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Lotta al Cancro della Prostata con la “medicina di precisione” all’Università di Trento

Redazione Controcampus 29 Aprile 2013
R. C.
22/11/2024

Università degli Studi di TRENTO - Medicina di precisione e nuove frontiere della ricerca per la Lotta al Cancro della Prostata.

Il sequenziamento di 57 genomi del cancro della prostata dimostra che il tumore acquista un forte vantaggio grazie alla frammentazione improvvisa e alla riorganizzazione coordinata del DNA su larga scala. Harvard Medical School, Weill Cornell Medical College, Broad Institute del MIT e Università di Trento (Francesca Demichelis del CIBIO) autori insieme dell’articolo uscito sulla prestigiosa rivista scientifica “Cell”. Quattrone: «A Trento la prima esperienza italiana di Precision Medicine»

La lotta al cancro della prostata ha una nuova, potente freccia al suo arco. Un gruppo di ricercatori italo-americani ha scoperto il modo di misurare e mappare le cellule tumorali di un paziente, il loro numero, la collocazione e il diverso stadio di sviluppo e mutazione, affrontando quello che è uno dei problemi su cui la ricerca mondiale in campo oncologico si sta concentrando: la forte eterogeneità dei tumori. Le cellule tumorali, infatti, anche all’interno dello stesso paziente, possono variare moltissimo tra loro e, di conseguenza, avere reazioni del tutto diverse alle terapie. Se alcune cellule vengono infatti aggredite e debellate con le cure standard, altre possono invece essere refrattarie e addirittura guadagnare spazio, estendendosi e moltiplicandosi nell’organismo. Ecco perché ricostruire la mappa, unica ed irripetibile, delle cellule malate di ciascun paziente è un obiettivo fondamentale della ricerca medica. Il nuovo metodo  computazionale per la Lotta al Cancro della Prostata è stato sviluppato a Trento, basato sull’analisi del genoma, permetterà di offrire informazioni mai avute prima sulle condizioni e lo stato di sviluppo delle cellule tumorali del singolo paziente, aiutando così l’oncologo ad intervenire mirando al bersaglio, ad esempio con un mix o un dosaggio personalizzato di farmaci. Una procedura utile non soltanto in caso di malattie avanzate, ma anche già nella prima fase della terapia.

La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica “Cell”, è opera di un gruppo di scienziati, coordinati dai ricercatori dell’Università di Trento (Centro per la Biologia Integrata – CIBIO), del Weill Cornell Medical College (la scuola medica dell’Università Cornell di New York), del Broad Institute del MIT e di Harvard. Francesca Demichelis, ricercatrice del CIBIO e visiting assistant professor di biomedicina computazionale al Weill Cornell, ha lavorato con i suoi collaboratori per cercare di comprendere quanto diffuse siano le mutazioni e le alterazioni del DNA individuate nei vari campioni di tumore e cosa questo possa significare in termini di progressione del tumore e, potenzialmente, del relativo trattamento. «Le informazioni relative a cosa sia comune o meno nelle alterazioni – spiega Demichelis -guideranno l’utilizzo dei farmaci e delle cure in relazione al paziente».

Il progetto della Lotta al Cancro della Prostata
Il team internazionale di ricerca ha collaborato per anni all’analisi e alla mappatura del genoma del cancro alla prostata. Risultato di questi studi è la convinzione che le alterazioni genomiche strutturali siano un fattore chiave per lo sviluppo e la progressione del cancro. Questo studio ha condotto il sequenziamento di 57 genomi del cancro alla prostata e di genomi interi di tessuti omologhi normali. I ricercatori hanno individuato un numero sorprendente di alterazioni genetiche nelle cellule cancerose della prostata molte delle quali sono state validate attraverso il resequenziamento e altri metodi.
Il lavoro di ricerca ha rivelato che alcune mutazioni genetiche avvengono in modo improvviso e coordinato, con scoppi periodici, causando una riorganizzazione del DNA su larga scala, che porta allo sviluppo del tumore. «Questa scoperta – spiega Francesca Demichelis – smentisce quanto finora sembrava assodato e cioè che sia uno sviluppo graduale del carcinoma ad annullare, nel corso del tempo, la capacità di controllo della crescita della cellula. Questo processo dall’andamento improvviso – denominato “evoluzione del cancro a macchie/spot” – può essere paragonato alla quanto prevede la teoria dell’evoluzione per le specie viventi, secondo la quale i cambiamenti di stato in una specie si verificano proprio con intervalli repentini».
Dopo aver scoperto che le anomalie del DNA si manifestano in modo altamente interdipendente, i ricercatori hanno denominato “cromoplexia” questi scoppi di interruzioni periodiche nelle cellule del cancro che portano a una complessa ristrutturazione del genoma. La cromoplexia è un processo comune attraverso il quale regioni genomiche geograficamente distanti potrebbero essere distrutte improvvisamente, in un modo coordinato. La caratteristica condivisa è che queste alterazioni sembrano verificarsi secondo uno schema sequenziale, a macchie, progettato per eliminare i geni anti-cancerogeni. Questo nuovo modello di crescita tumorale mostra come le cellule guadagnino un vantaggio grazie alla mutazione di più geni simultaneamente, anziché gradualmente.
«La ricerca – aggiunge Demichelis – ha richiesto lo sviluppo di speciali strumenti computazionali, in grado di superare la semplice individuazione, come la presenza o l’assenza, di un’aberrazione specifica e di quantificare il dosaggio della mutazione, ovvero quante cellule tumorali presentano la specifica mutazione nel tumore del paziente. Questa impostazione sviluppata nel laboratorio del CIBIO sfrutta le informazioni genetiche di ogni individuo e classifica ogni mutazione come omogenea o disomogenea. Una classificazione come questa ci consente di delineare l’ordine secondo il quale le mutazioni si verificano e lo stato di progressione del tumore. Questo ci suggerisce che i pazienti che presentano delle mutazioni disomogenee potrebbero non reagire in modo tanto efficace ai farmaci, quanto i pazienti che presentano mutazioni omogenee”.

Verso la precision medicine per la Lotta al Cancro della Prostata
«Si tratta di un primo, concreto esempio nella direzione della medicina di precisione: un’evoluzione della ricerca su cui al CIBIO stiamo scommettendo molto», commenta Alessandro Quattrone, direttore del Centro di biologia integrata dell’Università di Trento. «È una vera e propria rivoluzione nel modo di affrontare i problemi aperti della terapia della patologia tumorale, con una nuova prospettiva, quella che parte dalla specificità dell’individuo. La Precision Medicine consente di personalizzare al massimo gli interventi e di determinare il profilo di rischio di ciascuna persona. Permette di monitorare l’evoluzione della patologia e permetterà in un prossimo futuro di realizzare appropriati interventi preventivi oltre che di selezionare la terapia, la dose e il tempo di trattamento migliori».
Anticipata dal primo sequenziamento del genoma umano nel 2001, la Precision Medicine è stata preparata grazie all’introduzione di strumenti informatici in grado di interpretarlo in modo sempre più efficace. Oggi a segnare la svolta è stata l’introduzione di una nuova tecnologia di sequenziamento di DNA che permette di leggere genomi al costo di una TAC. «La Precision Medicine – aggiunge Quattrone – fa uso dell’informazione contenuta nel nostro genoma e nel genoma dei nostri tessuti malati per suggerire come trattare le nostre malattie. Questo strumento è di gran lunga il più potente di ogni altra forma di lettura e comprensione delle malattie disponibile oggi alla scienza medica, e nel caso del cancro presto sarà il primo modo per valutarlo. In breve tempo comprenderemo sempre di più quello che già un poco sappiamo: che ogni individuo è diverso, che ogni malattia è diversa, e ogni cura dovrà essere tarata precisamente su queste diversità».
Iniziative di Precision Medicine stanno nascendo dalla seconda metà del 2012 negli Stati Uniti, e adesso anche l’Europa comincia a muoversi. L’Università di Trento per il tramite del suo Centro per la Biologia Integrata (CIBIO) avvierà alla fine del 2013 la prima iniziativa italiana di Precision Medicine.

La collaborazione internazionale uniti per la Lotta al Cancro della Prostata
La scoperta della cromoplexia è il risultato del lavoro di un team di ricerca che ha collaborato attivamente per sequenziare i genomi interi di 57 tumori della prostata e comparare i dati a sequenze presenti in tessuti normali omologhi. La futura terapia contro il cancro dipenderà proprio dall’identificazione di set complessi di mutazioni e riorganizzazioni genetiche in ogni paziente.
«Sapere cosa realmente accade nel corso del tempo al genoma del cancro – aggiunge Mark Rubin, vice direttore di patologia sperimentale alla Weill Cornell e co-autore dello studio – può portare ad una diagnosi più accurata della malattia e auspicabilmente a cure più efficaci in futuro. Le nostre scoperte rappresentano un nuovo modo di pensare la genomica del cancro e il suo trattamento nel caso di carcinoma della prostata e potenzialmente di altri tipi di carcinoma. Ogni paziente malato di cancro può mostrare pattern individuali di disfunzioni genetiche che dovranno essere comprese, in modo da poter somministrare cure adeguate. Potrebbe essere necessario ricorrere a combinazioni di farmaci per interrompere queste irregolarità genetiche. Attualmente non è possibile fornire questi test ad ogni paziente. Tuttavia il nostro studio suggerisce che questa evoluzione del cancro “a macchie” potrebbe creare un sottogruppo di geni he offrono un vantaggio selettivo alla crescita del tumore. Se questo fosse vero, potremmo essere in grado di annullare un numero determinate di elementi genetici responsabili dei singoli tumori alla prostata».
«Per la prima volta siamo stati in grado di mappare il paesaggio genetico di un cancro alla prostata durante il suo sviluppo nel corso del tempo» – spiega Levi Garraway del Broad Institute del MIT e di Harvard e assistente professore presso il Dana-Farber Cancer Institute and Harvard Medical School. «La complessa riorganizzazione genomica che abbiamo scoperto, avviene in determinati momenti dello sviluppo del tumore. Rappresenta un modello unico e importante di carcinogenesi che probabilmente sarà rilevante anche in altri tipi di tumore».

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto