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Web dipendenza tra i giovani, aumentano i pericoli sul web

Redazione Controcampus 20 Aprile 2013
R. C.
21/11/2024

Ecco cos'è la web dipendenza: prevenzione e cura, sintomi e cause, quali sono i rischi di chi passa troppo tempo in rete e come evitarlo.

Cos’è la web dipendenza, chi ne è vittima, cause e pericoli di chi passa parecchio tempo su internet.

Il web e la sua inevitabile non circoscrivibilità di tecnologia.

L’inafferrabilità giuridica dei confini di internet, la sua incontenibile fluidità e casualità, l’assenza di un’etica del web (netiquette) universalmente condivisa rappresentano oggi più che mai delle zone d’ombra nelle quali spesso possibilità e pericoli finiscono inevitabilmente per intrecciare i loro destini.

Una dato è certo: i nostri ragazzi sono in assoluto i fruitori più attivi della rete, oltre che i suoi utilizzatori più “esperti” e “precoci”.

Utenti giovanissimi che, nonostante non siano ancora compiutamente alfabetizzati, dimostrano una eccezionale padronanza e una competenza quasi istintiva dei mezzi informatici. Con tutte le gioie e i dolori che una simile penetrazione virtuale rende plausibili in termini educativi e formativi.

Web Dipendenza: cause e i pericoli di chi passa molto tempo davanti ad internet

Secondo le ultime stime europee, i minori trascorrerebbero in media circa  90 minuti al giorno al PC. (Complice anche la diffusione di smartphone, tablet ecc, che permettono una connettività praticamente ininterrotta). Progressione crescente per le fasce d’età compresa tra i 15 e i 18 anni.

A preoccupare è, soprattutto,il sensibile abbassamento del cosiddetto “svezzamento virtuale”:  Il battesimo del web avverrebbe sempre più presto: in media attorno ai 9 anni, spesso prima della cosiddetta età scolare.

Una ricerca ha confermato un trend in spaventosa crescita della web dipendenza, specie tra i 12-13enni. Circa il 32% dei nostri teenager  dà il suo numero di cellulare a persone conosciute in rete. Il 27% accetta appuntamenti al buio. Il 20% circa condivide foto e filmati di nudo/semi-nudo con “conoscenti virtuali” (il cosiddetto Sexting). Il 54% invia/riceve messaggi hard, mentre il 17% dichiara di aver avuto rapporti intimi “off line” con persone raggiunte tramite social network, chat, forum, blog ecc. Per non parlare dei cam-ager, i minori che si spogliano on line (per gioco o per soldi), quelli che vendono foto piccanti, video e persino intimo, quelli che giocano d’azzardo, scommettono ecc.

Percentuali di web dipendenza che salgono  vertiginosamente tra i 16 e i 17 anni, anche se con gradi di vulnerabilità diversi.

Statistiche solo parzialmente mitigate da quella che è la situazione italiana all’interno del panorama europeo della web dipendenza.

Social network nell’occhio del ciclone della web dipendenza

Nonostante tutto, rispetto alle medie UE, i minori dello Stivale si avvicinano più tardi ad Internet (10 anni, contro i 7 dei paese più all’avanguardia). Colpa della storica difficoltà del nostro paese a garantire a scuole e famiglie un accesso Internet in linea con gli standard comunitari.

I famosi “motivi di studio”, certo, restano una delle principali attività in rete, al pari di delle  attività cosiddette ludiche: scambiare messaggi con i propri coetanei , vedere video, giocare, ascoltare musica.

La net-compulsion Quasi il 60 % dei nostri ragazzi, secondo la ricerca STC, possiede almeno un profilo su social come Twitter, Facebook, Linkedin, MSN. Proprio i social network, infatti, paiono essere divenuti negli ultimi anni il bersaglio privilegiato di un fuoco di artiglieria sempre più deciso, che vede in prima fila migliaia fra genitori, educatori e specialisti di settore (diritto, psicologia ecc). Luoghi virtuali frequentatissimi dai minori, i social rappresentano oggi le aree più sensibili sotto il profilo della sicurezza on line. Terreni accidentati per chiunque, figuriamoci per quelle categorie tradizionalmente più “deboli”.

Le cause della social web dipendenza: isolamento, crisi della famiglia  e difficoltà relazionali. Anonimato, facilità di registrazione e di utilizzo, possibilità di incontro ed interconnessione infinita, visibilità/esibizionismo, condivisione di materiali personali, rapidità ed occasionalità dei contatti ecc sono alcune delle ragioni che spingono questa eccezionale affermazione dei social tra gli under 18. In tanti si presentano con un’identità fittizia e giocano a fare i “grandi”, dichiarando un’età spesso molto superiore a quella reale. Il motivo di solito è lo stesso: il baby smanettone, in fuga da una realtà famigliare sempre più precaria, bazzica i social perché sente di riuscire ad esprimere se stesso meglio “on line” che non “face to face”.

La responsabilità dei genitori sulla web dipendenza dei minori

Tutti i genitori moderni o quasi tutti dimostrano una grande flessibilità rispetto alla percezione di Internet come strumento indispensabile, del quale i loro piccoli non possono fare a meno.

Pc, videogiochi, tablet, smart phone ecc sono tutti strumenti di navigazione d’uso comune, che molti minori maneggiano ormai con una perizia e, soprattutto, con un’autonomia sempre crescenti, in molti casi addirittura superiori a quelle dei genitori stessi.

Quasi sempre a dominare è una sorta di fiducia passiva nel comportamento del minore: Internet ce l’hanno tutti e lo utilizzano tutti. Che male c’è? Atteggiamento “kamikaze”, incoraggiato puntualmente da una fondamentale ignoranza dei rischi connessi ad un uso “inconsapevole” del web e della conseguente web dipendenza. Molti genitori, anzi, si dicono esaltati dalla precocità con cui il loro bambino è riuscito al familiarizzare col pc, coccolando, viziando ed assecondo tutti i desiderata di questi enfant prodige della tastiera. “Mi fido dei mie figli”, si difendono i genitori. “Mamma e papà si fidano di me”, confermano i figli.

Il risultato? La navigazione tende a divenire un’esperienza sempre più individuale: il 50% dei teenager suole collegarsi dalla propria cameretta, il 33% da telefono mobile o pad digitale. Ben l’87% si connette da casa e il 63% da scuola. Tutti in rigorosa autonomia.

Morale, i genitori sono quasi sempre impreparati e disorientati. Non riescono, cioè, ad accompagnare adeguatamente e consapevolmente il minore nella scoperta e nella corretta pratica dell’attività digitale. Esiste, insomma, un problema di “educazione informatica” che riguarda tanto i genitori quanto i minori.

I pericoli della web dipendenza: adescamento sul web e cyberbullismo

Abitudini massicciamente diffuse, poco controllate o peggio ancora ignorate, che trasformano il web un far west legale in cui il minore è minacciato ad ogni passo da un’infinità di pericoli.

Il grooming e la web dipendenza sono la piaga più diffusa nella rete? Senz’altro l’adescamento dei minori sul web. 1.274 le segnalazioni ricevute dalla Polizia Postale nel 2012 rispetto alle 1.087 del 2011. I profili social, quasi sempre aperti all’insaputa dei genitori anche da bambini di 9-10 anni falsando identità ed età per una media di 5 profili per minore,  sono le vetrine privilegiate dai potenziali abusanti. Da un’indagine condotta dal Moige nel 2012 è emerso, infatti, che 1 minore su 2 è stato contattato via web più volte con proposte indecenti da persone sconosciute. Il profilo del cyber-adescatore può essere assai variabile: altri adolescenti (giovanissimi pedofili in erba), vicini, parenti, amici di famiglia, semplici sconosciuti. In generale si tratta di uomini “al di sopra di ogni sospetto”, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, scapoli e senza precedenti penali.

Lucido ed eccezionalmente paziente, l’adescatore on line è solito creare un profilo ad hoc e contattare minori che normalmente già conosce (anche superficialmente). In alternativa “spulcia” la rete alla ricerca di profili compatibili, spesso presentandosi come coetaneo. La tecnica di adescamento più frequente è il “grooming”: l’abusante, in una fase preliminare, tenta un approccio goliardico, cerca di instaurare e coltivare un rapporto con la vittima, di captarne la fiducia attraverso lusinghe, giochi, scommesse, salvo poi passare a richieste più esplicite.

Web Dipendenza, chat e ambienti più pericolosi

Il molestatore chiede al minore informazioni anagrafiche e personali e di mostrarsi via chat, per saggiarne la “disponibilità”, dopodiché sposta gradatamente la conversazione su temi di carattere esplicitamente hard. Il passo successivo è chiedere il numero di cellulare per ottenere un accesso più diretto e rapido alla vittima. L’obiettivo? Passare dall’incontro virtuale a quello reale o, in alternativa, ottenere direttamente dal minore materiale fotografico e video.

Per non parlare del preoccupante proliferare di siti illegali, “invisibili” gestiti da privati (non necessariamente adescatori) o, peggio, da vere e proprie organizzazioni criminali dedite alla produzione e al commercio di materiale illecito.

Ma allarmanti sono anche le percentuali relative al gioco d’azzardo tra i minori. Secondo il X Rapporto Telefono Azzurro/Eurispes sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza,  1 bambino su 4, in Italia, riferirebbe di giocare on line “a soldi” (poker-room e slot on line), spesso perché lo ha visto fare ad amici e genitori, e di scommettere (scommesse sportive su tutte) soldi solitamente sottratti di nascosto a genitori e parenti, ottenuti in prestito da amici o addirittura guadagnati attraverso prestazioni poco lecite.

A cresce, nel contempo, è anche la web dipendenza, nota tra gli specialisti come Internet Addiction Disorder. Sempre secondo la suddetta ricerca, nel nostro paese, circa il 47% degli under 18 ammetterebbe di non riuscire a staccare mani ed occhi dal pc e di accusare sindromi astinenziali ogni volta che sono costretti ad allontanamenti prolungati . Un abuso patologico, evidente soprattutto nei cosiddetti bimbi touch, che annovera tra le sue cause fondamentali una crescente tendenza all’isolamento domestico, le ormai classiche difficoltà coniugali tra genitori (crisi della famiglia) ed una sempre più endemica incapacità relazionale tra coetanei ecc.

Psicopatologie dei minori in rete

Apatie, instabilità emotiva, disturbi cognitivi e della memoria, ritiro dalle relazioni sociali, indifferenza ai doveri e alla cura fisica (igiene), vertigini, insonnia, disturbi dell’attenzione, danni alla postura sono solo il normale corollario di un rapporto chiaramente disfunzionale coi moderni mezzi informatici.

Per contenuti a rischio, vanno intesi anche siti, gruppi, pagine, community, forum, blog inneggianti all’odio razziale, alla guerra, alla violenza, ad ideologie criminali (fascismo, nazismo ecc), al terrorismo ed in generale all’assunzione di  condotte diseducative e devianti.  Un terzo dei nostri  ragazzi (33,9%), ad esempio, naviga in siti che esaltano una fisicità eccessivamente artefatta (fisici rifatti, dopati ecc), il 19,3% bazzica siti che istigano alla violenza, alla xenofobia (13,1%), alla criminalità (12,1%), l’anoressia (9,9%) addirittura il suicidio (4,9%).

Tra tradizione e novità, invece, si colloca un fenomeno di cui solo da qualche anno si è cominciato a parlare con una certa insistenza ed interesse, ossia  il bullismo elettronico o cyber bullismo.

Il caso più eclatante nel nostro Paese (nonché quello che ha dato il via al dibattito nel nostro paese) è quello del 2006, quando tre 17enni di un istituto torinese, hanno pestato in classe un loro compagno autistico, riprendendo l’aggressione (premeditata, con tanto di inneggiamenti vari al nazismo) e caricando il video su Youtube.

Il filmato, presto finito tra i “ video più divertenti”, fu rimosso solo più tardi.

Si tratta una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta assai diffusa tra i minori dell’era 2.0, attuata attraverso internet, telefoni cellulari ecc. contro singoli coetanei o gruppi di coetanei allo scopo di molestare, irridere, diffamare, minacciare e, spesso, ricattare la vittima anche in vista di “favori” di natura economica e intima.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto