Lo rivela la XVI Indagine AlmaLaurea sul Profilo Laureati. E UNIMORE è anche l’università “generalista” col tasso più alto di laureati in corso (58,3%).
La ottima performance è anche accompagnata da giudizi positivi, espressi dai laureati, sui docenti, sulle strutture ed esaltata dalle numerose opportunità di tirocinio offerte dall’Ateneo.
Negli ultimi anni è anche aumentata significativamente la disponibilità dei laureati UNIMORE ad occuparsi fuori dall’Italia.
Hanno in media 26,0 anni i 3.635 laureati del 2013 dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, di cui 1.528 maschi (42,04%) e 2.107 femmine (57,96%).
Ma, soprattutto, hanno portato a termine positivamente il proprio percorso di studio, in tempi più rapidi di tutti gli altri loro colleghi italiani iscritti ad Atenei “generalisti”.
Lo attesta la “XVI Indagine sul Profilo dei Laureati 2013” condotta dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea tra i quasi 230mila neolaureati dei 64 atenei italiani aderenti.
Indagine AlmaLaurea Collettivo Indagato
Nel 72% dei casi i nostri laureati sono i primi in famiglia a completare un ciclo di studi universitari ( il 3,7% ha cittadinanza straniera). Gli intervistati di UNIMORE che hanno risposto sono stati 2.958 (81,38%) su un totale di 3.635 laureati nell’anno solare 2013, cui è stato proposto e somministrato il questionario: 1.628 laureati di primo livello (triennali), 273 laureati magistrali di corsi a ciclo unico, 925 laureati magistrali biennali; 123 di corsi non riformati (Scienze della Formazione Primaria, il cui ordinamento è stato rivisto solo a partire dall’anno accademico 2011/2012) ed 11 laureati pre-riforma. L’elevato tasso di risposte,più di quattro laureati su cinque, rende molto significativa l’attendibilità dell’indagine.
Tipo di corso n. laureati risposte tasso di risposte %
I livello (triennali) 2.029 1.628 80,24
Magistrali ciclo unico 395 273 69,11
Magistrali (biennali) 1.054 925 87,76
Corsi non riformati 146 123 84,25
Corsi pre-riforma 11 9 81,82
TOTALE 3.635 2.958 81,38
Nella stragrande maggioranza (78,3%) si iscrivono con un ritardo inferiore ad 1 anno rispetto alla data dell’esame di maturità, vale a dire appena conclusi gli studi superiori, anche se – va notato – nell’ultimo decennio il numero di quanti decidono di riprendere gli studi dopo un interruzione superiore a due anni dal conseguimento della maturità è aumentato del + 5,2%, dal 16,5% tra i laureati del 2003 al 21,7% di quelli del 2013.
Nel 72,0% dei casi questi laureati sono i primi in famiglia a portare a termine un percorso di studi universitario, mentre più di uno su quattro (26,6%) ha un genitore od entrambi i genitori con la laurea. Per il 54,1% di loro uno dei genitori ha un diploma, mentre sono meno di uno su cinque (17,9%) quelli con genitori privi di titoli di studio superiori. Rispetto alla classe sociale di appartenenza della famiglia vi è un sostanziale equilibrio tra chi è “figlio” della borghesia (23,6%), della classe media impiegatizia (29,7%), della piccola borghesia (23,8%) o della classe operaia (20,1%).
I laureati con cittadinanza straniera sono 3,7% (3,9% nel 2012 e 4,0% nel 2011): 3,9% tra i laureati di primo livello (triennali); 4,3% tra quelli delle magistrali a ciclo unico; 1,4% tra quelli dei corsi non riformati e 3,2% tra quelli delle magistrali biennali. Il dato complessivo (18° posto assoluto tra gli atenei aderenti ad AlmaLaurea) si colloca molto oltre la media nazionale che si ferma al 3,2% del collettivo selezionato.
Indagine AlmaLaurea: ritardo alla laurea
Nessuno in Italia termina più rapidamente il proprio corso di laurea degli studenti UNIMORE che vantano un indice di ritardo di appena 0,23. Per comprendere a pieno l’impegno profuso dagli studenti nella loro carriera universitaria, che può iniziare anche con anni di ritardo – come si è detto – rispetto al conseguimento del diploma di maturità, è molto più significativo ed utile valutare la loro performance considerando l’indice di ritardo alla laurea, ovvero come spiega AlmaLaurea “la parte irregolare (fuori corso) degli studi universitari di un laureato che tiene conto anche del numero di mesi e di giorni trascorsi fra la conclusione dell’anno accademico (30 aprile) e la data di laurea” e che – in definitiva – è il rapporto tra il ritardo alla laurea e la durata legale del corso ed una misura – per così dire della loro “produttività”. Per intenderci: se questo rapporto è uguale a 1,0 vuole dire che lo studente ha concluso gli studi in un tempo doppio rispetto alla durata del corso: 6 anni invece di 3; 4 invece di 2, e così via; se è 0 significa che ha terminato esattamente nei tempi previsti. Pertanto, più questo valore si approssima all’1 più lo studente finisce “fuori corso”!
L’indice di ritardo alla laurea di uno studente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è di appena 0,23. Questo significa che mediamente impiega meno di un quarto di tempo in più rispetto alla durata legale del corso di studi: su un corso di 36 mesi (laurea triennale) corrisponde ad un ritardo di circa 8-8,5 mesi.
Nessuno in Italia tra gli Atenei “generalisti” con più di mille laureati è in grado di avvicinare questo traguardo. La media nazionale, infatti, è di 0,42 e in Emilia Romagna: Bologna ha in indice di 0,31, Ferrara di 0,35e Parma di 0,34.
Più nel dettaglio, questo indice tra i laureati UNIMORE di primo livello (triennali) è di 0,26 (0,43 quello nazionale) che vedono UNIMORE al terzo posto assoluto tra gli atenei generalisti con più di mille laureati; per quelli di magistrali a ciclo unico (Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche) è addirittura 0,14 (0,28 nazionale) e sono terzi assoluti pari merito dopo Milano Vita-Salute San Raffaele e Roma Campus Bio-Medico con i colleghi di Macerata; per le magistrali biennali 0,21 (0,28 nazionale), che valgono all’UNIMORE il secondo posto assoluto tra gli atenei generalisti con più di mille laureati e 0,18 per l’unico corso non riformato di Scienze della formazione primaria (0,21 nazionale).
Il dato evidenzia un complessivo e significativo miglioramento per quanto riguarda l’impegno di studio degli iscritti all’UNIMORE, poiché nell’ultimo triennio questo indice di ritardo è andato scendendo dallo 0,29 tra i laureati 2011, allo 0,25 tra i laureati 2012 fino allo 0,23 attuale tra i laureati 2013
“Sono dati assolutamente incoraggianti che dimostrano un elevato livello di efficienza raggiunto da UNIMORE – commenta il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – e che proiettano i nostri laureati e l’Ateneo a livelli di eccellenza sul piano nazionale. Credo non debba sfuggire – ai fini delle statistiche e delle classifiche che si vanno redigendo – il valore dell’indice di ritardo alla laurea, parametro che aiuta a determinare in maniera oggettiva (al di là della durata del corso di studio e della sua difficoltà) la performance raggiunta dai laureati di un Ateneo; tale indicazione ha un significato maggiore della riduttiva e semplicistica età anagrafica dei laureati. E, soprattutto oggi con la crisi che ancora coinvolge tante famiglie, risulta di fondamentale importanza nella stima del ragionevole intervallo temporale durante il quale un figlio dovrà essere sostenuto economicamente. Al di là della tassazione, l’onere maggiore per una famiglia è infatti certamente costituito dal costo di mantenimento durante gli studi”
Indagine AlmaLaurea: regolarita’ negli studi
I laureati UNIMORE tagliano il traguardo prima di tutti gli altri colleghi di atenei italiani “generalisti”. Il riscontro di quanto affermato è attestato dalla eccezionale rapidità con cui gli studenti modenesi-reggiani completano gli studi, in quanto ben il 58,3%, più della metà, si laurea regolarmente in corso: 55,9% per i laureati di primo livello; 60,0% per i laureati delle lauree magistrali a ciclo unico a ciclo unico; 59,6% per quelle non riformate e 62,7% per le magistrali biennali. Mentre un altro 23,7% arriva al traguardo con un ritardo di un anno: 23,7% per i laureati di primo livello; 19,0% per quelli delle magistrali a ciclo unico; 21,2% per quelli delle lauree non riformate e 25,9% per le magistrali biennali. Nel 2012 la quota percentuale di studenti che hanno terminato gli studi regolarmente era stata del 56,9%.
Nella classifica degli atenei “generalisti” e con un numero di laureati superiore a tremila UNIMORE è al primo posto per quanto riguarda la percentuale di laureati in corso.
Il dato, che si ricava dall’indagine AlmaLaurea, acquista ancora più valore se paragonato a quanto avviene altrove: in Italia i laureati in corso sono il 42,9% e tra le università pubbliche generaliste nessuno riesce a fare meglio degli studenti di Modena e Reggio Emilia. Abbassando lo sguardo alla situazione regionale vediamo che a Bologna i laureati in corso sono il 55,7%, a Ferrara il 46,3% e a Parma il 44,1%.
Quasi 3 studenti UNIMORE su 4 (72,1%) sono assidui ad oltre il 75% delle lezioni (68% il valore nazionale) ed un altro 16,6% assiste ad oltre il 50% degli insegnamenti.
Indagine AlmaLaurea: tirocini e stage strategici per la preparazione
A quasi tre studenti su quattro offerta questa opportunità. Solo Piemonte Orientale e Camerino, che tuttavia hanno la metà dei laureati UNIMORE, capaci di fare meglio. Con la riforma sono cresciute notevolmente anche le esperienze di tirocinio e stage che nel 2004 coinvolgevano appena il 17% dei laureati dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Oggi la situazione è profondamente mutata e quasi 3 studenti su 4, ovvero il 74,4% dei laureati Unimore 2013 (81,8% dei laureati di primo livello, il 57,5% di quelli delle magistrali a ciclo unico, il 65,0% dei laureati magistrali biennali e l’88,6% dei laureati di corsi non riformati) ha avuto l’opportunità di venire in contatto col mondo del lavoro ancor prima della laurea. Anche questo è un elemento che distingue in positivo l’offerta formativa dell’Ateneo emiliano e che fa comprendere la ragioni della ottima performance occupazionale raggiunta dai suoi laureati. A livello nazionale (media 56,9%), tra le università generaliste con oltre tremila laureati, nessun Ateneo sta davanti a UNIMORE: le eccezioni sono rappresentate da realtà accademiche con un numero di laureati corrispondente alla metà dei laureati UNIMORE come Piemonte Orientale, Camerino e Macerata.
L’importanza di questo dato è ulteriormente valorizzato dal fatto che oltre la metà dei laureati UNIMORE (50,7%) ha svolto questa esperienza, professionalmente fondamentale per quando si dovrà varcare la soglia del mercato del lavoro, fuori dell’Ateneo.
“L’indagine AlmaLaurea – spiega il prof. Marco Sola Delegato del Rettore per la Didattica – ci fornisce, ormai da anni, il quadro di un Ateneo in salute e attento alle esigenze degli studenti e del territorio. I dati quantitativi, pur importanti, sottolineano altrettanti aspetti qualitativi. In Unimore gli studenti possono contare su un solido e proficuo rapporto università-territorio che garantisce altissime partecipazioni a stage aziendali ed esperienze lavorative pre-laurea; possono contare su una attenzione ai servizi messi a disposizione degli studenti che si traducono in una maggiore velocità e regolarità del corso di studi. Poter godere di strutture didattiche adeguate contribuisce ad incentivare la regolare frequenza degli studenti alle attività formative e beneficiare della ricchezza che si ricava dal fatto di sentirsi pienamente parte della comunità accademica”.
Indagine AlmaLaurea: studi all’estero
Gli studenti Unimore più “sedentari” dei colleghi italiani. Sono l’11,4% gli studenti UNIMORE che nel corso degli studi hanno svolto periodi di studio all’estero: il 4,9% attraverso il programma Erasmus; il 3,3% ha fatto un altro tipo di esperienza riconosciuta dal corso di studi ed il 3,3% per iniziativa personale. Tra i laureati del 2012 e quelli del 2011 vi è stata una flessione del – 3,9%). Nel confronto con la situazione italiana gli studenti UNIMORE si potrebbero definire certamente più “sedentari”, poiché la media nazionale di studenti “viaggiatori” è del 12,2%.
Indagine AlmaLaurea: il giudizio sull’esperienza universitaria
Ampio il livello di soddisfazione per gli studi fatti e più di tre su quattro ripeterebbe lo stesso percorso. Alla specifica domanda se sono “complessivamente soddisfatti del corso di laurea” il 95,9% dei laureati UNIMORE 2013 esprime un indice di gradimento più che sufficiente, rispondendo “decisamente sì” per il 46,3% e “più sì che no” per il 49,6%. Questo fa sì che quasi tre laureati su quattro (74,5%) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia si iscriverebbe di nuovo allo stesso corso di laurea: 71,6% tra quelli di primo livello; 79,1% tra quelli delle magistrali a ciclo unico; 87,0% tra quelli delle lauree non riformate e 76,9% tra quelli delle magistrali biennali.
Giudizi altrettanto lusinghieri non si ritrovano tra i colleghi degli altri Atenei italiani, dove solo il 66,9% rifarebbe lo stesso corso, e così pure degli Atenei emiliano-romagnoli: a Bologna quanti ripeterebbero lo stesso corso di studi sono il 70,1%, a Ferrara il 67,7%, a Parma il 63,8%.
Indagine AlmaLaurea: il giudizio espresso sull’ateneo
Promosso riguardo alle strutture. Il motivo di tanta soddisfazione la si coglie dalle espressioni di giudizio raccolte nell’indagine AlmaLaurea riguardo a: rapporto con i docenti valutato più che sufficiente dall’88,0% degli intervistati (83,8% per il collettivo nazionale); adeguatezza delle aule considerata spesso o sempre ottimale dal 79,2% dei laureati (69,2% in Italia); qualità del servizio bibliotecario apprezzato dall’89,1% dei laureati (78,8% il dato nazionale). Anche in questo caso si raggiungono performance decisamente migliori rispetto tanto alla realtà italiana che regionale, soprattutto relativamente alla valutazione delle biblioteche (solo Trento fa meglio), apprezzate sotto l’aspetto delle fasce orarie di apertura, dell’accesso alla consultazione e al prestito, ecc.
Indagine AlmaLaurea: prospettive di lavoro
C’è fretta di inserirsi nel mondo del lavoro e per trovarlo cresce il numero di quanti sono disponibili a trasferirsi all’estero. Sono poco più della metà a Modena e Reggio Emilia i laureati decisi a continuare gli studi (49,9%), un dato – complice forse la crisi economica – in contrazione rispetto sia al 2012 (50,7%) che al 2011, quando la volontà di proseguire era stata dichiarata dal 53,4% degli intervistati, e significativamente inferiore al numero di coetanei pronti a proseguire di Bologna (60,7%), di Ferrara (57,4%), di Parma (60,9%) e dell’Italia (62,9%).
In questi anni, poi, è andata decisamente aumentando la quota di quanti sono disposti per lavoro a recarsi all’estero, in un Paese UE o anche extraeuropeo: il 70,2% (era il 68,2% nel 2012 ed il66,4% nel 2011) dei nuovi laureati UNIMORE, ossia più di due su tre, sono disposti a lasciare l’Italia. Negli ultimi sette anni, dal 2007 al 2013, si è passati da una disponibilità a lavorare all’estero del 51,9% al 70,2% (+ 18,3%).
“La crisi del mercato del lavoro e le scarse prospettive che hanno i nostri giovani di inserirsi – commenta il prof. Marco Sola – hanno toccato, ovviamente, anche l’Università. Nonostante questo Unimore si conferma come uno degli Atenei in cui il passaggio dalla formazione al lavoro è più efficace. Merito, certamente, del tessuto produttivo locale, ma anche delle azioni di sostegno e di raccordo che Unimore ed i suoi dipartimenti hanno saputo mettere in atto attraverso l’orientamento al lavoro. L’attenzione prestata dall’Ateneo ai processi di internazionalizzazione, per esempio, sta producendo degli effetti che possiamo considerare assolutamente positivi per quanto riguarda la disponibilità alla mobilità internazionale dei nostri laureati. Si comincia a comprendere che lavorare all’estero costituisce anche per il laureato Unimore un arricchimento professionale e in ciò l’Ateneo dimostra di saper rispondere alla sollecitazione ed alla richiesta che ci viene da tante delle nostre imprese, a prevalente vocazione esportatrice, che chiedono laureati culturalmente preparati anche sul piano della conoscenza della lingua per affrontare le sfide imposte dalla globalizzazione”.
Indagine AlmaLaurea: Ambito di reclutamento
Quasi la metà dei laureati risiede nella provincia di studio. Nonostante la solida tradizione, la crescita dimensionale, il favorevole ambiente di studio e l’apprezzata didattica offerta, nonché il permanente insediamento ai vertici qualitativi delle graduatorie nazionali, UNIMORE continua a caratterizzarsi come un Ateneo molto legato al proprio ambito territoriale. Scorrendo i dati anagrafici dei laureati 2013, infatti, si scopre che il 49,1% risiede nella stessa provincia sede di studio: 54,2% tra quelli di primo livello; 54,4% tra quelli delle magistrali a ciclo unico; 27,4% tra quelli dei corsi di laurea non riformati e 40,2% tra quelli delle magistrali biennali. I cosiddetti “fuori regione” e stranieri assommano appena al 22,3%.
Il dato complessivo dei laureati per così dire “autoctoni” è sostanzialmente allineato a quello nazionale (51,7%), ma rivela – in maniera più accentuata in anni recenti – una generale tendenza ad una minore mobilità studentesca, indicativa del fatto che molti neodiplomati oggi preferiscono almeno per il primo livello (laurea triennale) frequentare (là dove trovano la giusta offerta formativa) Atenei “prossimi a casa”, indipendentemente da qualità didattica e prospettive di occupabilità garantite dal singolo Ateneo.
Indagine AlmaLaurea: performance dei vari dipartimenti Unimore
I più rapidi a concludere gli studi sono gli studenti di area medico-sanitaria; i più “globetrotter” quelli di Lettere e Filosofia; le lauree che attraggono più “fuori regione”sono quelle di Comunicazione ed Economia. Riscontriamo essere più studiosi i laureati dei corsi del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze, che vantano un indice di ritardo alla laurea appena dello 0,07% ed una percentuale di laureati regolarmente in corso del 71,2%, primato che comunque gli è conteso dai colleghi dottori del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche materno-infantili e dell’adulto. Fanalino di coda i laureati del Dipartimento di Giurisprudenza che accusano un indice di ritardo alla laurea dello 0,35%. Il più convinto apprezzamento per il corso di studio seguito è espresso dai laureati dei corsi di laurea del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Reggio Emilia, che si dichiarano sufficientemente soddisfatti per oltre l’88,1%, precedendo la performance del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane (84,7%). Il Dipartimento col minor numero di laureati residenti nella stessa provincia di studio è quello di Comunicazione ed Economia di Reggio Emilia con appena il 17,6% di locali, seguita da Scienze della Vita (41,4%). Il Dipartimento, invece, più frequentato da stranieri è quello di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze col 5,9% di laureati. Relativamente alle esperienze di studio fatte all’estero i più “globetrotter” sono i laureati del Dipartimento di Studi linguistici e culturali (35,0%), mentre le opportunità di frequentare stage e/o tirocini è offerta in maggior misura agli studenti del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche materno-infantili e dell’adulto (96,7%), che precedono i colleghi del Dipartimento di Scienze della vita (88,8%).