Soprattutto per quanto riguarda l’inserimento professionale di quelle categorie di lavoratori storicamente più a rischio: donne, anziani, disoccupati e, prima di tutto, giovani
Ad oggi, tuttavia, gli incentivi all’occupazione previsti dalla Legge Fornero (agevolazioni e bonus sulle assunzioni alle imprese che reclutano giovani, riforma dei contratti di lavoro, defiscalizzazione, assunzioni agevolate per donne e lavoratori svantaggiati, ecc) non paiono aver sortito l’effetto desiderato (creare posti di lavoro a tempo indeterminato attraverso l’eliminazione progressiva delle condizioni di maggior incertezza e difficoltà delle imprese e di volatilità dei mercati), peggiorando nei fatti un quadro clinico già ampiamente deprimente.
Legge Fornero e modifiche della riforma lavoro 2013 Giovannini e Letta
Tanto che allo studio del neonato Governo Letta c’è già una pletora di modifiche e moratorie. Parola d’ordine: abbattere gli irrigidimenti previsti per l’ingresso dei più giovani sul mercato del lavoro. Insomma i paletti introdotti nella riforma lavoro dall’ex ministro Fornero avrebbero contribuito a frenare le nuove assunzioni, facendo schizzare alle stelle precariato e disoccupazione soprattutto giovanile. Lo ha affermato pochi giorni fa lo stesso Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro e ora presidente della commissione Lavoro del Senato: “Per ridurre la disoccupazione giovanile serve “innanzitutto la modifica della Legge Fornero sulla riforma lavoro 2013. Si tratta di interventi che non costano e possono dare una rapida efficacia perché liberano la propensione ad assumere che è stata mortificata da una normativa rigida per quanto riguarda le tipologie contrattuali diverse dal contratto a tempo indeterminato”.
Urgenza di riconsiderare le attuali regole restrittive nel lavoro ribadita anche dall’Organizzazione internazionale del Lavoro (Ilo), l’organismo dell’Onu specializzato nelle tematiche del lavoro, per il quale “la percentuale dei contratti a tempo determinato sull’insieme dei contratti precari è probabilmente aumentata a seguito della riforma lavoro Legge Fornero 2013”.
Morale: al Belpaese mancano circa 1,7 milioni di posti di lavoro per ricondurre il tasso di occupazione ai livelli pre-crisi. Secca anche la condanna alla staffetta generazionale: bisogna incentivare il posto fisso senza cedere alla logica del turnover.
Secondo il rapporto, cioè, il governo italiano dovrebbe considerare altri mezzi per sostenere l’occupazione giovanile, ad esempio il sistema di garanzia per mantenere i giovani dentro il mercato del lavoro, incentivi all’assunzione di giovani più svantaggiati, borse di formazione e sforzi per migliorare la corrispondenza delle competenze.
Ma quali sono, concretamente, le agevolazioni che la riforma lavoro Legge Fornero ha pensato per i nostri giovani (lavoratori ed imprenditori)?
In generale la riforma lavoro legge Fornero (Ulteriori disposizioni in materia di mercato del lavoro) si articola attraverso tre profili:
- incentivi all’esodo (vedi art. Pensioni ed esodati)
- incentivi all’assunzione
- formulazione di principi generali in materia di incentivi e sgravi contributivi.
Scopo: offrire nuove opportunità di impiego per i lavoratori disoccupati di lungo periodo e ridurre il costo del lavoro per le imprese attraverso la modulazione degli obblighi contributivi.
Occupiamoci degli under 30. Per i più giovani l’attenzione si concentra essenzialmente su 3 aspetti: apprendistato, contratti a termine ed agevolazioni per il lavoratore in ingresso. Per una panoramica “legislativa”, vi rimandiamo al vademecum e guida sulla riforma lavoro 2013 – Legge Fornero.
La vera novità della riforma lavoro – Legge Fornero riguarda la riforma dei contratti e le agevolazioni sulle assunzioni. Novità che si sostanzia nel riconoscimento di un incentivo economico e contributivo ai quei datori di lavoro che stabilizzano la situazione lavorativa di giovani uomini e donne attraverso la trasformazione di contratti a termine e la stipula di un contratto a tempo indeterminato, oppure attraverso la stabilizzazione di contratti collaborazione coordinata e continuativa (contratti a progetto).
La riforma lavoro – Legge Fornero dispone, infatti, che l’Istituto di Previdenza Nazionale (INPS) “premi” con incentivi straordinari, dell’ammontare massimo di 12.000 mila euro, le imprese che, entro il 31 marzo 2013, hanno assunto uomini under 30 o donne di ogni età.
Questi in sintesi i requisiti di erogabilità che le imprese devono rispettare per beneficiare del contributo:
- l’assunzione o la trasformazione non devono essere effettuate in violazione del diritto di precedenza alla riassunzione di un altro lavoratore licenziato da un rapporto a tempo indeterminato o cessato da un rapporto a termine;
- presso la stessa unità produttiva non devono essere in atto sospensioni dal lavoro connesse ad una crisi o riorganizzazione aziendale, salvi i casi in cui l’assunzione o la trasformazione siano finalizzate all’acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori sospesi;
- subordinazione dell’incentivo alla regolarità contributiva, al rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e all’osservanza dei contratti collettivi;
- non cumulabilità dell’incentivo con altri previsti dalla normativa vigente.
Il 17 ottobre 2012 è stato così pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 243 un decreto interministeriale che istituiva il “Fondo per il finanziamento di interventi a favore dell’incremento, in termini quantitativi e qualitativi, dell’occupazione giovanile e delle donne”, finalizzato a promuovere l’occupazione degli uomini fino a 29 anni e delle donne, indipendentemente dalla loro età anagrafica. Oggetto del Fondo i rapporti di lavoro stabilizzati o attivati entro il 31 marzo del 2013. Scadenza arrivata il 31 marzo di quest’anno. Bonus chiaramente non valido per le assunzioni a tempo indeterminato di un nuovo lavoratore.
Il bonus per i contratti a termine. Ma le agevolazioni riguardano anche le assunzioni di giovani e donne a tempo determinato:
- 3.000 euro per contratti di lavoro di durata non inferiore a 12 mesi e fino a 18 mesi;
- 4.000 euro se la durata del contratto supera i 18 mesi (ossia tra 19 mesi e 24 mesi);
- 6.000 euro per i contratti aventi durata superiore a 24 mesi.
Riforma lavoro – Legge Fornero e agevolazioni alle imprese – 232 milioni (questa l’entità del fondo stanziato) che l’Inps assegnerà alle imprese in considerazione dell’ordine cronologico delle domande, in attuazione dell’obiettivo programmato solo un anno fa: dare un’iniezione immediata di liquidità alle aziende in difficoltà o nascenti.
Intanto il lavoro giovanile è al centro del monitoraggio sulla Riforma Gelmini iniziato dopo le politiche di febbraio e culminato nel cosiddetto “decreto del fare” che il Governo Letta si prepara a varare entro giugno (prima del vertice europeo del 27-28 giugno) assieme ad altre misure fiscali (IVA) e di semplificazione (DURC).
Il Pacchetto del Governo prevederà nuovi bonus per assunzioni di giovani a tempo indeterminato con una sensibile defiscalizzazione anche contributiva per le imprese, specie in termini di crediti di imposta e di sgravi. Budget previsto per la manovra: 400 milioni di euro. Non mancheranno poi, i famosi correttivi alla Riforma Fornero. Due le rigidità fondamentali su cui si interverrà:
- intervalli fra contratti: risolvibile attraverso la riduzione delle pause fra un contratto a termine e l’altro – che la Riforma aveva portato da 10 a 60 giorni (per i contratti fino a sei mesi) e da 20 a 90 giorni (per gli altri) per sgonfiare il precariato tramite la proroga di contratti a termine, con l’ipotesi per i contratti collettivi di ridurre ulteriormente l’intervallo).
- causalone: ossia “le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo” per le quali è consentito apporre un termine alla durata del contratto di lavoro subordinato, obbligatorio da indicare in tutti i tipi di contratto, che la Riforma Fornero ha reso non più necessario per i contratti a tempo determinato dalla durata massima di 1 anno, oltrettutto non prorogabili. La soluzione? Ammorbidire le condizioni di applicabilità della causale o sostituirla con un meccanismo per soglia numerica di contratti a termine in azienda.
Riforma lavoro – Legge Fornero. Sì al rafforzamento dell’apprendistato – Si punterà inoltre a ripensare e a potenziare lo strumento dell’apprendistato. La priorità, in questo senso, sarà rimuovere i vincoli all’assunzione di nuovi apprendisti (relativi essenzialmente alla stabilizzazione di almeno il 50% degli apprendisti), sostituendoli con un nuovo sistema di incentivi.
In ultimo, tra le proposte dei saggi per i giovani, si porrà la questione di un utilizzo più efficace dei fondi europei. Da ri-valutare anche altre ipotesi come il credito d’imposta per i lavoratori a bassa retribuzione, l’alternanza dei periodi scuola-lavoro (favorendo l’intesa tra imprese ed enti formativi) e l’introduzione di un apprendistato universitario (ad esempio, programmare i corsi di laurea triennali sotto forma di apprendistato) che favorisca il collegamento tra atenei e mondo del lavoro.
D.L. 185 del 2000. Tutto su agevolazioni e soggetti beneficiari. Come richiedere i fondi INVITALIA
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Leggi e scarica la Guida completa alla riforma lavoro – Legge Fornero: