Tale è uno dei dibattiti che non avranno probabilmente mai fine. “
In Italia sono iniziati con una settimana di distanza i due film che parlano di schiavismo:
- Django Unchained e
- Lincoln
Già si palesano diverse controversie: perché non ci sono più neri da vedere in Lincoln? Perché in Django gli schiavi non sono rappresentati assiduamente come delle vittime?
Per far sì che lo si identifichi come un Film d’importanza storica, è necessario che si ricorra inevitabilmente all’uso della parola “Nigger” (Negro)? Eludiamo opportunamente al nostro passato?
E’ simile il dibattito pubblico sulla schiavitù e il razzismo negli Stati Uniti a confronto con il rapporto che hanno i tedeschi con il passato nazista: onnipresente e mai abbastanza tempestivamente finito. In molti articoli, nella ricerca storica, tra i musei e gli innumerevoli film, serie tv e in documentari ci si occupa di questi tipi di argomenti che fanno sempre discutere.
Basti pensare al recentissimo libro di Toni Morrison A casa , dove vengono sottolineate le ripercussioni della violenza del razzismo americano. Sempre nel 2012 Octavia Spencer ricevette l’Oscar per il suo ruolo in The Help. Sono capolavori che hanno riscosso successo in tutto il mondo ma ciò che ci perviene in Italia è davvero poco, dato che in America c’è un numero infinito di testimonianze di schiavismo oltre alla fiction.
Di certo la schiavitù non l’hanno scoperta gli Americani, bensì gli Europei. Già mezzo secolo prima che Cristoforo Colombo scoprì l’America, i Portoghesi avevano inventato il transatlantico degli schiavi. Si stima che fino al 1552 circa un decimo della popolazione di Lisbona erano schiavi di origine africana. La schiavitù viene da ben lontano, da quando il male razzista ha abitato il mondo.
Anche quel genio di Tarantino con Django Unchained ha voluto occuparsi di un argomento ancora poco smaltito che è quello dello schiavismo, ancor di più del razzismo. Lui lo fa a suo modo, offrendo al paladino della giustizia Django di farsi appunto giustizia, attraverso gli inevitabili effetti splatter con sangue più rosso del vero. Non poteva essere altrimenti visto che Django è un figlio dei spaghetti western, genere tanto amato da Tarantino. Nonostante la grande violenza messa in scena nel film – notevolmente critica negli Usa – è una pellicola riuscita, con quella penna sagace e caustica fa paradossalmente ironia agli occhi degli spettatori un nero che fa una strage di bianchi.
Tarantino fa politica in Django tanto quanto Spielberg con Lincoln. Di schiavi se ne vedono pochi e di neri tanto meno, il film è incentrato sulla figura del presidente repubblicano Lincoln che riuscì nel 1865, durante la guerra civile, a far approvare il tredicesimo emendamento della Costituzione, proclamando gli schiavi persone libere e uguali davanti alla legge. Viene disegnato come un eroe dal regista, attraverso i suoi insegnamenti con approccio moralistico.
Ciò che ha suscitato polemiche è l’uso ridondante della parola Negro in entrambi i film. Sebbene sia un termine ancora tristemente usato, crea perlopiù fastidio sentirlo dire, e come sensibilizzare altrimenti?
Django Unchained – La trama: E se è stato record di incassi già dal primo weekend in Italia è dovuta da una sceneggiatura presuntuosamente accattivante, basata da dialoghi senza dubbio tarantiniani. Siamo negli Stati Uniti del Sud, alla vigilia della guerra civile. La prima scena è indimenticabile: schiavi neri che in fila indiana e legati da una catena camminano per il bosco. Arriverà presto il dottor King Schultz (Cristoph Waltz) che li libererà tutti, ma in particolare uno, Django (Jamie Foxx). Oltre alla libertà gli verrà offerto lo strumento per raggiungere il suo amore – Broomhild(Kerry Washington) e per accaparrarsi quel poco di vendetta. Tra i due nascerà un sodalizio e il dottore sarà suo complice per riprendersi la moglie schiavizzata nella piantagione negriera di Candyland. Calvin Candie (Leonardo di Caprio) proprioetario, è uno dei più ricchi latifondisti del Mississippi.
Per avere la certezza che l’uomo venda loro la donna, elaborano un piano: si fingono due negrieri in cerca di lottatori mandingo. Schultz approfitta della visita a Candyland, per parlare con Broomhilda, con la scusa che lui abbia voglia di parlare in tedesco, che la donna conosce, e metterla al corrente dei suoi piani. Durante la cena, accettano di comprare un lottatore per l’esorbitante cifra di 12.000 dollari, e Schultz utilizza l’occasione per proporsi di comprare subito anche Broomhilda per poche centinaia di dollari. Nel frattempo, Stephen, il capo della servitù, si è accorto che Django e Broomhilda si conoscono, e avverte con discrezione il padrone. Candie, adirato per essere stato ingannato, sotto minaccia delle armi costringe Schultz a comprare Broomhilda per 12.000 dollari, o la ucciderà. Il dottore firma a malincuore i documenti di vendita, libera anche Broomhilda e, uscito dal personaggio di negriero, esprime il suo disprezzo verso Candie. Quest’ultimo, per umiliarlo ulteriormente, esige che Schultz gli stringa la mano per suggellare la vendita. Il dottore, ormai al limite della pazienza e rifiutandosi di stringere la mano ad una persona così spregevole, scusandosi con Django uccide Candie con una pistola nascosta, scatenando un conflitto a fuoco durante il quale viene ucciso e il suo compare, dopo avere tentato di aprirsi la strada con le armi, si arrende poiché hanno preso in ostaggio Broomhilda…
Elencate in ordine temporale, le battute ritenute perlopiù le migliori di Django Unchained:
- 1) Siamo nel Tennesee dove il Dottor Schultz e Django, vestito come un damerino del ‘700 in azzurro fluo, cercano i fratelli Brittle. “Big DaddyE Bennet incarica la schiava Bettinadi far visitare la tenuta a Django. Lei inizia con questo esilarante dialogo: “Cosa fai per il tuo padrone?”. “Non ascolti? Non sono uno schiavo”. “Sei davvero libero?”. “Sì, proprio libero”. “Cioè hai voluto tu vestirti così?“
- 2) Esilarante l’incontro tra Django e lo schiavista Amerigo, interpretato da Franco Nero, ovvero l’originale Django del film del 1966 di Sergio Corbucci: “Come ti chiami?”. “Django”. “Puoi dirmi come si scrive?”. “D-J-A-N-G-O. La D è muta”. “Lo so”.
- 3) Il dr. Schultz propone a Monsieur Calvin Candie una cifra “ridicola” per comprare un suo mandingo. Allettato Candie cambia subito atteggiamento: “Signori, avevate la mia curiosità, ora avete la mia attenzione“.
- 4) Nella cavalcata verso Candyland si assiste all’uccisione del mandingo D’Artagnan, fatto sbranare vivo dai cani. Memorabile, in uno scambio di battute tra Candie e Django: Candie: “Il tuo capo è un po’ pallido per uno sport come la lotta fra negri”. Django: “No. Non è abituato a vedere un uomo squartato dai cani”. C: “Tu sei abituato?”. D: “Sono solo un po’ più abituato agli americani di lui“.
- 5) Schultz ha il primo incontro con la moglie di Django, Broomhilda, nella camera della Grande Casa di Candyland. Sta per svelarle che Django è venuto a salvarla e che in quel momento si nasconde dietro la porta: “Il nostro amico ha un debole per le scene drammatiche“; quando si apre la porta e compare Django, Broomhilda cade svenuta: “Cosa gli fai alle donne?!“.
- 6) Siamo in uno dei momenti di tensione finali, quando Candie ha smascherato Schultz e Django e impone loro l’acquisto ben oneroso di Broomhilda. Schutlz, sconfitto, ripensa alla disgustosa uccisione del mandingo D’Artagnan e intavola questo dialogo con Candie, francofilo che non sa parlare francese: “Se Alexandre Dumas fosse stato qui, mi chiedo cosa avrebbe fatto”. “Dubita che avrebbe approvato?”. “Sì, avrei un dubbio sulla sua approvazione”. “Un francese col cuore tenero?”. “Alexandre Dumas è nero“.
- 7) Proseguendo sul filo del dialogo di cui sopra, altra battuta sagace de dr. Schultz: “Mr. Candie, normalmente, direi ‘auf wiedersehen’, ma siccome ‘auf wiedersehen’ significa ‘fino al nostro prossimo incontro’, e non avendo più intenzione di rivederla, le dico addio“.
- 8) Costretto a stringere la mano a Candie, Schultz lo fredda con un colpo, dando vita alla carambola di spari, uccisioni, sangue e vendetta. Candidamente dice: “Mi spiace, non ho saputo resistere“.
- 9) Django è ai fiotti di sangue e alle pallottole finali della sua vendetta. Di fronte ha lo spietato capo della servitù di Candie, Stephen, che crede di poter farla franca: Stephen: “Ho contato sei colpi, negro”. Django: “Ho contato due pistole, negro”, tirando fuori una seconda arma.
- 10) Una delle battute finali di Django è da epicità western pura: “Ogni parola uscita dalla bocca di Calvin Candie era una merda, ma aveva ragione su una cosa… io sono quel negro su 10.000“.
Dalle battute alle 5 scene più belle di Django Unchained:
L’inizio: 5 schiavi in fila sulla musica di Django a cura di Luis Enrìquez Bacalov e Rocky Roberts. Epico.
- 1) Il dottor Schultz e Django arrivano nella piccola cittadina di Daughtrey, Texas. Tutti spaventati dall’insolita venuta in cavallo di un nero, arriva lo sceriffo, chiamato dal locandiere e approvato dal dottore; quest’ultimo lo fredda senza pensarci troppo in mezzo alla strada. Django ha il viso preoccupato su cui si legge “questo Scultz è un pazzo”. Al secondo colpo che uccide lo sceriffo segue lo svenimento di una donna e un fuggi fuggi esilarante. “Ora puoi chiamare il marshall”, dice serenamente Schultz al locandiere.
- 2) Con un gruppo di bianchi a cavallo, con cappuccio in testa e bastoni infuocati, dà il via a una lunga sequenza alquanto grottesca che si fa chiaramente beffe del Ku Klux Klan. Nonostante il montaggio un po’ strano, il bisticcio sui buchi per gli occhi fatti male nei cappucci e la cavalcata verso la carrozza del dentista, che poi esplode in una tremenda deflagrazione, formano una sequenza da lasciare in memoria.
- 3) Django verso la vendetta. Schultz è stato ucciso, Broomilda presa a ostaggio, Django inviato ai lavori forzati in una cava. Sulla strada per LeQuint Dickey Django riesce però a far fessi i tre bianchi a cui era stato affidato e a liberarsi. Ed eccolo che, mentre partono le note memorabili di Who Did That to You? di John Legend, Django compare dalla nube di fumo data dall’esplosione di Quentin. Si lava il volto dalla cenere, libera un cavallo dal carro, prende il fucile, salta in groppa, si fa lanciare dagli altri neri la dinamite e spinge il cavallo al galoppo. Via!
- 4) A tutti i neri suggerisco di allontanarsi dai bianchi. Non tu Stephen, sei esattamente dove devi stare. La resa dei conti finali a Candyland è eccezionale. Condito un humour prettamente nero.
Guarda Il Trailer Django Unchained