Appena laureati si fa l’ingresso all’interno del mercato del lavoro, all’interno del quale bisogna di cercare sempre il meglio.
La laurea può essere spesa anche in ambiti lavorativi che non sono direttamente connessi con quel corso di laurea.
La figura del consulente del lavoro è accessibile a moltissimi ragazzi che sono usciti dal mondo universitario e sono entrati nel mondo del lavoro. Cerchiamo di capire chi sia e cosa faccia un consulente di lavoro.
Il consulente del lavoro si occupa di tutti gli aspetti relativi alla burocrazia connessi al personale di un’azienda.
In particolare, gestisce le pratiche connesse alla creazione, alla definizione ed all’evoluzione di un rapporto di lavoro. Alla tenuta delle procedure contabili, economiche, giuridiche assicurative, previdenziali e sociali che un rapporto di lavoro comporta.
Come fare il consulente del lavoro: cosa fa e come fare per esercitare questa professione
Il consulente in materia di lavoro fornisce varie informazioni ai suoi clienti sugli adempimenti in materia di lavoro. Previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori. Si occupa dello studio e della gestione dei criteri e delle modalità di retribuzione. Della tenuta del libro e dei prospetti paga, del calcolo dei contributi Inps, Inail e delle altre casse di previdenza. Della redazione dei modelli Cud e della soluzione delle controversie di lavoro.
Per poter adempire a questi doveri al massimo delle possibilità, un consulente deve avere una conoscenza sempre aggiornata delle norme retributive, fiscali, previdenziali e assistenziali relative al rapporto di lavoro. Deve quindi saper applicare le leggi e fornire informazioni corrette ai clienti sul loro rispetto. Non tutto può essere studiato, dal punto di vista personale. Un buon consulente del lavoro è concreto, preciso, orientato al cliente e al problem solving.
Per arrivare ad esercitare la professione di consulente lavoro, occorre possedere un diploma di ragioneria o avere conseguito la laurea triennale per Consulente del Lavoro. O ancora la laurea in giurisprudenza, economia e commercio o scienze politiche.
Quasi la totalità delle università italiane ha istituito da anni diversi corsi di laurea che istruiscono e formano i ragazzi a divenire un consulente lavoro. I laureati durante il corso di laurea per Consulente del lavoro hanno una conoscenza approfondita di tutti gli aspetti interconnessi con il settore gius-lavoristico e la capacità di applicare la normativa del settore. Possiedono anche competenze negli ambiti storico-filosofico, privatistico, costituzionalistico, processualistico, economico e sociologico.
Per chi volesse divenire un consulente, ma non ha frequentato questo corso di laurea può consultare questo elenco di lauree valide ai fini dell’iscrizione nel registro dei praticanti.
Titolo per fare il consulente del lavoro: titolo di laurea appartenente classe
- 2 delle lauree in scienze dei servizi giuridici;
- 15 delle lauree in scienze politiche e delle relazioni internazionali;
- 17 delle lauree in scienze dell’economia e della gestione aziendale;
- 19 delle lauree in scienze dell’amministrazione;
- 28 delle lauree in scienze economiche;
- 31 delle lauree in scienze giuridiche.
- Titolo di laurea specialistica appartenente a:
- 22/S delle lauree specialistiche in giurisprudenza;
- 64/S delle lauree specialistiche in scienze dell’economia;
- 70/S delle lauree specialistiche in scienze della politica;
- 71/S delle lauree specialistiche in scienze delle pubbliche amministrazioni;
- 84/S delle lauree specialistiche in scienze economico-aziendale;
- 102/S delle lauree specialistiche in teoria e tecniche della formazione e dell’informazione giuridica.
Terminati gli studi, occorre effettuare un periodo di praticantato di almeno due anni presso un consulente del lavoro iscritto all’albo oppure presso un altro professionista come un avvocato, un commercialista o in ragioniere.
Documentazione utile e da presentare per fare il consulente del lavoro
La domanda d’iscrizione nel registro dei praticanti deve essere redatta e presentata al Consiglio dell’Ordine, nell’ambito territoriale presso il quale svolgerà il praticantato.
Alla domanda d’iscrizione si dovrà allegare:
- Certificato di nascita. Di residenza. Di cittadinanza di uno Stato membro UE o di uno Stato estero a condizioni di reciprocità;
- Certificati dei carichi pendenti rilasciati dalle competenti procure della Repubblica presso il Tribunale e presso la Pretura;
- Certificato del Casellario giudiziale;
- Originale, copia autenticata o certificazione del titolo di studio richiesto;
- Dichiarazione del professionista che attesti l’ammissione alla pratica nel proprio studio. Certifichi i requisiti soggettivi di cui al secondo comma del presente articolo. Nonché il numero di praticanti presenti nello studio;
- Ricevuta del pagamento del contributo “una tantum” per l’iscrizione al registro e ricevuta attestante l’avvenuto pagamento del contributo annuale nelle misure stabilite dal Consiglio Provinciale ai sensi dell’art. 7 del D. Lgs. 23.11.1944 n. 382;
- Due foto formato tessera firmate dall’interessato;
- La dichiarazione di non svolgere praticantato per altre attività professionali.
- I candidati dovranno presentarsi muniti di valido documento di riconoscimento.
Il praticantato può essere svolto nello studio professionale di un consulente del lavoro iscritto all’Albo da almeno due anni. Si può anche svolgere il praticantato presso un professionista iscritto nell’Albo degli Avvocati e Procuratori Legali o dei Dottori Commercialisti o dei Ragionieri e Periti Commerciali. A patto che abbia effettuato la comunicazione di esercizio della professione di consulente di lavoro. Da almeno tre anni, alla Direzione Provinciale del Lavoro.
Abilitazione ed esame per fare il consulente del lavoro: come funziona
Occorre infine superare l’esame. L’esame si svolge ogni anno in ogni capoluogo di regione. La domanda di ammissione all’esame deve essere redatta in bollo da € 16. Compilata e firmata. La domanda dovrà essere consegnata o inviata con raccomandata A/R alla Direzione regionale del lavoro della regione d’interesse. Alla domanda si dovranno allegare:
- ricevuta di versamento attestante il pagamento della tassa di € 49,58;
- fotocopia del documento di riconoscimento;
- dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà relativa al compimento del prescritto periodo di praticantato.
Appena superato l’esame si accederà all’albo d’iscrizione per il consulente lavoro e si può iniziare ad esercitare. I consulenti del lavoro, in media, hanno avuto un volume di affari di 100.360 euro. Essendo dei liberi professionisti i consulenti del lavoro possono guadagnare in maniera differente a seconda del loro giro d’affari e per quante aziende curano gli interessi, più aziende più guadagni.
Consigli del presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro: ecco cosa fare
Per qualche consiglio in più ascoltiamo le parole del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro Marina Calderone.
Cosa consiglia ai ragazzi che vogliono intraprendere questa carriera?
La preparazione accademica è indispensabile. Lo studio delle materie giuridiche ed economiche. Oltre a quelle sociologiche, sono alla base del corretto svolgimento del nostro lavoro. Cercare di conoscere ogni aspetto dei campi all’interno dei quali si muove il consulente del lavoro, permette assicurare l’ottimo svolgimento della professione.
Lo svolgimento di due anni di praticantato sono indispensabili per diventare un consulente del lavoro. Qual’è la sua importanza e come aiuta il futuro consulente?
Durante il praticantato è possibile mettere in atto tutto ciò che si è appreso durante l’università o gli studi precedenti. L’esperienza è importante tanto quanto la preparazione e il praticantato è una parte indispensabile della formazione del consulente del lavoro. Con la pratica l’aspirante consulente potrà entrare in confidenza con ciò che concerne la sua futura professione.
Il superamento dell’esame è la parte finale e più importante. Cosa consiglia a chi dovrà affrontare l’esame?
Studio e lavoro. Lo studio delle materie giuridiche, sociologiche ed economiche. Il lavoro duro e l’impegno elevato durante il praticantato. Concentrandosi e impegnandosi al massimo delle proprie possibilità. Il successo dell’esame non sarà una missione impossibile.