In vista delle prossime elezioni universitarie abbiamo voluto dare spazio ad una delle Associazioni di maggior spicco all’interno dell’Università La Sapienza di Roma.
Abbiamo così rivolto alcune domande a Daigoro Mazzoleni, Dirigente Provinciale di Azione Universitaria Roma, il quale si è mostrato estremamente disponibile ed ha accolto la nostra iniziativa con molto entusiasmo.
Le chiederei innanzitutto di parlarmi dell’Associazione: com’è nata? Da cosa è nata? Quali sono le principali attività che svolge?
“Azione Universitaria nasce nel 1994 dal gruppo giovanile di destra, Fare Fronte che già dal 1986 opera all’interno dell’Università per portarne il cambiamento e il miglioramento. La nostra associazione è composta da studenti universitari, che giornalmente, attraverso il confronto quotidiano con i propri colleghi e anche grazie ai vari organi di rappresentanza, come il consiglio di facoltà, porta avanti battaglie che vogliono garantire alla fascia studentesca di poter vivere l’Università al meglio. Negli anni sono tante le battaglie vinte come quella di aver ottenuto appelli straordinari o nuove aule studio. Ci siamo espressi in controtendenza sulla Riforma Gelmini per la valorizzazione del merito, la promozione dell’efficienza e per il nuovo modello di governance degli atenei, abbiamo proposto e ottenuto la modifica dell’articolo 4 in tema di “prestito d’onore”. Grazie alla nostra proposta quegli studenti che hanno richiesto il prestito e che si distingueranno durante il percorso di studio non dovranno restituirlo. Siamo scesi in piazza diverse volte contro l’inaccettabile gestione del LazioAdisu con la campagna nazionale “Diritti alla Meta”. Noi di Azione Universitaria vogliamo un’Università libera, moderna, viva, all’altezza della sua missione nella società. Promuovendo all’interno degli atenei convegni, tavole rotonde e incontri su temi culturali e di attualità. A tal proposito, stiamo organizzando un incontro, che si terrà nel mese di marzo nella facoltà di economia della Sapienza, circa la formazione e il mercato del lavoro, con l’obiettivo di incentivare il confronto tra l’Università, la società e la politica. Per la nostra preparazione e formazione da oltre 15anni ci vediamo tutti i giovedì pomeriggio per una riunione settimanale in cui discutiamo e ci confrontiamo sui problemi dell’Università, della politica, della società, dell’ambiente, della cultura e dell’attualità ricercando proposte, soluzioni e nuove visioni del mondo.”
In vista delle prossime elezioni, come vi state muovendo? Quali sono le vostre idee, i vostri progetti per migliorare l’Università e chi la abita?
“Quest’anno abbiamo lanciato la campagna “100% Università” con cui ci facciamo portavoce degli studenti per chiedere che vengano azzerati gli sprechi, la burocrazia, i test d’ammissione-lotteria e la disinformazione. Serve il 100% di valutazione, trasparenza, qualità e formazione per rilanciare l’Università: test d’ammissione di logica e psico-attitudinali, regole chiare e a disposizione di tutti, meno burocrazia e più innovazione tecnologica, servizi migliori e più efficienti, maggiore integrazione con il mondo del lavoro. Obiettivi per i quali non è necessaria l’ennesima riforma dell’Università ma per cui sarebbe sufficiente un costante impegno da parte degli organi dell’Ateneo, finora assenti e per cui intendiamo batterci all’interno degli organi di rappresentanza studentesca in cui saremo eletti.
In questo momento di riassetto dell’Ateneo, dopo la riforma, è fondamentale gestire la riorganizzazione dei dipartimenti, che negli ultimi due anni, distratti dai giochi di potere e precari equilibrismi, si sono chiusi in una guerra tra dipartimenti per l’accaparramento dei fondi del MIUR e la conservazione delle cattedre, trascurando l’elaborazione di un’offerta didattica efficiente e competitiva. Quindi vogliamo impegnarci per riportare i dipartimenti al loro ruolo di nuclei per l’ elaborazione scientifica e culturale e la diffusione di questa. Inoltre va chiarita la distribuzione delle competenze tra facoltà, corsi di studi e dipartimenti per la gestione dei problemi quotidiani degli studenti ma anche di quelli di sistema.
Vogliamo promuovere la collaborazione tra Università e mondo del lavoro per far si che i laureati della Sapienza possano non solo vantare un’eccellente preparazione accademica, ma anche pratica, tramite tirocini e stage che l’Università potrebbe offrire collaborando con gli enti pubblici e aziende private. Questo è già in parte gestito dal SOUL che però ad oggi presenta ancora alcune pecche, offrendo di fatto poche vere opportunità di formazione. Il sistema universitario non può più avere una dimensione nazionale ma deve guardare all’Europa e al Mondo. I programmi di studio devono confrontarsi con la normativa europea e devono garantire il riconoscimento del titolo di studio in tutte i paesi europei, e presso gli ordini professionali, anche se questo può significare rinunciare ad una parte dell’autonomia dell’Università. Infatti, ricordiamo come in nome di quest’autonomia sono stati avviati corsi di laurea che nonostante prevedessero una formazione completa non hanno poi ottenuto il riconoscimento europeo e quindi sono risultati non abilitanti. Tra gli altri il caso del corso di Laurea in Architettura d’Interni della Facoltà Ludovico Quaroni, in cui i laureati hanno dovuto avviare una procedura legale per vedersi riconosciuto il titolo di studio. Inoltre deve potenziare la mobilità degli studenti tramite esperienze come l’Erasmus ma anche con i tirocini e gli stage all’estero, iniziative ancora troppo marginali nel nostro Ateneo e per cui l’Università deve impegnarsi ancora molto per coinvolgere un maggior numero di enti ad imprese internazionali.”
Spesso chi fa parte di queste associazioni, quale la vostra, viene accusato di protagonismo, di ambire ad un posto di rilievo nelle istituzioni universitarie solo per un tornaconto personale. Cosa rispondete in merito?
“In questi vent’anni sotto il nome di Azione Universitaria centinaia di ragazzi hanno portato avanti battaglie culturali e di sindacalismo studentesco, alcune perse, altre vinte, tutte sostenute grazie a tanto lavoro e impegno, ripagato dalla fiducia degli altri studenti che fino all’ultima prova elettorale a Tor Vergata dove ci hanno premiato con i loro voti grazie ai quali siamo arrivati primi. Non si tratta di protagonismo ma di voglia di cambiare le cose, con tutta la voglia di non stare fermi a guardare ma essere il cambiamento che vorremo vedere. Quello che si guadagna? L’amicizia, la possibilità di conoscere centinaia di studenti, la soddisfazione di aver vinto qualche battaglia, piccola o grande, che ha comunque migliorato la vita degli studenti. Avere l’opportunità di crescere, conoscere e capire i sistemi di governo e di gestione dell’ Università, che significa anche acquisire quelle conoscenze che rappresentano un valore aggiunto nella nostra formazione professionale. Ma anche imparare ad assumersi delle responsabilità che crescono in proporzione al livello della carica che si ricopre.”
Dalle parole di Daigoro Mazzoleni si evince come tutti gli associati si adoperino al massimo per dare agli studenti tutto ciò che gli spetta.
Gli studenti di Azione Universitaria Roma si definiscono “quelli che amano confrontarsi con ogni idea, ogni tema, ogni visione del mondo, senza discriminazioni, con la volontà di apprezzare il giusto ovunque si trovi, convinti che la cultura sia stata troppo a lungo prigioniera di faziosità intollerabili; quelli che difendono l’ambiente perché amano la propria terra; quelli che combattono la legalizzazione delle droghe, la manipolazione genetica, la pena di morte, l’aborto, convinti che la sacralità della vita non possa mai essere messa in discussione. Siamo quelli che non vogliono più un’Italia divisa secondo schematismi arcaici, ma ne vogliono una, forte, giusta, politicamente libera e rinnovata, dotata di una memoria comune, plurale ma condivisa, consapevole della propria storia, orgogliosa della propria civiltà, cosciente del proprio ruolo, in Europa, nel Mediterraneo, nel Mondo.”
A noi della redazione non resta che augurare loro buona fortuna per un nuovo anno accademico che sia di crescita, formazione e sviluppo.
Margherita Teodori