Arrabbiato, deluso, amareggiato. E’ questo l’umore di Mariano Ferro mentre prova a raccontare con logica e razionalità il perché dello sciopero dei Forconi.
Lampante la sua emozione e la sua voce adirata, ma al tempo stesso vibrante di sentimenti positivi. Il ricordo di quel che era. Consapevole di ciò che non sarà. Ma certo, Mariano, che qualcosa si può ancora fare.
C’è possibilità ancora di intervenire per il leader del movimento dei Forconi. C’è ancora tempo di arrivare in alto e di provare a fare la voce “grossa” con la serrata nazionale che prenderà il via la notte dell’8 dicembre. Mariano Ferro non accetta di poter lasciare ai suoi figli solo la voglia di rivalsa e di combattere un sistema ingiusto. Lo deve ai suoi figli, a suo padre, e a tutto il popolo italiano vittima di questo stato economico e finanziario senza via di uscita. Che uccide, e non solo metaforicamente. Che distrugge vite, speranza e voglia di creare o semplicemente conservare combattendo per difendere quello che si è costruito da generazioni. E’ tempo di combattere e prendere in mano la situazione. Non si può soccombere, e ci spiega il perchè.
Sulla notizia del blocco e dello sciopero c’é stato molto parlare e spesso le notizie sono state fuorvianti. Può raccontarci lo stato dell’arte del vostro programma di sciopero? Cos’è che ha visto revoca effettivamente, oltre a qualche sigla sindacale?
“Il blocco dal 9 al 13 dicembre è confermato per l’autotrasporto. Noi non abbiamo una data di “scadenza” invece e ci piace dire e pensare che la data di fine sciopero debba darcela il Governo. Questa volta non è la vertenza di gennaio 2012. Questa volta è veramente una vertenza sociale. Noi siamo riusciti a mettere insieme in questa vertenza la sinistra estrema e la destra estrema, i polentoni e i terroni. C’è di tutto di più e siamo riusciti a fare questo miracolo. Per un motivo molto semplice: ci unisce la voglia di demolire un sistema di cui non ne possiamo più perché non ce la fanno più quelle che sono le persone normali, quelle che vanno a lavoro e che hanno magari un’impresa.” – dice Mariano Ferro –
“Sicuramente c’è una parte del sistema che é più fortunata e vive bene o che non ha problemi e che probabilmente si sentirà disturbata dalla nostra protesta e dai disservizi che deriveranno da questo sciopero. Purtroppo c’è una una cosa del nostro paese. Ci siamo abituati a tutto: manifestazioni, sit in, sciopero, raccolte firme: cose che riguardano una democrazia moderna ma che il nostro Governo non guarda più e non bada più a come intervenire per alleggerire le imprese e creare occupazione. Questo paese è preda di tutto ciò che arriva dai paesi emergenti e dal far west della globalizzazione. Un paese allo sbando. Senza regole, senza un programma politico vero. Perché ormai regnano solo gli affari personali, l’autoreferenzialitá, ed è abbandonato questo povero popolo italiano a se stesso. Chi si vuole suicidare lo faccia pure, chi vuole andare all’estero altrettanto. Siamo liberi di fare ciò che vogliamo anche se, a distanza di 60 anni siamo tornati sotto una dittatura moderna, finanziaria e fatta da un’oligarchia di potere e nulla deve toccare ciò che credono sia loro.” – Continua Mariano Ferro –
“Questa é l’Italia di oggi. Non si può continuare in questa maniera. Il popolo italiano ha subito il lavaggio del cervello per 20 anni e così sono riusciti ad assiderare principi e valori e, nemmeno una notizia di un suicidio fa più scalpore. Il vero scandalo è che non ci scandalizziamo più di niente. I Forconi, sono un modo per incontrarsi e provare a trovare una soluzione, un gruppo che ha visto bussarsi alla porta parte gente di ogni estrazione che ha ci ha detto di essere con noi. Vogliamo demolire un sistema con questo sciopero. Detto questo: o ci danno le risposte alle vertenze presentate negli anni che hanno ricevuto solo promesse, o c’è una sola strada che è quella che sta per arrivare. Tutti a casa. Occorre ripristinare una vera democrazia dove il popolo per davvero possa scegliere i propri rappresentanti al potere. La prima battaglia sarà contro la dittatura finanziaria. Ci hanno spiegato il buono della globalizzazione, dell’Europa e di tutti i vantaggi connessi. Un racconto stupendo ma tutto si è risolto in un massacro dell’economia nazionale e del popolo. Oggi è arrivato il momento di dire basta a questo modo di vivere e fare protesta e sciopero. Vedremo cosa accadrà il 9 e quanti saremo nei giorni a seguire. Gli italiani capiranno che sta succedendo qualcosa di anomalo e diverso dal solito. E ciascuno avrà la possibilità di vomitare tutti i rospi ingoiati per vent’anni.”
Lei sta promuovendo con questo sciopero, dunque, una vera e propria rivoluzione dal basso che possa sovvertire l’empasse nazionale e sopratutto economico e finanziario. Ma è consapevole però, che il nostro Governo è sordo. Pensa possa bastare una sola settimana di sciopero e protesta?
“Occorrerà un’azione a catena e molto forte. Sarà forte. Non è detto che sarà una settimana di sciopero e non lo sarà. Potrebbe durare anche fino a Natale. Non si può escludere che accadrà… tantomeno che non accadrà. In Grecia, e nn siamo così lontani dalla sua situazione, hanno inviato 150 miliardi da Bruxelles per rimediare al dissesto finanziario della nazione. È possibile allora anche chiedere all’Europa 2/300 miliardi per rilanciare l’economia in Italia? Al contrario siamo noi a dover renderne sempre all’Unione Europea a causa del debito pubblico. Idem Basilea che non ci consente nemmeno di tenere mille euro in tasca. Continuiamo a dare solidarietà ad altri stati. Occorre una nuova classe politica che agisca e ragioni diversamente. Ma il problema è che noi in Italia un colpo di stato lo abbiamo già vissuto: quello dell’informazione che è la prima cosa di cui si assume il controllo nei colpi di stato e nelle dittature. Noi abbiamo lasciato la televisione pubblica nelle mani di pochi che hanno condiviso un’oligarchia e si sono spartiti la destra e la sinistra. Ma è possibile chiedere le cure al medico che ti hanno portato alla morte?”
– Dichiara Mariano Ferro circa lo sciopero dei Forconi – “Non credo sia una cosa normale. Ed è per questo che c’è bisogno di qualcosa di forte. Di molto forte. Che in Italia sta per accadere. Il nostro sciopero.”
Lei sta prospettando qualcosa di grande con lo sciopero e la manifestazione dei Forconi, cosa a cui l’Italia non è più pronta. Noi tendiamo a parlare di rivolta e a giocare con le proteste…
“È questo a cui ci siamo abituati. Che alternativa c’è? Noi vorremmo fare la rivoluzione mantenendo le mani in tasca o come pensano alcun folli spaccando vetrice o altro. Quello farebbe solo un piacere al sistema. Poi la televisione riporterebbe solo quelle immagini e non della vera protesta. Oggi c’è bisogno della gente che lavora dalla mattina alla sera e che crede nella possibilità del cambiamento e di scrivere un pezzo di storia. Se così non fosse lei non mi avrebbe intervistato alle 23:30 di sera per chiedermi di questo sciopero. Se avessimo indetto una normale manifestazione, di quelle “autorizzate” direttamente a Roma non avremmo avuto la stessa risonanza. Cosa potremmo fare a Roma? Uno di quegli scioperi finti tipo quelli della Cgl o della Cisl? Se non risolviamo le cose per legge, perché la legge è giusta, qual benefici potremmo mai ottenere? Questo paese ha fatto ridere il mondo! Questa volta l’Italia farà davvero parlare il mondo che potrà dire che finalmente gli italiani hanno messo su le palle!”
La fase di preparazione alla serrata e sciopero dei Forconi sta già sollevando tanti polveroni ancora prima di concretizzarsi. Ha ricevuto qualche “richiamo” dall’alto nel frattempo?
“La cosa che fa impazzire tutti è la convinzione che dietro tutto questo ci sia qualcuno o qualcosa. Cercano di trovare degli scheletri negli armadi.”
Forse perché siamo abituati noi italiani a pensare che qualcosa di così “grosso” non possa innescarsi così facilmente e autonomamente, oserei dire…
“Chi sa la nostra storia, come le questure del nostro territorio, sa come noi ci siamo mossi finora in tutta Italia. A chi mi chiede chi mi finanzia gli spostamenti in tutta Italia, potrei far vedere i biglietti aerei e raccontare che amici, conoscenti e sostenitori mi stanno supportando senza che io chiedessi. Ci stiamo muovendo così aiutandoci reciprocamente. Ma non ci crede nessuno ma a noi non importa. Sai chi mi ha pagato il biglietto per Torino? Dei giovani, disoccupati, che mi hanno chiamato per partecipare alla manifestazione e unirsi alla nostra protesta. È impressionate. Ci sarebbe da scrivere un libro e probabilmente lo scriveremo. Sta per accadere in Italia un nuovo capito di storia. E sarà così. Metteremo insieme fascisti e comunisti. Quelli che credono in qualcosa come un tempo. Sperando che nessuno litighi! Ma nulla potrà sminuire quello che accadrà! Dobbiamo riprenderci la dignità da veri esseri umani.” – Conclude Mariano Ferro –