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Facoltà a Numero Chiuso. Il numero chiuso secondo la corte europea non viola il diritto allo studio

R. C.
11/12/2024

Il numero chiuso che in Italia regola l’accesso a determinate facoltà non viola il diritto allo studio.

Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani nella sentenza emessa nei confronti del nostro Paese.

Secondo i giudici la soluzione trovata dal legislatore italiano per regolare l’accesso all’università è ragionevole.

Era la  prima volta che la Corte di Strasburgo era stata chiamata ad esaminare la compatibilità con il diritto all’istruzione del numero chiuso. I giudici chiamati a pronunciarsi sul caso hanno  stabilito che non vi è stata violazione dell’articolo 2 protocollo n. 1 (diritto all’istruzione) della Convenzione europea dei diritti  dell’uomo.

Per quanto riguarda il test di ingresso obbligatorio, una  selezione degli studenti più meritevoli attraverso adeguati esami  rappresenta secondo la Corte una misura proporzionata che punta a  garantire un livello minimo di istruzione all’università.

Quanto invece al numero massimo di candidati autorizzati ad  entrare (numero chiuso) i criteri considerati dalle autorità  italiane, ossia le risorse materiali dell’università e le necessità  sociali riguardanti tale o tale altra professione hanno garantito un equilibrio tra interessi dei richiedenti e quelli della società in  generale, compresi gli altri studenti.

È altresì ragionevole, è  stato rilevato, che lo stato tenda a perseguire l’integrazione nel  mercato del lavoro di ogni candidato accolto, potendo la  disoccupazione essere considerata come un peso per la società nel suo insieme.

Secondo i giudici la soluzione trovata dal legislatore italiano per regolare l’accesso all’università è ragionevole. Per di più i giudici hanno rilevato che tale soluzione non eccede l’ampio margine di discrezione che gli Stati hanno in questo ambito.

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I fatti – A presentare il ricorso a Strasburgo erano stati otto cittadini italiani. Una di loro ha fallito per tre volte l’esame per accedere alla facoltà di Medicina di Palermo.

Altri sei ricorrenti non hanno superato quello per entrare ad Odontoiatria nonostante l’esperienza professionale acquisita come tecnici odontoiatrici o igienisti. L’ottavo ricorrente invece pur avendo passato l’esame è stato escluso dalla facoltà di Odontoiatria dopo 8 anni che non dava esami.

Facoltà a numero chiuso – Sono sempre più numerosi in Italia i corsi universitari in Italia a cui si accede attraverso i test di ammissione, sia quelli previsti dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (regolati dalla legge 264/99), sia quelli determinati dai singoli atenei. In tutte le università statali sono sei gli ambiti di laurea a numero chiuso con test fissati dal Miur, con data unica e nella maggior parte anche con test uguali a livello nazionale.

Si tratta in particolare delle materie mediche e sanitarie: medicina e chirurgia, veterinaria, odontoiatria e protesi dentaria. A questi corsi si aggiungono poi tutti quelli di primo livello (triennali) dell’area sanitaria. Inoltre, sono obbligatori i test di ammissione per architettura e scienze della formazione primaria.

Quest’anno anzichè a settembre, come da tradizione, le prove per entrare a medicina e odontoiatria si svolgeranno il 23 luglio (quelle per i corsi che saranno svolti in inglese sono in programma il 15 aprile). E a seguire, tutte le altre (veterinaria il 24 luglio, architettura il 25 luglio e soltanto le professioni sanitarie il 4 settembre).

Inoltre, nell’anno accademico 2014-2015 i test verranno ulteriormente anticipati, ad aprile. Scelte che hanno provocato le polemiche da parte delle associazioni degli studenti.

Ma oltre a questi corsi storici a numero programmato, sono tantissimi quelli a numero chiuso per scelta delle singole università, una decisione voluta per poter garantire un livello qualitativo della didattica e dei servizi allo studente, come accade in alcuni atenei, ad esempio, per i corsi di scienze della comunicazione, psicologia, economia, scienze giuridiche.

In questo caso, la presenza o meno del test e i relativi programmi d’esame devono essere verificati presso le singole università.

Sono poi storicamente legate al numero chiuso le ammissioni alle università non statali, come la Bocconi, la Cattolica, il Campus Biomedico o la Luiss.

Cosa ne pensano gli studenti

Cosa pensano gli studenti? – “E’ una sentenza giusta. Noi che frequentiamo la facoltà di Giurisprudenza riteniamo che ci sia bisogno del numero chiuso anche per accedere alla nostra facoltà, perchè ormai ci si iscrive a Giurisprudenza come ultima scelta, nel caso in cui non si superino i vari test d’accesso ad altre facoltà. Se fossimo di meno ci potrebbe essere anche un diverso rapporto con i docenti, si potrebbero seguire meglio le lezioni e agli esami ci sarebbe un ambiente meno ostico” ci dice uno studente della facoltà di Giurisprudenza, favorevole al numero chiuso.

“La sentenza della Corte Europea la condivido: un test d’accesso non può certificare se uno studente sia davvero portato per quella disciplina. Al testi di ingresso di Medicina ci sono domande di cultura generale che niente hanno a che vedere con gli argomenti di chimica, medicina, biologia” afferma uno studente che ha superato solo al terzo tentativo il difficile test per accedere alla facoltà di Medicina dell’Università di Salerno.

Per il Codacons il numero chiuso viola non solo “il diritto allo studio sancito dall’art. 3, 33 e 34 della Costituzione, ma anche il libero accesso alle professioni” e la sentenza della Corte europea non preclude future azioni legali in Italia. La battaglia si preannuncia insomma ancora lunga e, mentre si prepara una mega class action per il risarcimento delle migliaia di studenti esclusi, adesso si spera in un pronunciamento contro il numero chiuso da parte della Corte Costituzionale.

Il parere dell’avv. Cavallaro – Abbiamo affrontato questo tema con l’avvocato Mario Cavallaro, che in passato, tra i tanti incarichi di prestigio ricoperti, è stato anche il presidente dell’ERSU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) di Camerino e il presidente dell’Associazione Italiana degli Enti per il Diritto allo Studio.

Avvocato, una riflessione per Controcampus sulla recente sentenza della Corte Europea che ha dichiarato che il numero chiuso per accedere a talune facoltà universitarie non vìola il diritto allo studio.

“Non credo che la sentenza sia in sè errata, anche e soprattutto perché noi in Italia spesso le leggiamo impropriamente, a sostegno di tesi interne, mentre in realtà il legislatore europeo in molti casi, e questo mi pare uno dei tanti, si limita a dichiarare che appartiene al diritto interno e non viola i principi giuridici europei un determinato istituto giuridico.

Nel caso specifico, il cosiddetto numero chiuso significa solo che non c’è un illimitato diritto di tutti di iscriversi a qualunque facoltà, poiché il numero di ammessi – che preferirei definire programmato – non può che essere collegato alle possibilità organizzative sia interne del sistema universitario sia esterne di chi deve poi utilizzare le specifiche professionalità che un certo corso di studi forma.

Sta poi al diritto interno determinare modalità di accesso che siano rispettose del merito e che consentano di sostenere appropriatamente il diritto allo studio di chi ha la capacità di affrontare gli studi universitari.

Spiace dover ricordare che in Italia il diritto allo studio è garantito al massimo livello, con la diretta previsione e tutela dell’art. 34 della Costituzione che prevede non solo il diritto all’istruzione media obbligatoria e gratuita, ma anche che “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” e che “La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

Si tratta dunque di rivendicare non un generico diritto di tutti a tutto, ma di chiedere una buona attuazione dei principi costituzionali.”

Insomma, una sentenza che è destinata a far discutere e a dividere l’Italia in due. Non è certamente un test che può dire se un ragazzo diventerà un bravo medico o un bravo architetto, ma dall’altro lato fare una selezione all’ingresso contribuisce ad elevare il profilo qualitativo delle lezioni, degli esami e dei rapporti docenti-studenti.

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. 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Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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