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Oggi sciopero forconi con blocchi e presidi: ecco i dettagli

R. C.
14/12/2024

Lo sciopero previsto il 9 dicembre, che già aveva creato moltissime tensioni al momento del suo annuncio, continua a scatenare polemiche.

I sindacati che si sono dissociati dallo sciopero del 9 dicembre. Anche AIAS e Forza D’Urto, rappresentate da Pippo Richici e Carmelo Lampuri, hanno revocato lo sciopero del 9 dicembre, a seguito dell’incontro tenutosi presso la Prefettura di Catania, durante il quale è stato raggiunto, nella giornata del 6 dicembre, un accordo con i governi nazionale e regionale.

I risultati ottenuti dalle due organizzazione sono, innanzitutto, l’ottenimento di una rappresentanza delle regioni Sicilia e Sardegna nel Comitato Nazionale dei Trasportatori, e l’impegno per il ripristino a 30 giorni dei pagamenti alle imprese.

I motivi della revoca dello sciopero del 9 dicembre. Le due organizzazioni, a mezzo dei loro rappresentanti, rendono noto che, seppur di natura obiettivamente modesta, gli accordi raggiunti costituiscono una base importante per poter costruire un dialogo costruttivo e proficuo con le istituzioni, e altresì un segnale importante della disponibilità del governo per intervenire a favore della categoria.

La revoca dello sciopero del 9 dicembre, quindi, si profila come un atto distensivo importante, anche e soprattutto alla luce dei gravi disagi che questo stesso sciopero, previsto per una durata non inferiore ai 3 giorni, porterà alla popolazione e al sistema dei trasporti.

Il Movimento dei Forconi ha confermato lo sciopero del 9 dicembre. D’altra parte però Il Movimento dei Forconi, guidato dal siciliano Mariano Ferro, insieme alle altre organizzazioni di lavoratori che hanno aderito all’appello di mobilitazione nazionale, non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro, confermando lo sciopero. Ferro ha diramato, tramite la propria pagina Facebook, una lista di contatti telefonici a cui fare riferimento per poter prendere parte attivamente alla protesta: segno che nella sua regione, la Sicilia, si è giunti ad un coordinamento più efficace e capillare della protesta, senza il quale la stessa sarebbe del tutto inutile.

I problemi riscontrati per l’organizzazione dello sciopero del 9 dicembre. Uno dei primi problemi sorti  infatti, legati allo sciopero, nato come iniziativa spontanea di movimenti di cittadini ed imprenditori, è stato proprio quello dell’organizzazione logistica delle manifestazioni, del reperimento di informazioni utili (funzione perlopiù assolta dal tam tam sul web) e delle modalità nella gestione dei presidi.
Le prime pagine di raccolta adesioni, su Facebook, erano innumerevoli e dispersive, e questo purtroppo non ha giovato ad una studiata e proficua pianificazione della contestazione: in molti hanno lamentato la mancanza di univocità, chiarezza e affidabilità delle indicazioni su presidi e punti di contatto per i blocchi.

Si è però provveduto a creare una pagina apposita per sopperire alla lacuna iniziale, dove raggruppare link e informazioni utili, che segnaliamo di seguito per chiunque volesse avere maggiori delucidazioni sull’organizzazione e i dettagli logistici della sollevazione.

Info sui blocchi tir e sui presidi Forconi. Da qui si possono consultare la mappa dei presidi Forconi sul territorio nazionale, disseminati da nord a sud su tutto il territorio nazionale; i gruppi di coordinamento regionali, ai quali fare riferimento per unirsi ai manifestanti; i gruppi cittadini di appoggio; le indicazioni sulla natura della protesta, con tanto di codice di comportamento.

Di seguito la lista dei presidi e la mappa relativa.

Quella che era partita come una manifestazione con una fisionomia “fai-da-te” si è rivelata invece molto strutturata e compatta.

Scopo dello sciopero del 9 dicembre, lo ripetiamo, della contestazione, che già da stanotte andrà in scena, è quello di creare disagio (come ogni sciopero, del resto, si propone di fare), ma nel rispetto del principio essenziale e fondante della non violenza. Anche se il codice di comportamento e le dichiarazioni pubblicati sul sito di riferimento lascia delle perplessità circa l’effettivo rispetto di tali principi.

Il rappresentante della LIFE presenta gli organizzatori dello sciopero come Associazioni Libere dai Partiti, annunciando che dal 9 dicembre l‘Italia si fermerà tutta per dire basta allo scempio quotidiano “che ci viene mostrato da anni. Contro la corruzione e la collusione con la mafia della classe politica”: politica sinonimo di casta, mantenuta con i soldi di imprenditori vessati da un fisco sempre più pressante e iniquo.

Danilo Calvani

Danilo Calvani, che fa le veci dei Comitati Riuniti Agricoli (Cra) si esprime, rincarando la dose, con toni duri nei confronti della dirigenza politica, richiamando, da una parte, ai principi di non violenza e civiltà che la manifestazione, di cui egli stesso è promotore, si fregia, dall’altra invitando addirittura le forze dell’ordine a non tradire, come invece hanno fatto e fanno i politici corrotti, la Costituzione, ad allearsi, in buona sostanza, con la popolazione in rivolta (pacifica). Grande confusione di propositi quindi: per un verso un presunto pacifismo, per un altro lo sprono alla sobillazione per il rovesciamento dell’ordine costituito.

Il professarsi liberi da afferenze di sorta con qualsivoglia partito non è cosa nuova nel panorama della politica italiana: negli ultimi anni è stato un leit motiv cavalcato da molti, soprattutto per evidenziare una distanza sempre più ampia tra la società civile e la rappresentanza istituzionale.

Purtroppo, però, la mancanza di chiarezza insita nello slogan “né di destra né di sinistra” ha prestato il fianco ad appropriazioni indebite e a strumentalizzazioni del malcontento popolare da parte di frange estremiste, soprattutto di destra: la polemica di questi giorni sulla vicinanza e il sostegno da parte di Forza Nuova allo sciopero indetto per il 9 dicembre ne è la prova.

Sul sito di FN infatti si legge, per mezzo di una dichiarazione di Roberto Fiore: “Forza Nuova aderirà alla protesta dei lavoratori italiani che inizierà la notte dell’ 8 dicembre e si protrarrà attraverso una serie di manifestazioni e di blocchi in tutta Italia. Sulla scia, infatti, di ciò che avvenne due anni fa in Sicilia e in tutto il centro-sud, agricoltori, autotrasportatori, commercianti, imprenditori e disoccupati scenderanno di nuovo in piazza, a partire dall’ 8 dicembre, con le loro specifiche rivendicazioni, e con alcune richieste fondamentali che saranno il comune denominatore di questa lotta: la sovranità monetaria, l’ eliminazione delle accise sulla benzina e il blocco delle provvedimenti esecutivi di Equitalia ”

Quello che dovrebbe proporsi come un momento di unione civile e di riscoperta, anche se claudicante sotto il profilo più strettamente legato all’impalcatura teorica, del senso civico popolare, viene bersagliato e svilito proprio perché lacunoso rispetto alla prospettiva ideologica.

I propositi dello sciopero sono squisitamente politici, e checché se ne dica il Movimento dei Forconi si costituisce come forza alternativa nel panorama dell’arco costituzionale, dotato come è di un preciso statuto, ma la mancanza di schieramento (o presunta tale) lo pone in balia di quegli stessi professionisti della protesta tanto osteggiati, in cerca di consenso e di una occasione per creare confusione e disagio.

Anche le dichiarazioni in contrasto con le maggiori sigle sindacali nazionali del leader del Movimento Mariano Ferro, dopo la comunicazione da parte delle Prefetture di Catania, Ragusa, Siracusa e Messina che vietano i blocchi, hanno contribuito ad accentuare i lineamenti estremisti dell’iniziativa: “Sono rispettoso delle istituzioni, ma ci chiedono di fare le manifestazioni come fanno quelli della Cgil, Cisl e Uil. Purtroppo per noi è una manifestazione vera, non finta, quindi non possiamo adeguarci”. Disposti a tutto, insomma, anche a farsi arrestare, anche a darsi fuoco: “qualche migliaio di persone potrebbero darsi fuoco mettendo la benzina davanti alle Prefetture. Stiamo riflettendo sul da farsi”.

L’adesione allo sciopero del 9 dicembre. A fronte delle notizie di minacce ricevute da negozianti ed esercenti della zona del torinese, intenzionati a non aderire alle giornate di blocco, gli organizzatori tranquillizzano e prendono le distanze. Zunino, responsabile de I Forconi a Torino, parla di gruppi isolati che vogliono solo esasperare la situazione e solleva il Movimento da ogni responsabilità circa quanto avvenuto. L’adesione allo sciopero da parte di gruppi di estrema destra ha spinto anche l’ANPI piemontese a prendere posizioni ufficiali in merito, posizioni che richiamano al senso di responsabilità e che mettono in guardia rispetto a questi episodi, gravi e allarmanti.

Anche l’annuncio di revoca da parte di Unatras e Anita, che inizialmente avevano aderito e sostenuto l’iniziativa, a seguito dell’accoglimento, da parte del Governo, delle richieste poste (circa il mantenimento per il 2014 dei fondi stanziati per il settore degli autotrasporti e il “ripristino delle agevolazioni sulle accise e sulla riduzione del costo del lavoro (INAIL) ed acquisito il protocollo d’intesa che impegna il ministero su tutte le altre criticità rappresentate”) aumenta la preoccupazione circa le possibili derive eversive dell’iniziativa, perché scollano i movimenti promotori_tra i leader dei Forconi  continua ad esserci Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani, Lucio Chiavegato, presidente Life; Giorgio Bissoli, Azione rurale; Augusto Zaccardelli, Segr. naz. Movimento autonomo trasportatori (Frosinone); Umberto Gobbi, NVPP (Non vogliamo più pagare); Paolo Bini, Italia celtica; Eugenio Rigodanzo, Cobas latte veneto; Franco Paoletti, Cobas latte di Pordenone; Danilo Giovanni, Presidente del CRA Diglita sociale (Lazio), Salvatore Bella, presidente Aitras Ass. Naz. trasporti (Campobello di Licata)_da ogni organizzazione istituzionale, organizzata, riconosciuta e riconoscibile.

I 5 giorni di sciopero: 5 giorni di fuoco. Dopo i blocchi che misero in ginocchio la Sicilia nel 2012 l’attenzione oggi è altissima, e il Governo si pone in modo risoluto nei confronti dell’iniziativa: non si tollereranno i blocchi in alcun modo.
Le questure e le prefetture hanno preso posizioni chiare e nette. Si profila una settimana a dir poco travagliata.

E la notizia di ieri circa le minacce di morte indirizzate al presidente della CNA-Fita della provincia di Agrigento, Salvatore Puleri, e nuovamente alla presidente nazionale Cinzia Franchini, sulle saracinesche di un consorzio agrigentino di autotrasportatori aderente alla sigla CNA-Fita, non fa che infuocare un contesto già sufficientemente caldo. Sul volantino si legge infatti: “Sappiate che vi stiamo e non vi molliamo…Se sarà il caso vi ammazzeremo…viva la mafia viva i forconi”. Probabilmente si tratta di infiltrazioni, di gruppi isolati, ma proprio la natura fumosa delle richieste della protesta (volta contro le politiche di austherity, contro la classe politica che va spazzata via, contro la moneta unica europea) non fanno che creare confusione, e allargano le maglie della struttura organizzativa del movimento ad infiltrazioni di stampo sovversivo.

L’Italia si ferma con lo sciopero del 9 dicembre. La protesta parte stasera e proseguirà almeno fino alle ore 24.00 del 13 dicembre: sarà un flop? Sarà davvero caratterizzata dalle violenze paventate? Sarà pacifica? Intanto un altro imprenditore si è suicidato in Sardegna, schiacciato, oltreché dai debiti, anche dai danni alla sua azienda provocati dall’alluvione dei giorni scorsi. “L’Italia si ferma”, questo l’urlo dei protestanti.

Ci si augura che dopo questo sciopero l’Italia riparta. E che riparta davvero, autenticamente unita e consapevole.

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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