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Vaccino anti papilloma virus: stupro sanitario o equivoco mediatico?

R. C.
25/11/2024

Cos'è il vaccino anti papilloma virus: “stupro sanitario, truffa criminale e piano diabolico”.

Vaccino anti papilloma virus

Vaccino anti papilloma virus

Sono questi i cruenti epiteti usati da alcune correnti di pensiero per etichettare il vaccino anti papilloma virus. I fautori della teoria del Complotto, gli esegeti della ragion pura della medicina tradizionale ed ufficiale, i persecutori dell’imperialismo delle multinazionali farmaceutiche, non hanno perso un solo istante per  accanirsi, a torto o a ragione, contro l’unico vaccino della storia in grado di proteggere da un tumore, quello alla cervice uterina. Al di là del bene e del male, però, sono tanti, forse troppi, i dubbi paventati dal vaccino anti HPV.

Qualcuno l’ha etichettato come stupro sanitario. Qualche altro, invece, insospettito dalla sobillante campagna pandemica ventilata dalle case farmaceutiche, ne ha evidenziato persino afflati d’impronta diabolica.

Ma chi più di ogni altro ha odiato il vaccino anti HPV, è stata, senza ombra di dubbio, la madre di quella dodicenne che dopo essersi sottoposta all’iniezione intramuscolare è stata colpita da una grave forma neurologica.

In Italia, la campagna di promozione del vaccino anti papilloma virus è iniziata nel 2008. Da allora, le Asl italiane non hanno mai smesso di inviare brochure e volantini sia alle scuole, sia alle famiglie, evocando una vaccinazione di massa. Al di là della cospicua sponsorizzazione, però, il vaccino anti papilloma virus continua a rappresentare un’incognita, specie per le madri delle giovanissime italiane, destinatarie della propaganda farmaceutica, e sempre meno propense ad esporre le proprie bambine ad inutili rischi.

Ma è davvero così? Il Vaccino anti papilloma virus è davvero in grado di esporre le pazienti a gravi rischi per la salute? Oppure ci troviamo dinanzi ad un equivoco mediatico?  

Uno studio condotto dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna evidenzia le ragioni per le quali il vaccino anti papilloma virus, in Italia, stenta a decollare: il 56% dei genitori con figlie di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, ha dichiarato di avere molti dubbi sulla sicurezza del vaccino, dovuti prevalentemente all’assenza di un’adeguata campagna di sensibilizzazione.

Per l’Harward Woman’s Health Watch i benefici ed i rischi relativi all’impiego del vaccino anti-papilloma virus non sono ancora del tutto noti. Ad ogni modo, la comunità scientifica internazionale sostiene che, al di là del deleterio alone d’incertezza, sia verosimile ipotizzare, quantomeno, l’efficacia e l’utilità del più noto dei vaccini, il Gardasil.

Recenti studi, infatti, hanno dimostrato che questo vaccino sia in grado di proteggere contro quattro tipologie di virus altamente nefasti. Secondo molti ricercatori, tali virus, se non estirpati o debellati, possono concitare tumori del collo dell’utero e condilomi genitali. Al di là di questo dato positivo, però, non esistono studi scientifici che siano in grado di dimostrare l’efficacia protettiva di tale vaccino contro altre forme di virus associate alle neoplasie.

Dunque, il vaccino anti papilloma è, sicuramente, importante, ma non protegge totalmente dai virus ed, al contempo, non presenta funzioni terapeutiche: in altre parole non appare idoneo a proteggere le donne che hanno già contratto il virus. Alla luce di tali incertezze, gli esperti sostengono che le donne debbano continuare a sottoporsi al Pap Test, anche dopo essersi vaccinate, e soprattutto a prendere precauzioni significative che possano annichilire le altre infezioni sessuali.

L’obiettivo nevralgico della vaccinazione anti papilloma virus è la prevenzione del tumore al collo dell’utero. Dal 2008 al 2011, in Italia sono state vaccinate 1.238 mila 290 adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. Si tratta di un vaccino non obbligatorio, ma consigliato e propagandato non solo dalle case farmaceutiche. Molti esperti, infatti, sostengono che questo sia il primo vaccino anticancro della storia.

Un vaccino nato per debellare un virus che nel 90% dei casi tende a scomparire da solo. Del resto, alcuni dati dimostrano che il rischio di morte correlato al tumore della cervice sia in costante diminuzione: il Pap Test ed altre norme precauzionali, infatti, hanno contribuito ad alleviare le sofferenze derivanti dall’imprudenza sessuale o da predisposizioni genetiche.

Ad ogni modo, gli esperti consigliano l’adozione contemporanea delle tre principali forme di prevenzione: Pap Test, utilizzo del condom e vaccino anti papilloma virus.

Per quel che concerne i condom, alcuni studi hanno dimostrato che essi non siano in grado di proteggere, totalmente, dal papilloma.

Al fin di comprendere al meglio l’utilità e la sicurezza del vaccino anti HPV, abbiamo deciso di contattare la Dott.ssa Dora De Maio, ginecologa in servizio presso la Asl di Mercato San Severino (SA).

Dott.ssa De Maio, il vaccino antipapilloma è davvero utile oppure può produrre effetti collaterali?

“Il vaccino anti papilloma virus è nato in Svezia, dove i rapporti sessuali sono davvero molto precoci (iniziano intorno ai 13anni). In Italia la situazione è del tutto diversa e i rapporti sessuali, di norma, iniziano dai 16 anni in poi. Ad ogni modo, sono favorevole a questa tipologia di vaccino e credo che andrebbe somministrato intorno ai 15 anni. Tuttavia, esistono degli ostacoli. Il vaccino anti papilloma virus non è facilmente accettato sia dai medici di famiglia, sia dalle mamme. Al di là di una considerazione non del tutto unanime e positiva, diversi studi scientifici hanno dimostrato l’utilità e la validità del vaccino, evidenziandone il suo sintomatico valore preventivo. Il vaccino, infatti, se somministrato al di sotto dei 16 anni, cioè prima dell’inizio dei rapporti sessuali, può preservare le giovani pazienti dal cancro al collo dell’utero. Per quel che concerne i rischi, invece, ad oggi, in Italia non è stato registrato alcun effetto collaterale. Il Vaccino antipapilloma virus non è nocivo e preserva le pazienti dal cancro al collo dell’utero”.  

Il Papilloma Virus rappresenta una delle principali cause di infezione a trasmissione sessuale. Un’infezione che colpisce circa il 75% delle persone almeno una volta nella vita. Alcune forme di HPV risultano in grado di generare lacerazioni capaci di trasformarsi in tumori del collo dell’utero. Molti studi scientifici hanno dimostrato che l’infezione da HPV, di norma, viene contratta subito dopo l’inizio dell’attività sessuale. Si stima che circa il 51% delle donne con normale attività sessuale acquisisca l’infezione nei tre anni successivi ai primi rapporti.

Il vaccino anti papilloma virus, quindi, ha una funzione a dir poco rilevante: previene il tumore al collo dell’utero provocato dal virus. A rivelare i retroscena deleteri ed infausti dell’HPV è stata anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la quale ha avuto modo di dichiarare pubblicamente che “il carcinoma della cervice uterina sia la prima forma tumorale direttamente riconducibile ad un’infezione: quella generata dal papilloma virus”. Per tali ragioni, molti esperti consigliano il vaccino anti – HPV.

Di recente, la vaccinazione anti HPV è stata abilitata anche per i soggetti di sesso maschile di età compresa tra gli 11 e i 25 anni.

Perché conviene vaccinarsi. Secondo diverse correnti di pensiero scientifiche, il vaccino gode di un’elevata efficacia. Il livello di protezione relativo alle infezioni da ceppi 16 e 18 ed alla generazione di lesioni di alto grado nelle adolescenti è, addirittura, del 99%. Tuttavia, la soglia di protezione tende a ridursi drasticamente, se le pazienti siano affette da ceppi non coperti dal vaccino; in tal caso, il vaccino ha un’efficacia del 28%. Infine, se le giovani pazienti scelgono di vaccinarsi dopo l’inizio dell’attività sessuale, l’efficacia del vaccino scende al 19%. Sulla scorta di tale ultimo dato, la comunità scientifica tende a consigliare una vaccinazione a dir poco preventiva, al fin di annichilire, realmente e tempestivamente, la probabile esposizione al virus.

Vaccinazione delle pre-adolescenti di 11 e 12 anni. La comunità scientifica internazionale considera la vaccinazione pre-adolescenziale tutt’altro che deleteria e, a dir poco, vantaggiosa, perché in grado di attuare una prevenzione reale ed efficace. Del resto, una simile tipologia di vaccinazione avrebbe il pregio di precedere non solo il contatto con il papilloma, ma anche l’inizio dell’attività sessuale, croce e delizia dell’esistenza umana. Ad ogni modo, il vaccino non è in grado di sostituire lo screening periodico per il tumore della cervice uterina. Il Pap Test, dunque, resta una forma di prevenzione fondamentale, anche per le pazienti vaccinate. E poi, non bisogna dimenticare che l’attuale vaccino anti papilloma virus è in grado di proteggere soltanto dalle lacerazioni concitate dai ceppi 6, 11, 16 e 18 e, pertanto, deve essere integrato con altre tipologie di prevenzione.Incertezze relative al vaccino. I principali dubbi riguardano l’impatto globale della vaccinazione in merito alla prevenzione del rischio di mortalità relativo all’HPV e la durata dell’immunità.

I Vaccini anti papilloma virus. Esistono due tipologie di vaccini: il Gardasil, per i ceppi 6/11 e 16/18 ed il Cervarix per i ceppi 16/18. Il Gardasil è un vaccino quadrivalente impiegato per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina, delle lesioni displastiche di alto grado della vulva e genitali esterne e della displasia di alto grado del collo dell’utero concitate dai ceppi 6, 11, 16 e 18 del virus HPV. I ceppi 6 e 11 sono in grado di provocare il 91% dei casi di condilomi genitali. I ceppi 16 e 18, invece, sono responsabili di circa il 73% delle displasie del collo dell’utero. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che il Gardasil sia in grado di concitare effetti collaterali indesiderati nello 0,1% dei casi analizzati. Il rischio di mortalità correlato a tale vaccino è molto basso. Le statistiche relative agli studi condotti sugli effetti del Gardasil dimostrano che su 21.464 partecipanti, soltanto 17 pazienti sono morte, e per cause non riconducibili all’impiego del vaccino.

Il Vaccino anti HPV non ha alcuna efficacia terapeutica, in altre parole non è in grado di estirpare il virus nelle pazienti che abbiano già contratto l’infezione.

Effetti collaterali. Le principali segnalazioni relative alla somministrazione del vaccino anti HPV concernono reazioni locali nella sede di iniezione, svenimenti e Sindrome di Guillan Barrè. Gli effetti indesiderati locali appaiono piuttosto frequenti. Si stima che circa il 72% delle pazienti vaccinate avverte lievi dolori nella zona dell’iniezione, e soltanto il 6%, invece, lamenta dolori lancinanti. Ai dolori, vanno affiancati anche altri effetti collaterali, registrati, però, in soli 5 casi su 11.640 pazienti: si va dalla gastroenterite al broncospasmo e dall’ipertensione all’emorragia vaginale. Al di là di questi dati, tuttavia, bisogna porre l’accento su di un altro fattore: la maggior parte delle analisi e degli studi condotti sugli effetti del vaccino, è stata finanziata e gestita dalle società farmaceutiche che producono e commercializzano il vaccino. Questo fattore dimostra un potenziale deficit d’obiettività nell’anamnesi degli effetti e della sicurezza del vaccino anti papilloma virus.

Esistono circa 100 ceppi di papilloma virus e il Gardasil è in grado di annichilirne soltanto 4. Recenti studi dimostrano che questo virus sia, al pari di comuni batteri, presente nell’83% di uomini e donne. Si tratta di un virus parzialmente innocuo, la cui trasmissione può avvenire non solo tramite i rapporti sessuali. Infatti, l’infezione è un fattore di rischio e non una malattia, tout court. Il vaccino Gardasil è caratterizzato dalla presenza del papilloma virus geneticamente modificato ed ha una copertura, tra l’altro non garantita, di circa 5 anni.

Secondo gli esperti, i decessi registrati in seguito alle vaccinazioni non sarebbero una conseguenza di queste, ma deriverebbero da altre patologie preesistenti. In sintesi, gli effetti collaterali appaiono più deleteri soprattutto nei pazienti caratterizzati da sistemi immunitari precari.

Al di là dei dubbi e delle certezze, della precarietà delle campagne d’informazione e degli effetti collaterali, però, vi è un dato matematico non del tutto insignificante: ad oggi, circa 7 studi scientifici relativi a più di 45mila donne vaccinate hanno constatato, in barba agli epiteti dei visionari del complotto, una percentuale di rischio a dir poco irrisoria. Ad ogni modo, il vaccino non è l’unica soluzione. Esso protegge, seppur temporaneamente, dalle infezioni HPV, ma non è in grado di evitare la trasmissione di altre patologie sessualmente trasmissibili.

L’impiego del contraccettivo, dunque, risulta essere sempre una scelta saggia, specialmente per quel che concerne i rapporti sessuali occasionali ed a rischio. Del resto, il vaccino anti papilloma virus non può sostituirsi neanche alle normali programmazioni di screening attuate tramite il Pap Test.

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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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