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Stipendi Docenti: M5S su scatti stipendiali e stipendi docenti scuola

Redazione Controcampus 18 Febbraio 2014
R. C.
28/11/2024

Il 2014 non parte bene per la scuola per la questione stipendi docenti.

Il mondo dell’istruzione ansima, stretto tra il rinnovo delle graduatorie, le questioni TFA ordinario e PAS, immissioni in ruolo, possibili concorsi a cattedra e riforma del sistema di reclutamento. Tra i nodi ancora da sciogliere, il vulnus contrattuale degli scatti stipendiali.

Stipendi Docenti

Stipendi Docenti

Vera linea del Piave per insegnanti, personale ATA e sindacati: gli aumenti stipendiali tornano nel congelatore. Tra rallentamenti ed accuse di approssimazione politica, in 90000 col fiato sospeso.

Cosa sono gli scatti stipendi docenti? Come funzionano?

Gli scatti stipendiali sono l’unica forma di progressione retributiva e carrieristica del personale della scuola.

Si tratta di aumenti di stipendio per anzianità, normati dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, la “legge” che regola i rapporti di lavoro in Italia. Contratto che ha duplice valenza: consente il pagamento degli stipendi docenti a chi li ha maturati e permette il riconoscimento giuridico dell’anzianità di servizio di tutto il personale della scuola. Il CCNL della scuola del 2007 precisa le diverse posizioni. Le anzianità di servizio sono strutturate in “gradoni”: 0 – 8 anni di servizio; 9 – 14 ; 15 –  20; 21 – 27; 28 – 34; oltre 35 anni di servizio.

Protesta Docenti

Stipendi Docenti

La (brutta) epopea degli stipendi docenti. La questione degli scatti degli stipendi docenti conosce la sua fase più calda il 27 dicembre scorso, quando i docenti si sono ritrovati in busta paga l’avviso dell’avvio della procedura di recupero per gli scatti stipendiali relativi al 2013. Morale: busta paga di gennaio alleggerita di 150 euro fino alla completa restituzione del debito. Prelievo “forzoso” che, a seconda dell’anzianità maturata, poteva oscillare dai 600 ai 2.000 euro lordi.

Gli scatti degli stipendi docenti erano stati bloccati per la prima volta nel 2010 per effetto della Finanziaria di Tremonti. Manovra che “congelava” il rinnovo del contratto e, per la scuola, anche quello degli scatti. Obiettivo scongiurare il “rischio Grecia” ovvero il default del Paese. Una penalizzazione doppia che aveva portato ad una forte mobilitazione del mondo della scuola. Blocco proseguito anche nel biennio 2011-2012, sebbene si trattasse di una legge speciale studiata per far fronte ad una evidente situazione di emergenza finanziaria del Paese.

Un’eccezione con la scadenza riportata sul retro, fanno osservare i docenti, espressa chiaramente dalla legge stessa ma indebitamente prorogata dal Governo fino ai limiti della costituzionalità.

Nel 2013 così il provvedimento scade: gli scatti degli stipendi docenti riprendono e le buste paga dei lavoratori della scuola tornano a respirare.

Poi, a settembre 2013, il MEF decide di estendere il blocco anche agli scatti degli stipendi docenti  2013, con effetto retroattivo: chi avesse ricevuto gli scatti arretrati avrebbe dovuto restituire il denaro in rate da 150 euro, detratte direttamente dallo stipendio (già tra i più bassi d’Europa).

Stipendi Docenti e Scuola

Stipendi Docenti e Scuola

Stipendi docenti e scuola. I docenti insorgono, parlano di beffa inaccettabile. I sindacati gridano al pasticcio governativo ed annunciano barricate. Il Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, scrive a Saccomanni chiedendo di sospendere la procedura di recupero degli scatti stipendi docenti 2013. Ma il Ministro del MEF non ci sta a sobbarcarsi la responsabilità dell’increscioso impiccio, replicando che la procedura di recupero degli scatti stipendi era un «atto dovuto», di cui il MIUR era perfettamente a conoscenza.

Contro il prelievo degli scatti stipendiali scendono in campo i partiti. Parola d’ordine “rimediare alla figuraccia”: dapprima il Nuovo Centro Democratico prende le distanze dal provvedimento, con Alfano che si dice pronto a tutto per evitare la restituzione degli scatti, poi è il turno del PD  e di Renzi, che, scagliandosi contro il MEF, scrive: «Se un ministero dell’Economia e delle finanze chiede indietro 150 euro agli insegnanti mi arrabbio perché non è Scherzi a parte, è il governo italiano».

Ministro Carrozza

Ministro Carrozza

Missione compiuta: l’8 gennaio arriva la sospirata retromarcia governativa, entusiasticamente annunciata via Twitter dal Ministro Carrozza.

I 90.000 insegnanti non avrebbero più dovuto restituire gli scatti stipendiali legittimamente percepiti.

Il Governo sembra chiudere la partita sugli scatti il 17 gennaio, quando il Cdm approva il Dl che consentirà a 52mila tra docenti e personale Ata di non restituire gli aumenti stipendiali ricevuti nel 2013 e di mantenere il nuovo livello retributivo.

Le risorse arriveranno da una parte dei tagli dell’era Gelmini-Tremonti e, al termine di una sessione negoziale da concludersi entro il 30 giugno 2014, da una decurtazione del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Chiare le stime: serviranno 120 milioni per gli scatti stipendi docenti del 2012 e 370 per gli scatti stipendiali 2013.

Se ciò non avverrà, i 120 milioni rimediati a seguito dei tagli targati Gelmini-Tremonti e accantonati a garanzia dal decreto saranno versati all’erario. Salvo sorprese, allora, i milioni richiesti dalla manovra dovrebbero arrivare da una nuova sforbiciata al fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, il cosiddetto “Mof”. Il contenitore che serve a finanziare le attività extrascolastiche delle scuole.

Sindacati

Sindacati

Le critiche dei sindacati sugli scatti degli stipendi docenti e scuola 2013 e 2014. Faccenda risolta? No, lamentano addetti ai lavori e diretti interessati. L’ipotesi di reperire i fondi necessari alla liquidazione degli scatti stipendiali dal Mof sta già mettendo sul piede di guerra docenti e sindacati. Già negli anni scorsi il Mof è servito a coprire gli scatti stipendiali previsti dal contratto nazionale. Ma ormai  anche questo “salvadanaio” è esaurito tant’è che molto presto le scuole, che già in molti casi sacrificano i soldi destinati al miglioramento/ampliamento dell’offerta formativa sull’altare di un funzionamento ordinario sempre più deficitario, saranno costrette a cercare altrove le risorse per pagare attività pomeridiane, corsi di recupero, gite scolastiche.

Se il 2014 doveva essere l’anno zero della ripresa, denunciano i docenti, non ci siamo. L’incertezza fiscale sulla questione stipendi docenti confermerebbe che senza il rilancio di scuola e formazione non c’è ripartenza possibile.

Occorre un Piano Marshall dell’Istruzione che traghetti la scuola fuori dall’attuale stagione di tagli e restrizioni e le istituzioni verso una rinnovata concezione del lavoro dell’insegnante: non più misurabile in termini meramente contrattualistici, ma anche di credibilità e carriera.

Silvia Chimenti

Silvia Chimenti

Per venire a capo di questa intricata questione sugli stipendi docenti e raccogliere gli ultimi aggiornamenti sul tema degli scatti stipendiali dei docenti italiani, abbiamo raggiunto l’On. Silvia Chimienti (M5S), giovane deputata della Repubblica Italiana, componente XI commissione permanente della Camera, la Commissione Lavoro pubblico e privato.

“Tagli alla greca”, così i 5 Stelle descrivono le restrizioni economiche patite dai lavoratori della scuola, precari in primis.

Onorevole, cosa è cambiato negli ultimi anni in tema di stabilizzazione?

“Negli ultimi anni si è assistito ad un grave peggioramento della situazione in tema di precarietà. In nome della flessibilità si è arrivati a precarizzare il lavoro in tutti i settori e, in particolare, le scelte compiute in tema di contrattazione hanno penalizzato i più giovani. Avere un lavoro stabile e un contratto a tempo indeterminato sono diventati obiettivi irraggiungibili per le nostre generazioni. Secondo noi del M5S, alla base delle scelte politiche sbagliate non ci sono solo ed esclusivamente ragioni economiche, di risparmio. Assistiamo ad un progressivo indebolimento delle politiche di tutela dei lavoratori: la precarietà va a braccetto con la sempre più inquietante soppressione dei diritti e con l’impossibilità, per il lavoratore, di rivendicarli. L’Europa sta intervenendo, si è già espressa sull’illegittimità della legislazione italiana in tema di precariato pubblico e lo farà ancora. Nel comparto scuola, poi, la precarietà genera un danno doppio: non significa soltanto instabilità economica e psicologica per i docenti ma anche impossibilità di garantire agli allievi la continuità didattica e quindi la qualità dell’insegnamento. Recentemente ho presentato una mozione che impegna il Governo a stabilizzare i precari della PA e a mettere in atto un piano quinquennale di assorbimento del precariato scolastico: vedremo come si esprimeranno gli altri partiti al momento del voto in Aula”.

Il M5S ha presentato un’interpellanza urgente e una risoluzione in commissione Lavoro per impegnare il Governo a pagare gli scatti stipendiali arretrati e futuri con il 30% dei tagli da 8 mld disposti dalla Gelmini nel 2008 (2 mld senza intaccare il MOF). Il Governo risponde investendo negli scatti solo 120 milioni, attingendo il restante dai fondi d’istituto delle scuole. Come giudica questa soluzione? Cosa è stato dei 2 miliardi inizialmente previsti?

“Cosa ne sia stato vorremmo saperlo anche noi e al più presto! Abbiamo cambiato strategia: settimana scorsa abbiamo presentato un’interrogazione in commissione lavoro e stiamo facendo pressioni perché venga calendarizzata. Vorremmo avere questa risposta per poter agire di conseguenza quando ci arriverà il decreto. Se un cittadino non paga le tasse, è fuori legge e viene perseguito dallo Stato in maniera molto severa. Al contrario, quando “l’evasore” è lo Stato, che strumento hanno i cittadini per chiedere conto del danaro mancante? Noi del M5S abbiamo qualche sospetto che questi soldi siano stati destinati ad altro scopo e ci sembra doveroso che il Governo dica la verità ai cittadini.”

Con la nota 157/13 il MEF “tagliava” gli stipendi dei docenti decurtandoli di 150 euro per chi nel 2013 ha goduto degli scatti stipendiali cancellando per sempre la vecchia progressione di carriera. Colpa, affermate, dell’austerity “miope” predicata dall’UE. In che senso l’Europa è responsabile di questo status quo?

“Se una responsabilità va individuata direi che sono i governi degli ultimi anni ad essere stati in grande misura responsabili del declino e delle scelte sbagliate che, talora, sono state dettate o ispirate dall’Europa. Il fiscal compact, il MES, il pareggio di bilancio sono stati votati dal Parlamento italiano che avrebbe potuto, tranquillamente, opporvisi. Molti di coloro che allora votarono a favore di questi provvedimenti, siedono ancora in Parlamento e sono i diretti responsabili del cappio al collo che sta soffocando l’Italia e la sua economia. Come saprete, noi del M5S vorremmo ridiscutere i trattati internazionali e ripensare la stessa Europa perché siamo convinti che così come è oggi non possa funzionare.”

In sede di Legge di Stabilità, il M5S è stato il solo partito a presentare un emendamento che scongiurasse il blocco degli scatti stipendi docenti e della contrattazione, memore dei tagli firmati Gelmini-Tremonti. Il Governo pare ora “pentito” e stanzia 120mln di euro per la copertura finanziaria dell’operazione. Sono cifre sufficienti? Come spiega l’immobilismo generale sulla questione scatti stipendiali?

“È chiaro che si tratta di una cifra insufficiente; servirebbero solo per il recupero dell’annualità 2012 oltre 350 milioni. Vedremo come intenderanno reperire gli oltre 200 milioni di euro che mancano all’appello. Quel che è certo è che il M5S si batterà per impedire che vi siano prelievi al MOF. Quanto all’immobilismo è la naturale conseguenza di un Governo di larghe intese, un mostro vittima di se stesso in cui convivono, con l’obbligo di andare d’accordo, forze politiche opposte tra loro come PD e PDL.”

Il recupero degli scatti stipendi docenti non è affatto certo. Governo e sindacati dovranno pervenire ad un accordo entro giugno, altrimenti nessun recupero. Un dietrofront è ancora possibile?

“Il dietrofront è molto improbabile. Noi del M5S già al Senato ci stiamo battendo perché ciò avvenga con diversi emendamenti che vanno nel senso che auspichiamo e faremo lo stesso anche alla Camera. Ad esempio, intendiamo abolire la sessione negoziale così come prevista dal decreto in questione, vogliamo ridiscuterla nel merito di questo provvedimento. Come hanno denunciato alcuni sindacati, fissare il termine a giugno è molto rischioso e se, come probabile, la sessione negoziale non desse esito positivo anche i miseri 120 milioni stanziati tornerebbero nel calderone del bilancio dello stato.”

L’On. Damiano, presidente della commissione Lavoro, ha bocciato la calendarizzazione della risoluzione sugli scatti stipendi docenti da Lei proposta, con la motivazione che è in arrivo un decreto sulla stessa materia. Siamo vicini ad un epilogo?

“Stiamo spingendo per la calendarizzazione dell’interrogazione in commissione Lavoro. In base alla risposta, potremo fare interventi più mirati sul decreto. Siamo certi che l’epilogo sia ancora lontano e che dovremo fare una dura battaglia in commissione. C’è molto da fare sul fronte dei diritti dei precari. Il M5S sta costruendo la propria idea di scuola in maniera sinergica e fluida, in rete, con i cittadini, le associazioni, gli studenti, i docenti e i genitori. La scuola che vorremmo è la scuola come immaginata nella nostra Costituzione, una scuola inclusiva, aperta a tutti, che premia i meritevoli e sostiene chi è in difficoltà. Una scuola che mette al centro lo studente e ha un’attenzione particolare per l’allievo più debole. Immaginiamo una scuola a misura di studente, con strutture a norma, sicure e dignitose, una classe docente formata, aggiornata, innamorata del proprio mestiere, in una società che riconosce l’importanza del suo ruolo anche attraverso una retribuzione dignitosa”.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto