidati, e questo nonostante la lunghezza del programma (2 ore).
Una scelta televisiva più che vincente che però non ci dice nulla di nuovo sotto il profilo dei contenuti; anzi, al limite ci mette in guardia dal pericolo di una comunicazione mediatica che rischia di fagocitarli. Dando uno sguardo al linguaggio, verbale e non, dei due candidati questo rischio è immediatamente percepibile: non solo esso riflette e rispecchia due distinte generazioni di politici ma dà vita a una forma di comunicazione dove la contrapposizione si gioca, in primis, sulla forma della comunicazione.
Da una parte c’è Bersani, con le sue frasi elaborate, di spessore percettibile, con le sue metafore insistenti ed il tono pacato. Dall’altra Renzi: brillante e sciolto nell’espressione, con tono sicuro e fluido e un’alternanza fascinosa tra giudizi concreti ed elaborazioni ideali. Un linguaggio che in entrambi i casi rispecchia perfettamente quindi l’immagine che della politica si vuole dare, ma che non va molto oltre. Il tentennare poi di Bersani nel messaggio finale, quasi che non si aspettasse la domanda, e il suo tentativo di dare una risposta che non apparisse preparata hanno contrastato pesantemente con la scioltezza felice di Renzi che, invece, ha recitato da attore consumato la lezione imparata a memoria.
Bersani in un abito grigio, tradizionale, un po’ impacciato sia nel guardare l’obiettivo sia nell’assumere una posizione rilassata, sembrava il Nixon del primo storico confronto tv con Kennedy. Renzi è stato invece indubbiamente Kennedy: camicia a maniche arrotolate e cravatta, sempre sorridente, con una gestualità del corpo convincente e qualche battutina ironica rivolta all’avversario (senza però mai affondare il colpo). Un vero mattatore insomma, che conosce i meccanismi della comunicazione e non ha paura di sfruttarli. Bersani, al contrario, è apparso come un politico dell’era pre-televisiva che umanamente e politicamente punta a mostrarsi come pacato e affidabile, nulla di più. In un contesto quale quello televisivo dove l’apparenza vale almeno quanto la sostanza, Renzi funziona di più, non c’è che dire. La pecca è che forse, e ad un occhio più attento, ne esce così un personaggio un po’ costruito, troppo amante dei riflettori e pensato a tavolino ad uso e consumo dello spettatore. Nulla di nuovo per la politica italiana insomma.
Vincitori e vinti a parte, le primarie saranno comunque state una meravigliosa campagna pubblicitaria per il PD, unico protagonista della scena politica di queste settimane (se non fosse per lo spettro di Berlusconi che sempre aleggia e accompagna la sinistra). Al di là del peso che questa campagna mediatica avrà poi nell’influenzare le elezioni del 2013, almeno un elemento positivo per l’Italia esce da questi confronti, e non solo perché è stato un tentativo di ricucire il rapporto tra cittadini e politica: difficile è pensare che si possa tornare a una politica senza “faccia a faccia” (almeno per la premiership), fatta solo di comunicati stampa.
Per chiudere, possiamo riportare l’analisi semantica prodotta dalla piattaforma di Expert System, la società italiana fondata da Stefano Spaggiari diventata leader mondiale in questo tipo di analisi (tanto che nelle scorse elezioni americane è stata utilizzata per mettere a confronto le parole di Obama con quelle di Romney). Si tratta di semplici rilievi apparti sull’ Huffington Post, la cui lettura e significazione meriterebbe una riflessione approfondita sia sul metodo sia sul merito, ma che possono essere comunque un interessante spunto di riflessione con cui recarsi alle urne.
LUNGHEZZA: Bersani ha parlato di meno. Lo si vede in base al peso in kilobites del testo (35 contro i 43 di Renzi) e al numero di parole totali (Bersani 6073, Renzi 7746). Quindi a parità di tempo scandito dalla giornalista, Renzi ha parlato più velocemente.
STRUTTURA DELLE FASE: è abbastanza simile per i 2 candidati, Renzi ha circa 4,4 proposizioni per ogni periodo, Bersani, 4,5 proposizioni per ogni periodo. La costruzione delle frasi, rispetto al precedente confronto tv del 12 novembre con gli altri 3 candidati, è però più articolata per entrambi (la volta scorsa per Bersani erano evidenziate 3,8 proposizioni per ogni periodo, 3,4 per Renzi). Questo vorrebbe dire che hanno provato ad essere meno sintetici, più analitici.
SENTIMENTO: il sentimento, ovvero lo stato d’animo, trasmesso dalle parole pronunciate Renzi e Bersani è neutro per entrambi, cioè c’è un presenza equivalente di termini positivi e negativi. A parità di sentimento neutro, Renzi ha usato però un maggior numero di termini connotati positivamente o negativamente, che indicano un linguaggio più colorito e martellante su alcuni concetti, mentre il messaggio di Bersani appare in un certo senso più posato, meno pittoresco. Renzi pare inoltre ribattere più frequentemente rispetto allo sfidante sugli stessi concetti.
PERSONAGGI: Bersani cita meno personaggi (16 personaggi su 29 citazioni totali) di Renzi (22 su 59 citazioni). Per Renzi primo fra tutti il concorrente Bersani; anche per Bersani lo sfidante, che però viene chiamato in causa meno spesso, seguito da Monti.
AGGETTIVI: Renzi usa lo stesso numero di volte gli aggettivi “nostro” e “mio”, mentre Bersani predilige “mio”. Altri aggettivi pronunciati da Bersani sono: primo, comune, europeo, nazionale, bello, difficile, fiscale, moderato e nuovo. Renzi: grande, vero, europeo, primo, unico, bravo, centrale, serio, bello e capace.
SOSTANTIVI: tra i sostantivi più usati da entrambi spiccano “problema” e “paese”. “Sistema” è tra i più rilevanti usati da Bersani, seguito da “settore” e “politica”, mentre per Renzi risultano più frequenti “sindaco” e “legge”. Renzi richiama spesso i “figli” e i “cittadini”, Bersani la “gente”. Renzi parla di “lavoro”, Bersani di “investimenti” e “solidarietà”.
VERBI: usando molto spesso il verbo “fare” (il secondo dopo l’ausiliare essere) Bersani e Renzi dimostrano entrambi un atteggiamento fattivo e concreto. Il terzo verbo più frequente per entrambi è “dire”, il quarto “avere”. Se quindi sembrano prediligere gli stessi verbi a un primo approccio, le differenze emergono negli altri verbi presenti in lista. Bersani dopo utilizza “stare” e “bisognare”, mentre Renzi “andare” e “credere”. Tra gli altri verbi, “cambiare” e “votare” contraddistinguono in particolare Renzi, “cercare” e “sapere” caratterizzano Bersani.
LOCALITÁ: Europa è citata lo stesso numero di volte da entrambi i candidati, mentre Italia compare molte più volte nel discorso di Renzi (25 citazioni) che in quello di Bersani (9 citazioni). In generale Renzi richiama comunque più località di Bersani.
INDICE DI LEGGIBILITA’: è il valore che si ottiene analizzando tipi di parole, frasi e paragrafi di un testo per determinarne appunto la leggibilità. Stando agli indici di leggibilità, sia Bersani sia Renzi sembrano rivolgersi a un pubblico discretamente scolarizzato (livello di scuola superiore).
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto