12.2007 n. 244, art. 1 commi 96-117 molto semplice e vantaggioso mediante il quale si può contare su un abbattimento dei costi amministrativi.
Ma partiamo dall’inizio, cercando con l’aiuto dell’ Avvocato Eduardo Guido, di capire innanzitutto come si scelgono i regimi fiscali dopo aver aperto una partita Iva.
Una delle scelte fondamentali (anche in termini economici) nel momento in cui si decide di aprire la partita Iva, è rappresentata dal regime fiscale da applicare. La scelta è condizionata dai requisiti specifici richiesti da ognuno dei regimi fiscali esistenti. Tentiamo di districare il groviglio di informazioni ricevute e di semplificarle al meglio.
Più precisamente i regimi contabili attuabili sono:
- la contabilità semplificata;
- la contabilità ordinaria;
- il regime per le nuove iniziative produttive e imprenditoriali;
- regime dei minimi.
La contabilità semplificata è la scelta perfetta per le Società di Persone e per le Ditte Individuali con un fatturato inferiore a:
- 400.000 euro su base annua per le attività di prestazione di servizi;
- 700.000 euro su base annua per le altre tipologie di attività.
I contribuenti inquadrati nel regime semplificato hanno una contabilità molto più semplice e snella e devono redigere esclusivamente il registro dei beni ammortizzabili, il registro iva acquisti, il registro iva vendite e il registro dei corrispettivi.
Contabilità Ordinaria – Il regime di contabilità ordinaria è una scelta obbligata per le società di capitali, ma è un regime in cui possono rientrare anche ditte individuali e società di persone se superano il tetto massimo di reddito previsto per la concessione del regime semplificato.
La contabilità ordinaria è molto più complessa, viene gestita con il metodo della partita doppia (Dare e Avere) e prevede la conservazione e la redazione di un gran numero di registri e libri societari tra cui ricordiamo: il libro dei soci; il libro giornale, il libro inventari.
Regime nuove iniziative produttive e imprenditoriali. Il regime delle nuove iniziative produttive e imprenditoriali è un regime agevolato che può essere sfruttato per un periodo massimo di 3 anni e che può essere richiesto da chi possiede i seguenti requisiti:
- un fatturato inferiore a 30,987,41 (per le prestazioni di servizi e 61,974,83 per le altre attività);
- il titolare dell’impresa non deve svolgere un’attività che risulti essere una continuazione di una già svolta in precedenza in qualità di dipendente o autonomo;
- il titolare deve essere in regola con gli adempimenti amministrativi, previdenziali e assistenziali.
- I contribuenti che usufruiscono di tale regime agevolato, sono soggetti ad un’imposta sostitutiva pari al 10% e, oltre a questa devono versare anche l’Iva e l’Irap.
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Cos’ è quindi il regime dei minimi e quali sono le novità previste in regime dei minimi 2013 ?
“L’attuale regime dei minimi è più vantaggioso ma ha diminuito il numero di contribuenti, proprio per permettere agli aderenti un vantaggio cospicuo. L’idea è quella di aiutare pochi ma aiutarli meglio. Ovviamente molti sono tagliati fuori da tali vantaggi. Quindi solo alcuni vedranno la luce dopo la nera crisi di questi anni.”
‘Il regime dei minimi 2013 ha una durata di 5 anni, a partire dal momento in cui l’attività ha avuto inizio (dopo il 31 dicembre 2007). La durata del regime dei minimi 2013 è eventualmente prorogabile fino al 35esimo anno di età per coloro i quali, alla scadenza dei 5 anni, non abbiano ancora raggiunto tale età.”
”Il regime dei minimi è stato revisionato al fine di diminuire il numero dei contribuenti che possono beneficiare del nuovo regime, attraverso una scadenza (i 5 anni) e una fuoriuscita obbligatoria, ma allo stesso tempo amplificandone i vantaggi, con una riduzione degli oneri fiscali, che attualmente corrispondono al versamento del 5% Irpef anziché del 20% come era in precedenza oltre all’ esonero dalla ritenuta d’acconto. Per beneficiare del regime dei minimi, il contribuente non dovrà superare l’importo annuo di 30.000 euro.”
Come accedere al regime dei minimi 2013?
“Il contribuente che vuole accedere al regime dei minimi non deve avere esercitato nei 3 anni precedenti attività artistica, professionale e d’impresa, anche in forma associata o familiare.”
“Inoltre l’attività da avviare non deve risultare la prosecuzione di un’altra attività svolta in precedenza sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, a meno che questa non consista in un periodo di pratica obbligatoria, oppure sia stata svolta in regime precario.”
I contribuenti che accedono al regime dei minimi sono esonerati dai seguenti obblighi:
- quelli di registrazione e di tenuta delle scritture contabili, rilevanti ai fini delle imposte dirette e dell’Iva;
- quelli legati alle liquidazioni e ai versamenti periodici rilevanti ai fini dell’Iva;
- quelli legati all’imposta regionale sulle attività produttive.
Quali sono i reali vantaggi nel regime dei minimi?
” I contribuenti sono esonerati da alcuni gravosi obblighi quali:
- liquidazione e versamento dell’IVA;
- comunicazione annuale e presentazione della dichiarazione ai fini IVA;
- versamento e dichiarazione ai fini dell’imposta sulle attività produttive;
- compilazione del modello per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore e dei parametri;
- comunicazione telematica delle operazione rilevanti ai fini IVA (spesometro);
- comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi alle operazioni effettuate nei confronti di operatori economici che hanno sede, residenza o domicilio in Paesi a fiscalità privilegiata (“black list“).
Gli ex minimi che accedono al nuovo regime dei minimi, dovranno proseguire a rispettare i seguenti obblighi:
- il volume d’affari relativo ai ricavi o compensi non deve superare l’importo annuo di30.000 euro;
- non deve effettuare cessioni all’esportazione, oppure operazioni assimilate, servizi internazionali o connessi agli scambi internazionali, o ancora operazioni con lo Stato della Città del Vaticano o con la Repubblica di San Marino;
- non deve sostenere spese per lavoro dipendente o prestazioni di lavoro svolte da altri, fatta eccezione per i collaboratori dell’impresa stessa;
- non elargire utili di partecipazioni agli associati;
- non acquistare beni strumentali il cui importo totale su base annua superi i15.000 euro.
I soggetti che non possono accedere al regime dei minimi 2013 sono:
-
non residenti in Italia;
- persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini IVA, quali:
- agricoltura e attività connesse e pesca;
- vendita di sali e tabacchi, commercio di fiammiferi, editoria, gestione di servizi di telefonia pubblica, rivendita di documenti di trasporto pubblico e sosta;
- intrattenimento, gioco e altre attività similari;
- agenzie di viaggio e turismo;
- agriturismo;
- vendite a domicilio;
- rivendita di beni usati, oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione;
- agenzie di vendite all’asta di oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione.
- soggetti che effettuano operazioni di cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, terreni edificabili e mezzi di trasporto nuovi, in via esclusiva o prevalente;
- soggetti che partecipano a società di persone o ad associazioni di artisti e professionisti o a Srl a ristretta base proprietaria.