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Tagli ai fondi FFO con il decreto del fare

Redazione Controcampus 9 Agosto 2013
R. C.
23/11/2024

Il decreto del fare, trova l’inghippo, arrivano nuovi Tagli ai fondi FFO.

Niente miracoli in arrivo, insomma, con buona pace dei soliti ottimisti. Questi i segnali che arrivano, inquietanti, dal fronte decreto del fare in fatto di finanziamento all’Università.

Università sulla cui testa sembra ormai pendere, inesorabile, una spada di Damocle che già altre volte ha colpito ed amputato risorse sempre più esigue ed insufficienti.

Parliamo ovviamente di tagli, un’abitudine consolidata della nostra classe politica, la quale sembra proprio aver individuato nell’Università e nella scuola in generale l’agnello migliore da sacrificare ad una finanza pubblica impacciata e stanca.

E l’impressione, ad oggi, è che nemmeno Letta e il suo decreto del fare siano riusciti a sottrarsi al tragico cliché.

Tagli ai fondi FFO e finanziamento all’Università con il decreto del fare

L’ultima, contestatissima decurtazione è arrivata lo scorso 26 luglio, quando alla Camera, nel corso della discussione sul  decreto del fare è stato approvato un emendamento della maggioranza che taglia i fondi destinati agli atenei più meritevoli per 240 milioni di euro (attinti  dalla cosiddetta “ quota premiale”, quella parte del FFO che gli atenei, nonostante il grave sotto finanziamento statale cui da anni pagano dazio, si sono faticosamente conquistati sulla base dei risultati ottenuti nella ricerca, nella didattica e nel trasferimento tecnologico) per destinarli al diritto allo studio, le cui competenze afferiscono non all’Università quanto piuttosto alle Regioni. Misura che priva il Fondo di Finanziamento Ordinario Nazionale (FFO) di ben 300 milioni di euro, portandolo a 6,5 miliardi dai 7,5 della fine degli anni 2000. Con l’aggravante che la misura arriva dopo la pubblicazione delle «classifiche» dell’Anvur (l’agenzia pubblica di valutazione) sugli atenei che hanno conseguito le migliori performance e in parallelo con la notizia che la quota di fondi riservata alle università più «meritevoli» salirà dal 13,5 al 20%, circa 1,2 miliardi.

Decreto del fare e tagli al FFO per finanziare il diritto allo studio – La pietra dello scandalo è presto detta. L’emendamento approvato prevede il  finanziamento di un “Programma nazionale per il sostegno degli studenti capaci e meritevoli” al fine di aumentare i fondi per le borse di studio erogate dalle Regioni, affiancandone l’attività di promozione e difesa del diritto allo studio.

Decreto del fare, il NO della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) – Idea condivisibile nei principi, ma improponibile nella prassi, che ha subito fatto scattare la reazione rabbiosa di tanti Rettori italiani, ben rappresentata dalla secca bocciatura espressa dalla CRUI, nonché delle Regioni stesse e della comunità studentesca.

Tutti sul piede di guerra: all’atto pratico, infatti, la misura comporterà  un consistente spostamento delle risorse economiche proprio dalla quota premiale del FFO al diritto allo studio.

Tagli ai fondi FFO e all’Università: i motivi della protesta

Un provvedimento iniquo, scellerato, suicida, secondo i nostri rettori, che sa di attentato. Fatto salvo il principio per cui è giusto che lo Stato trovi i fondi per mobilità e diritto allo studio, resterebbe l’iniquità profonda del meccanismo. Lo spostamento non può gravare sulle spalle di un’Università  già fortemente sotto finanziata e in molti casi de finanziata, specie se attuato su base storica. I fondi, spiegano, non vanno ricavati a scapito della quota variabile del FFO destinato al merito, diventata oggi l’ancora di salvezza di atenei sempre più al verde, ravvisando l’insopportabile contraddizione di una “penalizzazione” che inneggia al merito ma che di fatto colpisce a morte quelle università che, classifiche alla mano e in un panorama di impoverimento progressivo, rappresentano l’eccellenza della ricerca, della didattica, dei servizi nel nostro Paese.

Tagli ai fondi FFO e sopravvivenza e competitività della ricerca

La domanda che i Rettori si fanno è insomma questa:  a che pro finanziare borse  studio se non si mettono le Università nelle condizioni di far studiare i loro titolari? E perché il provvedimento deve gravare esclusivamente sulle Università? Tanto più che il diritto allo studio nel nostro Paese  è una competenza specifica delle Regioni e che l’allineamento del diritto allo studio in Italia allo standard europeo non può realizzarsi attraverso una politica radicale di tagli ai fondi FFO e frettolose semplificazioni , visto che altrove, in Europa,  il finanziamento statale alle Università è di molte volte superiore a quello italiano (6-7 volte anche).

Ma come rimediare ai tagli ai fondi FFO? Togliere fondi alla premialità, vitali per i tanti Atenei virtuosi che hanno lavorato nella direzione del merito e della qualità per limitare i danni dei tagli ai fondi FFO conseguenti alla crisi economica e alla ultime dolorose Riforme (Gelmini e Fornero), significa sgonfiare il “salvagente” che ancora tiene a galla la maggior parte delle nostre università.  Un colpo mortale quello del decreto del fare, soprattutto dopo i 300 milioni sottratti dal Governo Monti (e che il Ministro Carrozza ha parzialmente recuperato), che, superasse l’esame del Senato, le lascerebbe senza nemmeno la possibilità di coprire i costi ordinari. L’invito, dunque, è quello di prevedere fondi specifici e additivi per la causa sacrosanta dei capaci e meritevoli, magari cercando di trarre profitto da quella politica di austerity e sacrificio che, a questo punto, dovrebbe aver permesso allo Stato di recuperare liquidità preziose da reinvestire nella spesa pubblica e, quindi, nell’istruzione.

Non convince poi la “destinazione” dei tagli. A gestire, infatti, i fondi decurtati dovrebbe essere la fondazione per il merito, istituita dalla legge Gelmini, di carattere privato, destinata a promuovere gli studenti più meritevoli nell’ottica di una partnership pubblico-privato, con l’obiettivo di sostenere e incentivare percorsi formativi di eccellenza. Fondazione nei fatti mai concretamente avviata.

Ma se nella teoria sarebbe dovuta spettato a imprenditori e ai privati garantirne risorse e sostenibilità, con l’emendamento al Decreto del fare pare proprio che si stia pensando di costruire il finanziamento  dirottando fondi pubblici e tagliando le risorse spettanti di diritto alle università.

Se non un autogol, una decisione quantomeno inattesa da parte di chi, il Premier Letta, fin dal suo insediamento, aveva promesso zero tagli su cultura, ricerca e università, visti soprattutto gli intenti della vigilia:

  • Sblocco del turnover al 50% per Università ed enti di ricerca dal 2014, con ampliamento della facoltà di assumere, elevando dal 20% al 50% il limite di spesa consentito rispetto alle cessazioni dell’anno precedente. Le singole università dovrebbero poter assumere nel rispetto delle specifiche disposizioni sui limiti di spesa per il personale e per l’indebitamento senza superare il 50% della spesa  rispetto alle cessazioni. Morale?  Si liberano posti per 1.500 ordinari e 1.500 nuovi ricercatori in “tenure track” sul Ffo nel 2014. Spesa prevista: 25 milioni nel 2014; 49,8 nel 2015.
  • Borse di mobilità per studenti capaci e meritevoli: 5 milioni per il 2013 e per il 2014, 7 milioni per il 2015 da iscrivere sul FFO delle università per l’erogazione di “borse per la mobilità” a favore di studenti che, avendo conseguito risultati scolastici eccellenti, intendano iscriversi per l’anno accademico 2013-2014 a corsi di laurea in regioni diverse da quella di residenza. Le risorse saranno suddivise tra le regioni con decreto del Ministro dell’Istruzione, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome. Le borse saranno attribuite sulla base di una graduatoria adottata da ciascuna Regione per le università site nel proprio territorio.
  • Rendere più flessibile il sistema di finanziamento delle università e semplificare le procedure di attribuzione delle risorse: si unificano in unico fondo le risorse attualmente destinate al finanziamento ordinario delle università (FFO) alla programmazione triennale del sistema, ai dottorati, e agli assegni di ricerca. Nello stesso provvedimento si decide di sottoporre all’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) la valutazione dei servizi delle università e degli enti di ricerca per semplificare il sistema di valutazione attualmente in vigore.
  • Interventi straordinari a favore della ricerca: il Ministero favorirà interventi diretti al sostegno e allo sviluppo delle attività di ricerca fondamentale e di ricerca industriale, mediante la concessione di contributi alla spesa  nel limite del 50% della quota relativa alla contribuzione a fondo perduto disponibili sul Fondo per la ricerca applicata (FAR). Si tratta di utilizzare il fondo rotativo, che si alimenta con i rientri del credito agevolato, che contiene anche risorse da destinare a contributi a fondo perduto. Gli interventi da finanziare riguardano principalmente lo sviluppo di start up innovative e di spin off universitari, la valorizzazione di progetti di social innovation per giovani con meno di 30 anni, il potenziamento del rapporto tra il mondo della ricerca pubblica e le imprese, il potenziamento infrastrutturale delle università e degli enti pubblici di ricerca.

Così mentre il dubbio scava insistente, il decreto del fare va avanti per la sua strada, come sempre, tra entusiasmi e depressioni. Speranze e contraddizioni. Un emendamento che fa male, ma “a fin di bene”. Stando a quanto sostiene il Premier Letta, sempre meno a suo agio nel difendere dalle critiche un emendamento che, al grido “Semplificazione!”, sembra invece complicare maledettamente la vita, già di per sé complicata, delle nostre università. La speranza per i nostri Rettori è che l’emendamento venga ripensato oppure cancellato in Senato  e che i tagli ai fondi FFO e alle università meritevoli vengano annullati.

© Riproduzione Riservata
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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto