Fisco: arriva nuovo redditometro: cos’è, come funziona, come difenderci – E alla fine dopo l’IMU, anche il redditometro è arrivato.
A dire il vero ad essere arrivato è il nuovo redditometro, in quanto il precedente esisteva già dal 1973 ed è stato potenziato nel 2010 con un Decreto Legge.
Quello che è entrato con forza, nella vita dei contribuenti italiani a partire dal primo agosto di quest’anno, è potenziato.
E’, infatti, del 31 luglio la circolare operativa delle Agenzie delle Entrate con le nuove istruzioni sul metodo di accertamento che ne ha decretato lo start.
Il nuovo redditometro prenderà in considerazione solo i periodi d’imposta che decorrono dal 2009.
Tuttavia anche per gli anni precedenti il vecchio redditometro continuerà a convivere, anzi a vivere, e non farà sconti. Ante 2009 varranno le vecchie disposizioni, anche se queste risultassero più favorevoli per il contribuente.
Il nuovo redditometro comparerà i redditi dichiarati dal contribuente, con le spese che avrà effettivamente sostenuto, e questi a loro volta saranno raffrontati con il reale tenore di vita. L’Agenzia delle Entrate specifica che avrà un “occhio vigile” “sugli scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata, ma solo se il gap è di almeno il 20%”.
Nella circolare, inoltre, le Entrate evidenziano come il nuovo redditometro non applica coefficienti alle singole voci, ma la spesa vale per il suo ammontare.
Vediamo quali sono le Posizioni Fiscali a Rischio – Saranno poste sotto osservazione le posizioni di quei contribuenti per i quali si è notato un significativo scostamento tra il reddito dichiarato e le spese sostenute rientranti tra quelle “certe”, ovvero presenti nell’Anagrafe tributaria o indicate dal contribuente stesso in dichiarazione dei redditi e le “spese per elementi certi”, ovvero le spese per mantenere i beni presenti in Anagrafe, quali l’abitazione o i mezzi di trasporto. Il tutto per incentrare il contraddittorio su dati oggettivamente riscontrabili.
Come Funziona il nuovo redditometro 2013 – La determinazione sintetica del reddito viene effettuata mediante un calcolo basato su alcuni “indicatori di capacità contributiva”:
- Vengono considerate tutte le spese di un certo tipo che sono a conoscenza del fisco le quali vengono moltiplicate per dei coefficienti legati alla “classe” attribuita al contribuente, sulla base di tre caratteristiche (composizione familiare, età, area geografica);
- La moltiplicazione delle spese per i coefficienti porta alla stima del reddito presunto.
- Dopo averlo determinato, l’Agenzia delle Entrate invita il contribuente a presentarsi di persona (o per mezzo di rappresentanti), per giustificare lo scostamento tra spese e reddito, fornendo dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento.
- Il contribuente può controllare preventivamente la congruenza tra spese sostenute e reddito dichiarato tramite Redditest, un software messo a punto dall’Agenzia delle Entrate.
- Scarica da qui: Decreto Redditometro
- Scarica da qui: Prospetto spese controllate dal redditometro
Il Doppio Contraddittorio – Sin dal primo incontro con l’Amministrazione, il contribuente può fornire chiarimenti sugli elementi di spesa individuati e sul proprio reddito:può provare, cioè, che le spese sostenute nell’anno sono state finanziate con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta oppure con redditi legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile.
In seconda istanza, può fornire elementi per la rettifica dei dati e per l’integrazione delle informazioni presenti nell’Anagrafe tributaria, dimostrare con prove dirette che le spese certe attribuite hanno un diverso ammontare o che sono state sostenute da terzi.
Qui il contraddittorio potrà chiudersi, se le indicazioni del contribuente risulteranno già esaustive.
In caso contrario, il contribuente verrà nuovamente chiamato al contraddittorio, con la quantificazione del maggior reddito accertabile e delle maggiori imposte e la proposta di adesione ai contenuti dell’invito. Solo se Amministrazione e contribuente non riescono a trovare l’accordo, l’ufficio emette l’avviso di accertamento.
Per ulteriori chiarimenti abbiamo parlato con Anna Concilio, dell’Agenzia delle Entrate
Dott.sa cos’è e quali funzioni ha il redditometro 2013?
“Il nuovo redditometro nasce da un profondo cambiamento previsto dal legislatore, ed è incentrato sull’adeguamento dello strumento accertativo ai mutamenti, intervenuti nell’ultimo decennio, del contesto socio-economico in cui si manifesta la capacità di spesa, sulla valorizzazione del contraddittorio con il contribuente, nonché sull’utilizzo del patrimonio informativo disponibile. Approvato a gennaio per decreto ministeriale ed entrato ora in vigore con la diffusione della circolare operativa, questo nuovo meccanismo permette di incrociare le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti con le spese effettivamente sostenute. L’obiettivo è quello di smascherare le situazioni in cui il reddito annuale dichiarato «non è coerente» con le spese sostenute nell’anno stesso.”
Il nuovo redditometro verrà attivato automaticamente?
“No. Il nuovo redditometro viene attivato nel momento in cui gli uffici delle Entrate, si accorgono degli scostamenti tra quanto il contribuente ha indicato in dichiarazione dei redditi e quanto ha speso per il suo tenore di vita nel corso dello stesso anno.”
Possono verificarsi tre casi:
- se lo scostamento è lieve il Fisco non interviene;
- se è invece un errore medio – oltre il 20% – chiede spiegazioni e convoca per un contraddittorio il soggetto sottoposto a controllo;
- se lo scostamento è enorme, ovvero se si possiedono tre case, due macchine di lusso , uno yacht e si sono dichiarati venticinquemila mila euro di redditi in un anno, il Fisco attiva controlli mirati e fa scattare un accertamento vero e proprio.
- Potrebbe chiarire quali sono le differenze fra speso metro e redditometro?
Lo spesometro è il sistema di controllo con cui i pagamenti vengono confrontati con la capacità contributiva del soggetto che li ha effettuati.
Con esso l’Agenzia delle entrate ha la possibilità di incrementare il numero di informazioni utili a quantificare la capacità di spesa dei contribuenti, puntando il riflettore su quei pagamenti che superano una certa soglia.
Per esempio tutti i soggetti con partita Iva (imprese, professionisti, esercizi commerciali) devono comunicare all’Agenzia delle Entrate ogni operazione rilevante ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello cui si riferiscono le operazioni.
Invece il redditometro è un metodo di riscontro dei redditi dei contribuenti che si basa non solo su spese realmente effettuate ma anche su elementi induttivi cioè basati su presunzioni di spesa.”
E per quanto concerne gli investimenti? Saranno monitorati anch’essi dal nuovo redditometro 2013?
“Da un certo punto di vista, si. Tra le “voci di spesa” molta attenzione sarà data agli investimenti.
In tal caso il nuovo redditometro considera gli investimenti al netto dei disinvestimenti dell’anno di riferimento e dei quattro precedenti. Facciamo un esempio un contribuente ha comprato una casa per 1 milione di euro ma ne ha venduta un’altra a 900mila euro, avrà avuto un incremento patrimoniale pari a 100mila euro. A tale incremento andranno sottratti i disinvestimenti netti dei quattro anni precedenti.
- Quali sono gli strumenti utili per “difenderci “ dalle indicazioni del redditometro?
- Conservare gli scontrini, le fatture, le ricevute: ovviamente non parliamo dello scontrino del caffè, ma sarà opportuno tenere da parte lo scontrino dell’acquisto di un televisore, le ricevute delle spese condominiali, le fatture della benzina.
Se avremo comprato una casa o una macchina, sarà fondamentale dimostrare con prove tutte le spese fatte per il mantenimento della casa o dell’auto;
- Preferire i pagamenti tracciabili. Evitare di pagare in contanti, soprattutto quando si tratta di spese grosse: usare carta di credito, bancomat o bonifico facilita il lavoro del redditometro, rendendo tracciabile chi paga e chi usufruisce di beni e servizi.”