Lo studente erasmus si trova in una nuova città con nuove tradizioni e gente diversa, imparerà da tutti quelli che lo circondano, ma sarà anche un insegnante, portando un pezzo del suo Paese in ”terra straniera”.
Rita è una studentessa portoghese che è qui in Italia, più precisamente a Bologna, grazie al progetto Erasmus. Il periodo che passerà lontana da casa è abbastanza lungo, infatti, ha deciso di rimanere a Bologna per l’intera durata dell’anno accademico 2012-13.
Rita è nata a Ribera de Pena (nord del Portogallo), studentessa della facoltà di Medicina e Chirurgia, proviene dalla Faculdade De Medicina Da Universidade De Lisboa, dove ha già studiato per tre anni. Prima di frequentare medicina ha però frequentato per un anno la facoltà di bio-ingegneria a Porto.
Come mai hai scelto l’Italia e più precisamente Bologna per il tuo Erasmus?
Ho scelto l’Italia perché volevo imparare l’italiano, che mi piace molto, come il cibo italiano. Bologna perché sapevo dello spirito accademico che c’è qui e mi sarebbe piaciuto viverlo. Inoltre, tutta la gente che è stata qui che conosco è rimasta sempre molto contenta dell’esperienza che ha vissuto. Essendo una città abbastanza piccola è perfetta per me che mi perdo facilmente.
Ci sono dei tuoi colleghi di Lisbona che come te hanno scelto di partire in Erasmus?
In realtà ce ne sono diversi: sei in tutto in Italia, due in Francia, addirittura sette solo a Barcellona. C’è anche qualcuno in Austria, ma lì devi fare gli esami in tedesco ed è molto complicato.
C’è differenza tra gli esami che hai nel piano di studio italiano e in quello portoghese?
All’inizio avevo un problema, in Portogallo c’è una grossa differenza per quanto riguarda i CFU (crediti formativi universitari ndr.) che si assegnano alle materie di studio. Siamo riusciti a chiarire la cosa con i professori e adesso per compensare la mancanza di crediti italiani rispetto a quelli portoghesi, facciamo un tirocinio. In tutta l’Europa gli studenti portoghesi hanno questo problema, perché in Portogallo ogni disciplina ha moltissimi crediti. Anche il numero degli esami cambia, in Italia ne devo sostenere sette all’anno, ma in ogni esami ci sono almeno due moduli, in Portogallo non più di dieci, ma ha molti più moduli.
Hai dovuto frequentare un corso prima di partire per l’Italia?
Si, la facoltà di Lisbona ha organizzato un corso di sei settimane, ma non era gratis, costa intorno ai 50€. Ci facevano parlare molto ma ascoltavi e scrivevi anche. Il tempo era poco e le cose da imparare erano tante e la cosa ci stancava molto, perché quando non avevamo esami dovevamo seguire il corso d’italiano. L’insegnante è una donna di Firenze che fa parte di una scuola che insegna l’italiano in Portogallo.
In Italia bisogna compilare un semplice modulo per poter accedere al progetto Erasmus, come funziona in Portogallo?
Ho compilato la domanda a Gennaio. Dovevo scegliere cinque destinazioni e inserirle in ordine di preferenza, personalmente ho messo al primo posto Bologna, poi Torino, Milano, Padova e Tolosa. L’università poi sceglie dove mandarti in base alla tua media dei voti e a quanti posti ci sono per ogni facoltà. Più è alta la media più possibilità hai di poter andare nella prima destinazione. Solo dal quarto anno in poi puoi andare in Erasmus, quindi già quando frequenti il terzo anno devi considerare i tempi ed organizzarti a Gennaio.
L’università di Lisbona contribuisce economicamente in qualche modo, ad esempio con delle borse di studio?
Devi fare un concorso per ottenere la borsa di studio erasmus a luglio. Il criterio di scelta è sempre legato alla media dei voti. Il numero di borse è limitato, ma l’importo è uguale per tutti gli studenti. L’università portoghese elargisce duemila euro all’anno, ma ti pagano solo dopo che tu ritorni in Portogallo.
Progetto Erasmus in crisi, molti metto in dubbio la sua persistenza, come è vissuta questa cosa sia in Portogallo sia da parte di un studentessa erasmus?
In Portogallo i fondi per il progetto iniziavano a mancare, ma hanno deciso di ridurre l’importo della borsa di studio, in modo che tutti potessero partire per l’erasmus. Ho ricevuto una email da parte dell’università di Lisbona, nella quale mi avvisano che, al contrario di quanto dicono in televisione e su alcuni giornali, stanno accettando ed organizzando gli erasmus per l’anno accademico 2013-2014, quindi almeno per l’anno prossimo non dovrebbero esserci problemi.
Abbiamo contattato via email anche l’ufficio erasmus dell’Università di Bologna, ponendo le seguenti domande sul progetto erasmus in crisi:
Alain Lamassoure, presidente della Commissione Bilancio del Parlamento europeo, ha lanciato l’allarme, confermato dalla stessa Commissione europea e dalla presidentessa dell’Unione degli studenti europei Karina Ufert: «Gli studenti che prenderanno una borsa Erasmus nel secondo semestre del 2012-2013 potrebbero non ricevere finanziamenti a sufficienza». Il pericolo della mancanza di fondi come colpirà gli studenti Unibo che attualmente sono all’estero?
Bologna è una delle città ospita il maggior numero di studenti Erasmus. Centinaia di ragazzi da tutte le nazioni frequentano le aule dell’Alma Mater Studiorum. La crisi che sta vivendo il progetto Erasmus, quali ripercussioni potrà avere su di loro?
La risposta dell’Università di Bologna sulla questione Erasmus in crisi è stata tanto sintetica quanto chiara:
L’Università Alma Mater Studiorum di Bologna sta collaborando con le università europee per poter trovare una soluzione al problema della mancanza di fondi. Questa mancanza non è così grave quanto si possa credere o evincere dalle parole di Lamassoure. Nessuno degli studenti bolognesi, attualmente in erasmus, come nessuno degli studenti che attualmente sono a Bologna in erasmus, subirà alcuna ripercussione per questo piccolo problema finanziario. Attualmente si stanno già preparando i bandi per il progetto Erasmus dell’anno accademico 2013-14.
Come ho detto sintetica, ma molto chiara. Stando alle risposte ricevute dall’Università di Bologna e le mail mandate dall’università di Lisbona ai propri studenti, almeno per il prossimo anno tutti coloro che volessero vivere questa fantastica esperienza possono ancora farlo.