Il pluripremiato Executive Creative Director di Young&Rubicam Vicky Gitto svela ai giovani aspiranti creativi i segreti del suo successo e come diventare Creative Director Oggi.
La pubblicità. Un mondo che affascina, intriga, seduce. Un mondo coinvolgente che non lascia scampo neanche ai più recalcitranti nel suo “fare” accattivante.
Quando poi lo spot, le immagini o il messaggio sono quelli giusti… tutti finiamo per cadere prima o poi “in tentazione”, vittime appassionate di slogan o motivetti.
Ma cosa c’è dietro la comunicazione pubblicitaria?
Chi sono questi “strani” personaggi che silenziosi orientano i nostri consumi, i nostri gusti, le nostre scelte? Universi variegati di expertise e passione, è la risposta.
E soprattutto, mondi speciali, abitati da persone “specialmente” creative come gli art creative director. Come Vicky Gitto, pluripremiato creative director dell’anno, che ci racconta di questo mondo che continua a donare sogni, pur promuovendo oggi più verità.
Vicky Gitto e il racconto del suo successo internazionale. L’uomo degli spot “detta” le sue personali linee guida per aspiranti art e creative director, perché ciascuno conquisti il proprio sogno “creativo”.
Come diventare creative director pubblicitario per Vicky Gitto executive vice president
Oggi sei Executive Vice President – Group Executive Creative Director in Y&R Brands, ma hai iniziato la tua carriera in BGS D’Arcy come copywriter. Cosa né rimasto di quel giovane Vicky Gitto pieno di sogni nel cassetto?
“La mia carriera é stata molto veloce. Ho fatto molta fatica ad entrare nel mondo del lavoro all’inizio. Ho cominciato così a lavorare da free lance in vari contesti per qualche anno. Quando ho vinto la prima edizione dei Giovani Leoni sono finalmente entrato a far parte di una grande agenzia. Sono arrivato in agenzia con una gran voglia di fare accumulata “per strada”, ma anche con il desiderio di lavorare sul serio, aggressività positiva e la voglia di mettermi in gioco. La BGS fu una vera spinta verso la concretezza. Di sicuro con me portavo un background fatto di esperienze non ovattate e questo mi ha aiutato nel percorso di crescita. Un percorso quasi vorticoso, che mi ha portato poi a cambiare diverse agenzie e ad arrivare a dove sono oggi.”
Hai lavorato prima da freelance e poi in diverse agenzie. È questo il percorso consigliabile per chi volesse intraprendere la stessa tua strada e diventare creative director?
“Ho fatto dei percorsi. Ho cambiato agenzia ogni 4 anni, quasi con cadenza matematica. Ci sono due logiche: nel nostro lavoro é fondamentale il cambiamento per entrare in contatto con clienti, filosofie di lavoro e team diversi per acquisire di volta in volta esperienze che possano arricchire il tuo portfolio di conoscenze e esperienze.” – Dice Vicky Gitto –
“Dall’altro il cambio di agenzia ti consente di crescere anche professionalmente. Di ottenere più risultati attraverso un percorso variegato. Il cambiamento é fondamentale per aggiornarsi e cambiare anche categorie merceologiche. Ogni esperienza è stata fondamentale per arricchire questo puzzle fin dove sono arrivato. All’inizio il cambiamento è la risposta alle richieste del mercato, ma quando diventi forte nel tuo lavoro, sei tu a poter cercare e scegliere cosa fa più al tuo caso.”
La formazione del Creative Director: scuola e università da seguire
Esiste una facoltà universitaria per diventare creative director
“Che esista qualcosa in grado di formare in questo modo complesso non so, ma la cosa da farsi è quella a cui io ho rinunciato. Io orgogliosamente sono rimasto nel mio paese e ho cercato di fare la differenza qui.”
“Oggi, però, se fossi un giovane ventenne, farei carte false per andare all’estero, dove tutto ciò funziona.”
“Mi setterei su un approccio più globale e internazionale. Non starei a morire qui per qualcosa che all’estero in poco tempo ti può cambiare la vita. Se vuoi fare la differenza devi andare all’estero.”
Nasce prima la vena creativa, basta lo studio e la preparazione, o l’esperienza creativa può essere sufficiente per diventare un art e creative directord oggi?
“C’è una componente di intuito, di talento e di sensibilità congenita che comunque devi alimentare con la conoscenza, le esperienze da fare assolutamente all’estero. É un problema di timing. C’è una tale velocità nell’evoluzione delle cose e, all’estero una capacità a starci dietro alla stesso ritmo unica. In Italia siamo più rallentati. È un problema strutturale su cui non puoi intervenire.
“C’è una regola banale che dice “devi essere dove le cose accadono” e in questo momento in Italia non c’è nulla di importante che sta accadendo e che potrà accadere di buono. Alla fine mi sono reso conto che è molto semplice: devi solo capire dov’é che sono le cose, e quali siano le regole base perché le cose possano funzionare nella tua vita. Inutile stare a perder tempo in un paese che in questo momento ha un’economia disastrosa e che ha una classe politica che non sa neanche da che parte andare”.
“Io ho sempre creduto in quello che ho fatto e ho voluto fare la differenza nel mio paese, per il mio paese e per il settore che rappresento. Sarei stupido a dire “insisti fino alla morte” a un giovane che sta cominciando. Ma al contrario gli direi “vai dritto dove la cose accadono”.”
Università, triennale e/o specialistica, magari un master. Qual è il quale percorso di formazione da preferire per diventare creative director secondo Vicky Gitto?
“Università, poi immediatamente estero. Per me la formazione è fondamentale. L’università può bastare. I giovani oggi dovrebbero essere a mio parere, più aggressivi. Avere più voglia di fare e non crogiolarsi nella convinzione che non funzioni nulla. Essere meno conservatori, muoversi di più.”
Oggi un aspirante creative director dovrebbe fare necessariamente più “gavetta” presso agenzie più piccole e meno rinomate o puntare immediatamente a qualcosa di importante come Young&Rubicam?
“Questo lavoro si alimenta di una sola droga: la passione. La convenienza di lavorare in un posto piuttosto che un altro non si può prevedere. Puoi passare da un posto all’altro per una vita intera rischiando di non arrivare da nessuna parte. Questo lavoro è una reale scommessa. Ti può dare orizzonti che non avresti neanche immaginato quando inizi, come lanciarti in contesti internazionali, ma al tempo stesso può inchiodarti per tutta la vita a fare impaginazione per il negozio sotto casa.
“È una roulette. La passione è la creatura di questo lavoro. Se sei appassionato visceralmente, la passione è la benzina che alimenta il percorso. Ovviamente il talento e un pizzico di fortuna, oltre che la lucidità nel fare le scelte giuste al momento giusto, diventano determinanti.”
Ma parliamo sempre di qualcosa che non è per tutti, soprattutto oggi per questi “tempi” che corrono e che soccombono ogni aspirazione. Basta pensare a ciò che sta accadendo in McCann che ha tagliato il 30% dei dipendenti…
“Quello é un enorme problema col quale ci confrontiamo tutti i giorni sul mercato. L’offerta ad ogni costo e di qualsiasi servizio ha decrementato la professionalità di questo lavoro. Da consulenza offerta di un certo livello, finisce per diventare una mera commodity per chi non riconosce la qualità. Questo ha fatto sì che i budget delle agenzie fossero sempre più bassi: il modello di business delle agenzie non ha retto”.
“Oggi occorre avere nel portfolio grandi brand in grado di percepire la qualità, ma essere soprattutto forti sul new business e mantenere nel tempo i clienti con cui ha costruito dei percorsi di successo. Molte agenzie per anni hanno contato su importanti budget internazionali non sviluppando una cultura aggressiva sul territorio. Comprimendosi il mercato non sono state in grado di aggredire il mercato con delle proposte più dinamiche per creare nuove opportunità.”
Hai portato avanti il tuo sogno “creativo” anche quando alle selezioni dell’accademia, un docente ti disse “Vicky Gitto, mi dispiace, ma non fa per te”…
“Quello è stato uno dei momenti più bassi del mio percorso, anche se mi ha insegnato a non avere mai arroganza rispetto ad un giovane che vuole fare questo lavoro. Spesso incontri persone che effettivamente non hanno nel loro portfolio nulla per cui consigliare di andare avanti. Ma non si possono giudicare i sogni e di desideri. Ognuno fará le proprie scelte e potrà capire a proprie spese, se ha senso la strada intrapresa. A qualsiasi livello tu sia, non devi importi con il tuo pensiero inficiando i desideri di un’altra persona. Io non do mai giudizi su chi possa o non possa fare questo lavoro. E farlo é per me da ignoranti. Se io avessi ascoltato quel consiglio quella persona avrebbe impedito il mio percorso importante e soprattutto felice. Perché il mio lavoro mi piace da impazzire con tutte le rogne che porta con sè.”
Le iniziative Young&Rubicam e Creative Director Vicky Gitto
Young&Rubicam e Creative Director Vicky Gitto sempre pronti a sostenere il mondo della formazione e delle università e a promuovere iniziative per stimolare la creatività. É il caso del programma “Acquamica nuoto anch’io Arena”, o il concorso nato dalla collaborazione NABA e Y&R che invitava gli studenti a interpretare il messaggio “Dove C’è Pasta c’è…” di Barilla.
Come e perché nascono queste iniziative?
“Il mondo della comunicazione si è chiuso in se stesso. Io quando sono entrato in questa agenzia ero convito della necessità di aprirsi al mondo fuori e a quello che accade oltre le agenzie. Questo ci ha spinto da un punto di vista strategico e di posizionamento dell’agenzia su tutta una serie di tematiche sociali e progetti importanti per le persone e per la formazione, su cui abbiamo investito energie e risorse. Questo é necessario perché se un’agenzia non ha spinotti perennemente collegati alla realtà rischia di diventare una rocca isolata distante da tutto il resto.”
Stato di empasse economico: i giovani sono sempre più spaesati e spaventati dal futuro.
Se Vicky Gitto dovesse raccontare creativamente la crisi ai giovani per sollevarli dalla paura del futuro e perché affrontino anche la scelta universitaria con serenità, come lo farebbe?
“Il problema principale riguarda il grosso gap tra le persone e il mondo della politica.”
“Distanza non facilmente colmabile. Per spiegare la situazione farei un’azione di marketing esperienziale per avvicinarli alle reali problematiche del mondo del lavoro”.
Creerei delle occasioni vere perché i giovani possano vivere direttamente quella legge o situazione per capirla, entrandoci in contatto diretto. Poi passerei ai canali tradizionali per supportare il messaggio. Non farei il percorso inverso.” – conclude Vicky Gitto –
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
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