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Anvur 2013. Dal rapporto anvur alla proposta Shock di Chiodi: Chiudere le Università Mediocri

R. C.
25/11/2024

Il 16 luglio scorso, com’è noto, ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca) ha presentato alla stampa gli esiti del primo esercizio nazionale di valutazione anvur relativo al periodo 2004-2010 necessari per produrre i cosiddetti “profili di qualità”, quelli in pratica utilizzati dal Governo per ripartire proporzionalmente risorse e finanziamenti tra gli atenei in base al merito.

La cosiddetta “premialità”, la quota di finanziamento statale destinata agli atenei più virtuosi, quelli che hanno conseguito cioè i risultati più ragguardevoli in materia di ricerca, qualità dell’insegnamento e collocamento post laurea.

Un esercizio di portata mai vista. Enorme la mole di dati contenuta nel Rapporto Finale Anvur 2013, che  ancora una volta ha tradotto in classifiche la VQR delle nostre Università.

Classifiche anvur di aree disciplinari, classifiche anvur di settori, classifiche di atenei e di dipartimenti hanno ritoccato le linee di demarcazione tra atenei piccoli, medi e grandi dello Stivale, distribuiti emblematicamente in due tronconi. Da un lato il Paradiso degli Atenei virtuosi, le “eccellenze”, contrassegnati da sospirato bollino verde, dall’altro il girone degli atenei viziosi, colpevoli di trascurare qualità e ricerca e perciò marchiati con un metaforico color rosso fuoco,

Ma come hanno reagito i nostri atenei alle temutissime pagelle ANVUR 2013? Ci si aspettava roventi polemiche e così è stato. Toni trionfalistici da parte dei “buoni”, brontolii e manifestazioni di dissenso dai “cattivi”. È questa la triste faida che si prepara per la spartizione del FFO (Fondo Ordinario di Finanziamento universitario 2013), il magro piatto a disposizione dei nostri atenei più “meritevoli” che aspirano ad accaparrarsi fondi di ricerca che facciano rifiatare i bilanci e soprattutto punti organico.

Finanziamenti, malgrado l’iniezione di liquidità promessa dal Governo  Letta (oltre 455 milioni di euro a decorrere dal 2013) ancora insufficienti ad accontentare tutte le tasche. Morale? Meno fondi alle mediocri per salvare le migliori. 

Laureata Triste

Precedenza dunque ai primatisti della speciale classifica Anvur, con buona pace di quelle università che, scontando gravi ritardi in fatto di ricerca e qualità della didattica secondo l’agenzia spesso per ragioni “storiche” (si pensi alle università del Sud) più che per effettivi demeriti, finiscono fatalmente per scivolare sul fondo della classifiche di rendimento e gravare sulla spesa pubblica fino a diventare, per qualcuno, una zavorra insopportabile per quelle realtà virtuose che da tempo, invece, forti di una programmazione seria, lavorano proficuamente all’avanzamento qualitativo proprio (e di riflesso dell’Università Italiana nel suo insieme) e all’abbattimento progressivo dei costi burocratici.

La soluzione? Per alcuni la strada da privilegiare rimane quella della razionalizzazione delle risorse e della premialità in base al merito e non alla “tradizione storica” che vuole l’università nostrana divisa in atenei di serie A ed Atenei di serie B, ma che incoraggi gli atenei a far bene con poco. Altri, invece, non ammettono tentennamenti di sorta. Bisogna eliminare i rami secchi. Tradotto: chiudere corsi di laura o, laddove la situazione non evidenzi progressi, interi atenei.

Governatore Chiodi

E dopo il rapporto Anvur 2013 arriva la proposta Shock del Governatore dell’Abruzzo Chiodi: “chiudere le Università mediocri fanalino di coda per Anvur, per salvare le eccellenze”. Un’idea che sembra andare molto di moda recentemente. Una presa di posizione che arrivata direttamente dal profilo Facebook del Governatore, che, sulla scia di quanto scritto nei giorni scorsi sul Corriere della Sera dal bocconiano Francesco Giavazzi, rilancia in poche righe la necessità di una crociata “governativa” alla mediocrità dei nostri atenei ponendo al centro la questione di un finanziamento “intelligente” che snellisca drasticamente e rapidamente i costi della macchina universitaria in funzione di uno scatto competitivo reale.“Crederò che il governo sia impegnato a ridurre le spese (per ridurre le tasse) quando Letta e Saccomanni si recheranno a Bari, Messina o Urbino per spiegare che chiudere le Università (in fondo alla classifica dell’Anvur) è nell’interesse dei loro figli.

È così che si lascia andare Chiodi, per il quale “non è frequentando una fabbrica delle illusioni che ci si costruisce un futuro. In un contesto inevitabile di rarefazione delle risorse pubbliche (già saccheggiate per decenni) ridurre i finanziamenti alle università mediocri è il modo per non farlo a quelle che mediocri non sono. Se questa logica diventasse patrimonio comune le Università sarebbero scoraggiate dal perseguire logiche baronali e punterebbero sulla qualità dell’insegnamento e della ricerca. L’esistenza di qualche eccellenza non può essere la scusa per la proliferazione della mediocrità”

Studenti Triste

Lo stesso Governatore dell’Abruzzo Chiodi non manca poi di indicare la rotta per uscire dall’impasse qualitativa, ricordando nelle sue dichiarazioni che…

anche un obamiano di ferro qualche tempo fa ha chiuso una cinquantina di scuole pubbliche scadenti. Si deve favorire un percorso di imitazione in senso qualitativo. Altrimenti la scadente qualità degli atenei continuerà ad essere tollerata se non perseguita per altri fini: baronie, posti di lavoro assistenziali che alla lunga peggiorano il sistema”

Le università “rimandate” da Anvur, intanto, alzano la voce, portando sul tavolo del dibattito la questione della legittimità o meno dell’utilizzo delle classifiche VQR come metro di giudizio “inoppugnabile” per decidere chiusure e declassamenti. Per molti rettori nostrani l’Anvur mancherebbe, infatti, di un’adeguata base scientifica. Una misurazione attendibile pretende, infatti, anche la misurazione di aspetti non valutabili quantitativamente ma che possono essere più importanti di quello quantificabili. Il mondo dell’università è una realtà troppo articolata, con una dimensione storica, geografica e generazionale diversa da ateneo ad ateneo che se non opportunamente considerata rischia di ridurre le statistiche ad un mero gioco di “premi e punizioni”.

In più la pubblicazione delle classifiche, sempre secondo i rettori, risponderebbe ad una logica strumentale evidentissima specie in un periodo delicato come settembre, il mese delle immatricolazioni Anvur, in altre parole, si sarebbe mossa in modo poco professionale, contravvenendo al proprio mandato di “terzietà” rispetto alle parti, allo scopo di favorire alcune università (meglio se storicamente affermate e del Nord) in vista delle iscrizioni per l’a.a. 2013-2014. Da strumento concepito col semplice scopo di identificare la presenza di eccellenze o lacune nei vari settori della nostra università, insomma Anvur si sarebbe trasformato in un’agenzia neanche troppo occulta di  “pubblicizzazione ” per  i pochi atenei designati aprioristicamente per occupare un ruolo di “eccellenza” nel panorama nazionale e dirigere su di esse il grosso delle immatricolazioni e dei finanziamenti governativi.

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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