Questa settimana abbiamo incontrato Cristina Cuicchi, laureata in lingue, insegnante precaria da più o meno una vita.
Le abbiamo chiesto di raccontarci il suo percorso che è stato un continuo accumulare punti nella speranza di ottenere un posto fisso che però, non è mai arrivato.
TFA abilitazione insegnamento.
Cristina, vuole raccontarci il Suo percorso?
“Ho iniziato la scuola superiore nel 1980 . Avevo deciso di frequentare il Liceo Linguistico perché volevo imparare le lingue per viaggiare, conoscere gente nuova e trasmettere agli altri l’amore per le lingue e le culture straniere. Studio inglese, francese e tedesco e conseguo la maturità linguistica nel Luglio 1985.
Il percorso universitario era scontato: mi iscrivo nel 1985 alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Macerata per conseguire una laurea in lingue moderne. Qui decido di prendere una Laurea quadriennale in Inglese ma prevedo anche esami biennali di letteratura tedesca e francese che mi avrebbero dato accesso all’insegnamento anche di queste due lingue. Comincio infatti a guardare concretamente all’insegnamento delle lingue.
Il percorso di laurea procede senza intoppi e nel maggio 1990 consegno la mia tesi di laurea (già rilegata) al mio relatore e chiedo di potermi laureare nella sessione di Luglio, così avrei anche potuto presentare domanda per partecipare al Concorso che da lì a poco sarebbe uscito e mi avrebbe dato la possibilità di ottenere il TFA abilitazione insegnamento. Qui però trovo il primo ostacolo alla mia carriera di insegnante. Il mio relatore mi ricorda che quando avevamo preso accordi per la mia tesi, lui mi aveva detto che era sua abitudine ritirare le tesi complete cinque mesi prima della laurea. Lo supplicai di farmi laureare così da poter partecipare al concorso. Non ci fu niente da fare. Il bando del concorso scadeva in Agosto e io riuscii a laurearmi solo il 9 Novembre 1990 (voglio sottolineare che il mio maledetto relatore non si presentò neppure il giorno della mia laurea ma mandò solo una lettera spiegando che non poteva essere presente!!).”
TFA abilitazione insegnamento: ultime notizie e aggiornamenti sull’abilitazione
Una volta laureata quali erano i Suoi programmi pensa di considerare il TFA abilitazione insegnamento?
“Avevo perso l’occasione del concorso ma avevo tante speranze. Iniziai ad insegnare in corsi di inglese serali in scuole private, quelle in cui ti pagano in nero e non prendi neppure un punto! Ma avevo solo 25 anni, guadagnavo discretamente e non mi sembrava male.
Il primo incarico (di solo un mese) nella scuola pubblica arriva a Giugno 1992 quando vengo chiamata come commissario esterno per la lingua francese per gli esami di maturità dell’anno scolastico 1992/93. L’anno scolastico seguente vengo chiamata come membro esterno per gli esami di lingua inglese.
Insomma era oramai chiaro che accumulare PUNTI (sostantivo magico e doloroso per noi precari) con le supplenze era un problema. Con una supplenza inferiore a 16 giorni non si prendeva neppure un punto, da 16 a 30 giorni erano 2 punti. In un anno si potevano accumulare al massimo 12 punti.
Nel 1993 però, constatato che nella scuola non c’era posto per i non abilitati (questo almeno era vero per la lingua inglese e la provincia di Ancona), iniziai una ricerca disperata di un lavoro che mi permettesse di guadagnare qualcosa.
Riuscii ad avere il mio lavoro come centralinista-interprete-tuttofare (stipendio minimo nonostante la laurea) presso una ditta di Jesi. Rimasi lì alcuni anni fino all’arrivo dei miei due gemelli! Ciò mi costrinse ad una scelta importante: licenziarmi.
Arriviamo così al 1999 quando finalmente viene bandito un concorso abilitante per titoli ed esami. Era l’occasione che in tanti aspettavamo! Era il mitico concorso che mi permetteva di abilitarmi. Iniziarono mesi di studio duro e difficile , il programma era immenso: studiavo di notte quando i miei gemelli di tre anni dormivano e di giorno mentre i bambini mi giocavano intorno.
Iniziarono così anche le spese: 300.000 lire per iscrivermi ad un corso di preparazione, poi l’acquisto di libri vari per studiare. Alla fine spesi un milione di lire. A dicembre 1999 sostenni lo scritto, nell’estate successiva iniziano gli orali. La data del mio orale fu il’1 Agosto 2000. Non posso dimenticarlo: il giorno della mia abilitazione.
Nel dicembre 2000 viene pubblicata la graduatoria del concorso. Io ero al numero 189 . Ero orgogliosissima della mia abilitazione ma non sapevo che il peggio doveva ancora venire!”
Nell’anno successivo venne attivata la SSIS, Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario. Usciti dalla SSIS si poteva accedere direttamente all’insegnamento. Le chiedo: che validità aveva a questo punto il vecchio Concorso?
“Nel 2001 si parlò per la prima volta di SSIS. Erano dei corsi abilitanti organizzati dalle università ai quali si poteva accedere con una selezione preliminare in quanto erano a numero chiuso (per evitare di creare inutili speranze di lavoro).
Alcune mie amiche, pur essendosi appena abilitate con il concorso decisero di iscriversi anche alla SSIS. Io mi rifiutai: avevo già la mia preziosa abilitazione, perché avrei dovuto prenderne un’altra che avrebbe comportato altre spese (tasse universitarie, libri, etc). Mi sembrava inutile, come se subito dopo aver preso la patente di guida mi avessero detto di prendere un’altra patente. Intanto nel 2001 potei inserirmi nelle graduatorie provinciali per le supplenze”.
“Scelsi la provincia di Ancona perché è quella in cui risiedo, nonostante fosse soprannominata il “cimitero degli elefanti”. Avrei dovuto capire che qui ci si invecchia e alla fine “si muore” senza aver combinato niente di buono”.
Intanto nel 2003 si abilitano i primi Sissini che uscivano con una abilitazione che valeva anche 42 PUNTI!!!
Ma come era possibile tale disparità??? Perché l’abilitazione presa al concorso poteva valere al massimo 18 punti ed i Sissini avevano 42 punti???? E non solo: veniva subito data loro l’opportunità di inserirsi in graduatoria e così molti mi scavalcavano. Io con i miei miseri 15 punti (questo era il valore del mio 72/100 dell’abilitazione) e pochi altri punti provenienti da quelli che si chiamano “servizi pregressi” non raggiungevo neppure i 40 punti, mentre un giovane laureato nel 2000 che aveva frequentato la SSIS e si era abilitato ad esempio nel 2003 era già in posizione molto più favorevole rispetto alla mia. Certo, il/la giovane laureato/a aveva pagato molto per poter frequentare il corso biennale SSIS, ma anche io avevo ottenuto con fatica la mia abilitazione.
Così ogni anno le università “sfornavano” altri sissini che puntualmente continuavano ad inserirsi nelle graduatorie. Come se non bastasse a loro venivano riservati altri privilegi, quale il corso abilitante per il sostegno. L’ultimo corso abilitante per il sostegno (al quale si poteva accedere con una abilitazione da concorso) è stato bandito nel 2005/06. Non mi sentivo pronta per questo e non lo frequentai. Ma fu l’ultima possibilità, poiché i corsi banditi negli anni seguenti erano riservati solo ai Sissini. Qualcuno dovrebbe spiegarmi il perché! Forse i figli dei vari ministri erano tutti sissini? La sorella della Gelmini era una sissina? Probabile!
Aspetto dal 2006 un altri concorso per abilitarmi sul sostegno!
Ma le fregature non finiscono qui! Nel 2007 iniziano a girare dei corsi costosissimi detti “diplomi di perfezionamento” o “master”. Il bando viene come sempre dalle varie università ed i primi costano anche 900 euro. Naturalmente si trattava della solita buffonata all’italiana. Corsi on-line dai quali non si imparava niente ma valevano 3 PUNTI nelle graduatorie. Ecco qua la parola magica “PUNTI” che ritorna. Inizialmente mi rifiutai: ma come si possono pagare tanti soldi per 3 punti?
Ben presto però realizzai che tutti si iscrivevano ed anch’io entrai nel vortice maledetto dei corsi a pagamento, per non farmi superare da quelli che in graduatoria venivano dopo di me. Anche io come tutti ne faccio 3: uno all’anno, per un costo di 650 euro. Totale 9 punti e 1950 euro spesi (senza aver imparato niente di utile!!).”
LA SISS VIENE CHIUSA ED E’ DI NUOVO POLEMICA
Arriva il TFA abilitazione insegnamento. Cos’è che succede a questo punto? Siamo nell’anno accademico 2008/2009, perché la SSIS viene chiusa?
“Nel 2008 scomparvero i corsi Ssis. Perché??? Nessuno lo sa! I vari ministri dell’Istruzione che abbiamo avuto hanno tutti qualcosa in comune: nessuno spiega le motivazioni di quello che stanno facendo (se lo fanno sono ragioni insensate) e hanno tutti la dote dell’INCOMPETENZA.
Così si sono messi in testa di fare classi sino a 35 alunni e dunque non più classi di qualità ma di quantità! Ciò che conta ora sono i numeri. I dirigenti scolastici (o manager d’azienda) sono orgogliosi di dire quanti alunni sono iscritti nel loro istituto (più studenti, più soldi!) ma non si preoccupano se 35 alunni sono nella stessa aula che per giunta è anche troppo piccola per “contenerli” tutti.
Ma i nostri ministri tutto questo non lo sanno e continuano a tagliare ed “inventare”.
L’ultima invenzione: il Concorsone. Ora dopo 13 anni viene bandito un nuovo concorso con il quale si vuole annullare la graduatoria del concorso del 1999. Ma il concorso è pieno di assurdità.
- Possono partecipare solo docenti già abilitati: ma se sono già abilitata all’insegnamento, devo dimostrare ancora di essere in grado di insegnare??
- Il concorso non è stato bandito in tutte le regioni (ad. esempio nelle Marche non c’è Lingua Inglese): questo potrebbe essere giustificato dal fatto che se non si sono posti, è inutile fare un concorso. Ma allora perché le università delle Marche daranno il via ai TFA abilitazione insegnamento della lingua inglese??(Ricordo che i TFA abilitazione insegnamento sono a numero chiuso perché vengono attivati solo dove ci sono possibilità di lavorare. MA ALLORA NELLE MARCHE CI SONO O NON CI SONO CATTEDRE DISPONIBILI ????)”
Le va di spiegarci in cosa consistono questi nuovi TFA abilitazione insegnamento?
“I TFA sono Tirocini Formativi Attivi, cioè l’ultima invenzione dei nostri Ministri per conseguire un’abilitazione all’insegnamento. Abolite le SSIS, si sono inventati questi TFA. Prima le SSIS biennali, ora i TFA annuali.”
Di fatto anche questi obbligano ad iscriversi ad una Università, a pagare ulteriori tasse ma verrebbe da chiedersi: preparano davvero i nostri futuri docenti?
“Sicuramente obbligano chi vuole diventare insegnante a proseguire gli studi dopo la laurea e ad approfondire le sue conoscenze in merito all’insegnamento. Questa poteva essere una buona idea se ci fossero stati posti disponibili. Ma se le graduatorie sono sature, se ci sono tanti precari in coda ad aspettare un misero spezzone, perché continuare ad illudere altra gente?.
Non ricordano forse i ministri che hanno alzato l’età della pensione a 67 anni? Se nessuno va in pensione, a cosa servono i nuovi docenti ?. E poi si rendono conto che a 67 anni non si ha (forse) più la capacità di capire gli adolescenti? E’ vero che i nonni sono importanti per la crescita dei nostri figli, ma il NONNO-INSEGNANTE NO!”
Quello dell’insegnante è oggi un mestiere mal retribuito, lo sanno tutti. Vuole dire qualcosa al riguardo?
“Chi viene pagato dalla scuola deve spesso aspettare mesi prima di avere lo stipendio. Ma anche se si è pagati dal ministero le cose non vanno meglio. Ricordo che un anno iniziai una supplenza di 9 ore a novembre a 50 km da casa ed vidi il primo stipendio alla fine di Marzo! Insomma per fare il precario è necessario avere qualcuno a casa che anticipi i soldi almeno per fare benzina affinché si possa raggiungere la sede di servizio.
Certamente in questo momento non consiglierei a nessuno di intraprendere la carriera dell’insegnamento. Fare il docente è entusiasmante, gratificante, stimolante ma in Italia stanno trasformando questa professione in uno dei peggiori lavori: senza certezze, mal pagati, presi in giro dai continui cambiamenti e senza nessun riconoscimento del lavoro svolto.”
Un precariato lungo una vita dunque, un’incessante rincorsa verso una cattedra fissa. -Fare l’insegnante non conviene più nessuno- ripete Cristina -neanche a chi questo mestiere lo voleva fare davvero. I nostri Ministri troveranno sempre un ennesimo escamotage per far scivolare nella graduatoria chi quell’abilitazione l’aveva già conseguita nel lontano 1999.
Sono passati tredici anni, le procedure per accedere al TFA si sono concluse a Luglio di quest’anno, e i nostri aspiranti docenti tremano di fronte a quelle che saranno le nuove alzate d’ingegno.
Alla luce della tragica situazione del settore, abbiamo trovato interessante scambiare quattro chiacchiere col Professor Giovanni D’Angelo, Dirigente Scolastico presso il Liceo Artistico Statale Osvaldo Licini di Ascoli Piceno.
Riportiamo qui sotto quanto da lui detto:
“Ritengo che il precariato nelle scuole sia un problema tutto italiano, spesso gli aspiranti sono attratti dalla frequenza di corsi a pagamento e dall’acquisto di libri dell’editoria specializzata , i quali, se pur formativi, non potranno mai assicurare a tutti, per lo meno nell’immediato, l’agognato posto di lavoro.
Essi sono considerati facili prede di associazioni che, con innumerevoli artifizi e promesse difficili da mantenere, sono come specchietti per le allodole.
La crisi economica di spessore internazionale e i tagli lineari che si sono succeduti negli ultimi periodi, non hanno fatto altro che ingigantire l’esercito del precariato.
Anche per quanto riguarda la selezione ci sarebbe molto da dire.
Ritengo che non tutte le persone abbiano le attitudini necessarie per esercitare la non facile professione del docente.
La selezione dovrebbe essere fatta dalle scuole autonome, le quali hanno la responsabilità nei confronti delle famiglie di assicurare un insegnamento di qualità.
Le varie soluzioni proposte dai vari governi, (SISS, TFA) sono state delle modalità che, se pur buone nella loro ideazione, sono state modificate troppo repentinamente tanto che hanno ingenerato molta confusione tra gli aspiranti all’insegnamento.
Gli alunni sono cambiati profondamente rispetto al recente passato. Le nuove tecnologie, i social network , la facilità di viaggiare, l’Unione Europea, le nuove modalità educative e formative da parte delle famiglie li rendono più fragili, più ansiosi e pertanto più difficilmente gestibili, soprattutto nelle prime classi delle Scuole Secondarie Superiori.
Conseguentemente il docente, oltre a padroneggiare i contenuti disciplinari, dovrebbe trasformarsi di volta in volta , a seconda delle circostanze, in psicologo, psicoterapeuta, animatore, controllore, consigliere e qualche volta sostituto dei genitori.
In altre parole una figura complessa, ma d’importanza stratificata per la formazione delle giovani generazioni.”
Informazioni utili. TFA abilitazione insegnamento: posti disponibili e modalità di accesso
Per il TFA è previsto un piano triennale, dunque si terranno altri due cicli rispettivamente nel 2013 e 2014.
Per quel che riguarda i posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni al TFA abilitazione insegnamento nella scuola secondaria di I grado saranno pari a complessivi 4.275 posti, definiti in ambito regionale per ciascun Ateneo e nel numero indicato per singola classe di concorso (Tabella A).
Mentre i posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni al TFA abilitazione insegnamento per l’insegnamento nella scuola secondaria di II grado saranno pari a complessivi 15.792, definiti in ambito regionale per ciascun Ateneo e nel numero indicato per singola classe di concorso (Tabella B).
La fase preliminare è costituita dalla registrazione, in cui sarà assegnata all’aspirante docente la pasword.
Segue la compilazione del form per prenotare il posto per il giorno della selezione. E’ richiesta l’autocertificazione del titolo di accesso. Nel momento in cui sarà effettuata la registrazione, verranno comunicate le date delle prove.
Margherita Teodori