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Gioco d’azzardo e ludopatia sintomi, conseguenze e soluzioni

R. C.
27/11/2024

Dipendenza da gioco d'azzardo e ludopatia sintomi: quali sono le conseguenze e le possibili soluzioni da adottare.

La gioia ed il senso di ricchezza generati dalla prima vittoria non hanno prezzo. Sono infiniti.

Il suono prodotto dalle monetine che sgorgano dalle macchinette è unico, eterno, indimenticabile.

E’ un adagio sublime, incantevole, quasi mistico. Una melodia capace di indurre il vincitore in un mondo soffice come il velluto.

Un mondo in cui ciò che conta è vincere altro denaro, dimenticarsi dei problemi esistenziali e schiacciare dei bottoni per sentirsi, almeno un’altra volta nella vita, vittoriosi.

Al di là dell’illusorio ed estemporaneo senso d’onnipotenza e del metallico inno alla gioia in re minore, il giocatore d’azzardo, animato da un indubbio senso d’avarizia, ben presto, scopre quanto sia difficile riecheggiare i teneri fasti di un tempo, scegliendo, quindi, di sedersi sullo sgabello, stavolta, al fin di recuperare le somme perdute. E’ così che si entra, definitivamente, nel circolo vizioso della dipendenza da gioco d’azzardo.

La verità è che l’Italia pullula di bar e sale giochi che ospitano al loro interno machine ideate per speculare sulla disperazione delle persone. Giochi d’azzardo del tutto legali ma vietati ai minorenni e pertanto, monitorati costantemente dalle forze dell’ordine.

Dipendenza da gioco d’azzardo e ludopatia sintomi ricerca: cosa fare come prevenire e curare

Tuttavia, negli ultimi tempi, il dramma del gioco d’azzardo e della dipendenza da gioco d’azzardo,  sta irrompendo come un fiume in piena, tracimando gli argini della legalità e travolgendo, senza alcuna pietà, anche i giovani studenti. Sono molti, forse troppi, i giovani studenti caduti nella dipendenza da gioco d’azzardo, mandando cosi sul lastrico le loro famiglie.

Secondo uno studio condotto dall’Associazione “Libera” di Don Ciotti, in Italia l’industria del gioco d’azzardo fattura circa 86 miliardi di euro annui, 10 dei quali afferenti al mondo della criminalità organizzata. Stando ai dati relativi al dossier pubblicato da “Libera”, nel Bel Paese esistono 800.000 persone dipendenti dal gioco d’azzardo, ognuna delle quali, nel tentativo di farsi baciare dalla Dea Bendata, spende circa 1270 euro all’anno (la media tiene conto di tutta la popolazione, neonati compresi). Secondo il dossier, quindi, l’Italia è al primo posto della classifica europea dei paesi in cui si gioca con maggiore frequenza ed al terzo posto a livello globale. A render ancor più sconcertante il tutto è, senza ombra di dubbio, un altro dato tutt’altro che positivo: le statistiche relative al gioco d’azzardo, infatti, dimostrano che nel nostro paese vi sono 2 milioni di persone che rischiano la dipendenza da gioco d’azzardo.

Generazione Cloud, essere genitori ai tempi di smartphone

Spinti dal desiderio di comprendere al meglio il connubio tra giovani e gioco d’azzardo e al contempo, di analizzare le nuove forme di dipendenza da gioco d’azzardo, abbiamo deciso di contattare la Dott.ssa Serena Valorzi,  Psicologa, Psicoterapeuta, Esperta in prevenzione, formazione e trattamento delle New Addictions e coautrice dell’interessantissimo libro “Generazione Cloud, Essere genitori ai tempi di smartphone e tablet”.

Dott.ssa Valorzi, potrebbe parlarci dell’inquietante e deleterio connubio?  Secondo Lei, le dipendenze riflettono un disagio interiore? Perché un giovane decide di lasciarsi attrarre dalle mille luci delle machine?

“La mia esperienza clinica nel settore delle nuove dipendenze, iniziata nel 2001, mi concede ogni giorno l’opportunità di constatare che alla base del fenomeno relativo al gioco d’azzardo problematico e patologico, in realtà, vi siano quasi sempre difficoltà nella gestione emotiva e nella dimensione relazionale. Giovani ed adulti, infatti, sviluppano simili forme di dipendenze a causa di un quadro emotivo preesistente a dir poco travagliato in cui le emozioni stesse possono essere così intense da diventare dolorose o così poco presenti da suscitare il vuoto, un senso di noia profonda, di non senso dell’esistenza. Queste persone possono, avvicinandosi anche casualmente al gioco d’azzardo, avere l’impressione di aver trovato soluzione al loro malessere e tentare, anche inconsapevolmente, di utilizzare il comportamento di gioco al fine di limitare, attutire oppure aumentare l’intensità delle loro emozioni.

E’ tipica la sensazione di giocare e non pensare a nulla, di dimenticare ciò che ti fa star male, quasi ipnotizzati dalla machine,  oppure di sentirsi “finalmente vivi”, mentre fuori dal gioco aumentano progressivamente le sensazioni di angoscia e vergogna e di colpa che spingeranno nuovamente a ricercare il gioco quale anestetico. Ad incrementare la precarietà emotiva dei “giocatori d’azzardo”, ci sono spesso difficoltà che toccano la sfera familiare, sentimentale. La perdita di persone care, la mancanza di conforto e l’abbandono del partner, ma anche una bocciatura o preoccupazioni sul lavoro, ad esempio, tendono a generare emozioni talmente intense da indurre, giovani e adulti, ad avvicinarsi ulteriormente alle machine al fin di epurarsi dalle negatività della vita. E i giovani, magari già abituati a rivolgersi ai videogiochi da piccoli, subiscono in particolare il fascino e le proprietà anestetiche del gioco tentando, in tal modo, di annichilire la loro emotività.

A partire da questo stesso presupposto, al di là del gioco d’azzardo, esistono altri comportamenti che possono portare ad altre forme di dipendenza tutt’altro che banali. Si pensi ad internet, Facebook, chat e videogiochi on line. Anche in tal caso, il fulcro nevralgico della dimensione patologica è rappresentato dal desiderio di stare meglio, di soffocare le emozioni negative, attraverso comportamenti che siano in grado di fungere da anestetico ed, al contempo, di generare emozioni piacevoli. E’ bene chiarire che le persone che si avvicinano a tali forme di dipendenza, di norma, pur essendo dotate di buona intelligenza, tendono a sentirsi inadeguate, o profondamente sole, nonostante possano anche avere un buon numero di conoscenti, ed a ricercare adrenalina e nuove e piacevoli emozioni che possano dare loro l’illusione di renderli protagonisti indiscussi dalla propria esistenza, mentre la loro vita reale si “desertifica” ulteriormente.

Inoltre, machine, chat, internet e videogiochi, simboleggiano contegni socialmente accettati ed anche per tale ragione, i giovani spesso cadono nel tranello: cercando emozioni piacevoli che possano soffocare le negatività della loro esistenza non sapendo che, in un certo senso, il meccanismo che genera le dipendenze da comportamento è molto simile a ciò che avviene con alcool e droghe.

Sebbene la dipendenza da machine e da gioco d’azzardo rappresentino delle vere e proprie piaghe sociali, non credo comunque sia opportuno biasimare esclusivamente coloro i quali propongono e commercializzano tali tendenze, anche se poi ognuno dovrà fare i conti con la propria coscienza,  ma ritengo che molto dipenda anche dalla cultura sociale e familiare che si riesce a trasmettere ai giovani. La prevenzione e le campagne di sensibilizzazione rappresentano fondamentali strumenti di tutela da non sottovalutare, e le famiglie hanno un ruolo centrale: educare i propri figli trasmettendo loro dei valori sani senza dimenticarsi di dare sostegno e conforto emotivo è, senza ombra di dubbio, la migliore arma contro il gioco d’azzardo patologico, così come star loro vicino, quando sono più piccoli e si avvicinano al mondo di internet è fondamentale al fine che sappiano utilizzare questi strumenti in modo sano, con consapevolezza e senso critico che possano anche proteggere la loro identità digitale. In quest’ottica, nel libro “Generazione Cloud, essere genitori ai tempi di smartphone e tablet” scritto con Michele Facci e Mauro Berti, ho cercato di rappresentare in modo semplice ma articolato quali sono le radici emotive e relazionali della dipendenza e quali correttivi si possano apporre al fine che i giovani possano sviluppare buone capacità di gestione emotiva che li assicurino di rimanere “liberi”.

Qual è la Sua opinione scientifica in merito alle nuove forme di Dipendenza da Gioco d’azzardo relative al mondo giovanile?

“Le nuove dipendenze o New Addictions concernono alcune tipologie comportamentali socialmente accettate e capaci di stimolare, divertire e gratificare le persone. Internet, shopping, cellulare, lavoro, gioco d’azzardo, sesso e relazioni affettive fanno parte della nostra storia quotidiana e vanno considerati come elementi che ci possono accompagnare piacevolmente. Ma se non stiamo bene e non riusciamo a gestirli, possono sfuggirci di mano, diventare enormi, non permetterci di vedere altro, trasformarsi rapidamente in droghe.

In aumento, in particolare nel mondo giovanile sono le Net Addictions, quelle che si esprimono su internet: parliamo di dipendenza da cyber-intimità, da videogiochi e gioco d’azzardo online, di shopping compulsivo espletato su e-bay, e di dipendenze relazionali attraverso chat e social network. Da non sottovalutare sarebbe anche la dipendenza da lavoro: molte persone, infatti, tendono ad utilizzare morbosamente il proprio lavoro al fine di fuggire da relazioni spiacevoli, in cui non ci si sente all’altezza (in particolare quando si hanno difficoltà nelle relazioni affettive intime). Molti padri dei miei pazienti hanno presumibilmente avuto difficoltà di questo genere e questo ha inciso profondamente sul loro sviluppo emotivo.

Poi c’è la dipendenza affettiva, una patologia relativa a chi è terrorizzato dalla possibilità di essere abbandonato/a dalle persone care e dal partner.

Una forma di dipendenza che, spesso, colpisce anche giovani ragazzine, le quali, pur di non perdere il proprio ragazzo e di restar da sole, accettano anche di produrre foto o video erotici con il cellulare, richiesti come pegno d’amore, non pensando che le stesse foto ed i video erotici, di fatto, potrebbero poi essere postate in internet “sporcando” la loro identità digitale per sempre (si perde il controllo e la proprietà di un dato inserito in rete che diventa potenzialmente incancellabile, ed ai colloqui di lavoro non si considera più solamente il curriculum ma anche ciò che la rete dice del candidato) o diventare materiale interessante per eventuali cyber-bulli”.

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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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