Atteso in autunno l’ennesimo giro di vite sulle tasse universitarie.
Atenei fanno calare la scure sui redditi. Monta il malcontento di studenti e famiglie: pochi servizi a prezzi carissimi.
Università italiana: un lusso per pochi? I meno abbienti tremano. Già maglia nera europea quanto a capacità di sfornare laureati, la nostra università inanella l’ennesimo primato: quello delle le tasse d’oro, figlio della tendenza (ormai comunemente percepita come “vitale” dai nostri atenei) a scaricare i costi dell’istruzione su studenti e famiglie. È il verdetto “corale” emerso dalle ultime rilevazioni comunitarie: le rette “tricolori” corrono ampiamente sopra la media, attestandosi ormai stabilmente intorno ai mille euro (medi) per studente. Peggio di noi solo Inghilterra e Olanda (dati Ocse), che erogano però più borse per il diritto allo studio contro il 20% scarso degli Atenei nostrani, mentre Francia, Spagna, Belgio e Austria si fanno preferire per una tassazione mediamente più morbida.
Morale scontata: se le tasse universitarie continueranno ad aumentare, il sistema non reggerà. Lo rivela uno studio UE dello scorso Giugno (che ha analizzato l’impatto negli ultimi 15 anni dell’evoluzione delle tasse universitarie in nove paesi che presentano modelli diversi di finanziamento: Austria, Canada, Regno Unito, Finlandia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo e Corea del Sud) nelle cui conclusioni si invitano i governi comunitari ad un maggiore sostegno agli studenti per bilanciare gli effetti distorsi del caro tasse universitarie, primo fra tutti la sempre più vistosa emorragia delle iscrizioni.
Aumenti della tasse universitarie 2014
Caro tasse universitarie da guinness che nel decennio 2003-2013 ha fatto registrare un rotondo +70% rende noto il Miur. I costi della vita “universitaria” – secondo l’Ocse – “mangiano” in media un terzo delle spese totali della vita di uno studente. Trend in ascesa, avvertono le associazioni studentesche, anche nella stagione 2014-2015. Buongiorno che si vede dal mattino se i primi finire nel mirino degli aumenti sono stati, manco a dirlo, i contributi necessari a sostenere i rituali test di ammissione: da 20 fino a 100 euro, non rimborsabili a nessun titolo. Un tesoro che, solo nell’ultimo decennio, ha garantito alle università un gettito del +274%.
Ma le “vere” note dolenti cominciano a farsi sentire con le tasse per l’immatricolazione, a cominciare dalla tassa regionale per il diritto allo studio per proseguire con le due rate della tassa di iscrizione. Un totale che, 10 anni fa, raggiungeva i 700 euro medi a studente, ma che ha oggi sfondato ampiamente il tetto dei mille euro (1.200 euro circa). Costi che pesano nell’economia della famiglia o dello studente che si mantiene da solo. Soprattutto se deve fare i conti con altre ed altrettanto “sanguinose” voci di spesa: affitti anzitutto e poi libri, tasse per dottorati, master, corsi di specializzazione e perfezionamento nonché i recenti Tfa (che frutteranno agli atenei circa 20 mln). Un autentico salasso quello che pende sulla testa degli universitari e di tante famiglie italiane già abbondantemente spremute dalla crisi. Ma mentre si moltiplicano gli appelli ad un cambio di rotta, non si registrano reazioni positive da parte di Governo ed atenei, con i costi che continuano a lievitare, sospinti dall’impennata contributiva sancita dalla famigerata “spending review”, che dal 2012 ad oggi ha praticamente raddoppiato gli esborsi soprattutto per fuoricorso e iscritti delle Università del Sud.
Bastano pochi numeri per prendere il polso della sofferenza finanziaria dei nostri atenei. In generale l’aumento delle tasse universitarie è addebitabile alle tante, troppe inefficienze politiche degli ultimi cinque anni. Anche se già durante la naturale metamorfosi dell’università da istituto élitario a realtà massificata (30 anni fa circa), non si era osservata alcuna crescita dei fondi pubblici proporzionata al boom (clamoroso per i tempi) degli iscritti. Lo Stato, sostiene la maggioranza dei rettori italiani, non fa la sua parte. Anzi.
“I finanziamenti pubblici – ammonisce Stefano Paleari, presidente della Conferenza dei rettori (Crui) – ammontano a 6 miliardi di euro l’anno, 100 euro per abitante, uno dei contributi più bassi d’Europa, un terzo di quanto erogato da Francia e Germania. Dal 2009 l’università ha perso ogni anno 1 miliardo di euro : un calo del 20% in termini reali […]Ma la leva della contribuzione studentesca è esaurita in Italia, lo Stato deve prendersi le sue responsabilità”.
Lo zenit dell’impennata contributiva, nel 2012, quando la mannaia della Spending review montiana sfronda il FFO di ben 300 mln. Chiarissima l’indicazione, per quanto “implicita”, del Ministero: rincarare i contributi degli studenti. Il tetto del 20% (percentuale massima esigibile dagli atenei) dev’essere dribblato. Ma le conseguenze non tardano ad arrivare: fioccano i ricorsi. Per la legge le tasse richieste da molte Università sono eccessive e questo rischierebbe di innescare un domino infinito di ricorsi. Con quella legge 45 università statali su 63 sarebbero costrette a restituire la parte eccedente delle tasse universitarie versate dagli studenti. Il governo Monti fa dietrofront e modifica la legge, allentando strategicamente la cinghia sui tetti. Tradotto: nuovi e dolorosi rincari per tutti.
Ma a “rubare” risorse preziose, con conseguente rincaro per le tasse universitarie, non sono amnesie e sviste governative. Alla base del fenomeno, unitamente alla latitanza del finanziamento pubblico, va menzionata la grave incidenza dell’evasione fiscale (dacché il calcolo delle tasse universitarie si basa sulla dichiarazione dei redditi). È dato in evidente espansione, infatti, il numero degli studenti che pur provenendo da famiglie monoreddito di lavoratori autonomi rientrano nelle fasce più basse(soprattutto seconda, redditi fino a 10.000 Euro), pagando contributi relativamente più bassi. Situazione che determina una contrazione delle risorse da distribuire con conseguente penalizzazione per tutti coloro che meriterebbero davvero di usufruire dell’istruzione pubblica senza dilapidare patrimoni. Per loro, invece, la beffa atroce di pagare imposte superiori a quelle che vengono richieste al figlio di un orafo o di un pellicciaio.
La fotografia della crisi di Federconsumatori – Secondo il IV Rapporto sui costi degli atenei italiani, curato da Federconsumatori, solo nell’ultimo a.a., il 2013/2014, la media nazionale complessiva degli importi avrebbe fatto registrare un incremento del +3% rispetto all’anno accademico 2012/2013.
Niente di nuovo in un sistema finanziariamente ingessato, per il quale le tasse universitarie continuano a rappresentare una sorta di cuscinetto, capace di prevenire quell’attrito doloroso tra i costi di gestione, rigidi ed in galoppante espansione, ed un finanziamento statale in drammatica contrazione.
Gli atenei più cari, Nord batte Sud, al Centro le rette più miti
Le Università del Nord impongono tasse più alte rispetto alle altre. Rispetto alla media nazionale studiare al nord costa l’8,22% in più se si tiene conto della prima fascia, il 15,54% per la terza fascia e del 23,23% se si considera il massimo importo dovuto. Emerge, tuttavia, un trend indedito rispetto agli anni scorsi: questa volta sarebbero gli Atenei del Centro Italia, e non quelli del Sud, a risultare più economici. La media del Nord supera quella del Centro mediamente del 30%, addirittura del 42% per la prima fascia. La palma di Università più cara va al Politecnico di Milano: per frequentarla gli studenti devono versare tasse medie minime di 748,50 euro. Battuta l’Università di Parma, che fino allo scorso anno deteneva il primato di ateneo più caro dello Stivale. Segue Padova, che per la fascia più bassa prevede mediamente imposte di 722,77 euro annui.
Tasse d’oro in un ateneo su cinque. A guida la classifica delle tasse universitarie “over-size”, il Politecnico di Milano, con più di 1.600 euro in media di tasse annuali per ogni studente. A seguire ancora Milano, con La Statale, che si ferma ai 1.470 euro l’anno. Rette alte che, va detto, riflettono, nella maggioranza dei casi, un’offerta qualitativa nettamente sopra la media nazionale. Al terzo posto della classifica si piazza l’Università di Modena e Reggio Emilia, con quasi 1.400 euro annui di tasse universitarie. Completano la graduatoria la Ca’ Foscari di Venezia, l’Università di Pavia, quella di Brescia e quelle di Torino, Como, Genova e Ferrara. Conferma, invece, per l’economicità degli atenei del Sud, che assicurano tasse universitarie piuttosto contenute (in media del 28,3%).
Aumeto delle tasse universitarie e diminuzione dei diritti degli studenti
Si dice, ed è scritto nel Manuale di economia per principianti, che al costo di un servizio, a maggior ragione se significativamente elevato, debba – in teoria – corrispondere una qualità dello stesso quantomeno proporzionata alla spesa sostenuta. Adagio o regola se volete che male si applica ai nostri atenei. L’Italia, infatti, risulterebbe indigesta a studenti e famiglie non solo per qualità e tenore delle tasse universitarie, ma anche rispetto al cosiddetto «diritto allo studio», più che un indicatore la ratio stessa di ogni intervento diretto al benessere della pubblica istruzione, che gli esborsi sanguinosi di cui sopra dovrebbero foraggiare, ma che la realtà ci restituisce ogni giorno più depresso e vilipeso. Secondo l’ultimo rapporto Ocse, la nostra Università vanta la percentuale più bassa di studenti con borse di studio (il 20%) unitamente alla percentuale più bassa (a pari merito con la Spagna) di residenze universitarie (il 2% sul totale degli studenti).
Universitarie più care, ma meno utili ed eque
Intanto Renzi e Ministero promettono ossigeno a borse di studio e prestiti agevolati per gli studenti quali strumenti indispensabili a controbilanciare le conseguenze negative delle tasse universitarie e dei loro aumenti sul numero di iscrizioni, in particolare per i soggetti più vulnerabili. Forse in tempi di Riforme costituzionali, patti del Nazareno ecc, qualcuno si ricorderà di quell’art. 34 della Carta Costituzionale, che ai commi 3 e 4, assolutizza il diritto allo studio per capaci e meritevoli. Sognare non costa niente, attendere giustizia invece sì. Toccherà di nuovo alle famiglie (già scoraggiate da lauree che sempre più spesso sanno di lusso e “scommessa”) l’alto sacrificio di stringere la cinghia e “ringraziare” per le inadeguatezze di ieri e (quasi certamente) di domani? Campa cavallo che la retta cresce.
Quali sono le tasse universitarie e quanto sono alte
L’entità effettiva delle rette, com’è noto, varia in funzione del reddito, del tipo di corso (più care le facoltà scientifiche che le umanistiche) e dell’ateneo prescelto. La contribuzione studentesca è una conseguenza diretta dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) relativo al singolo studente.
Le tasse universitarie sono:
- Tassa Regionale di 140,00 euro: tasse universitarie riscosse dal singolo ateneo per conto della relativa Regione;
- Tasse universitarie di iscrizione o di immatricolazione;
- Bollo: tasse universitarie relative alla domanda di iscrizione o di immatricolazione
- Prima Rata: caratterizzata da un importo uguale per ciascuno studente, ad eccezione dei beneficiari di borse di studio e degli studenti il cui Isee presenti un importo totale di tasse e contributi inferiore all’ammontare della prima rata di tasse universitarie.
- Seconda Rata: importo caratterizzato dalla differenza tra il totale di tasse universitarie e contributi dovuti in base all’Isee e l’importo versato con la prima rata.
- Terza Rata: alcuni atenei la prevedono; si applicano le stesse regole relative alla seconda rata
Differenza tra Contributi Universitari e Tasse Universitarie
La tassa va versata in quanto controprestazione di un servizio reso dall’Università, mentre i contributi sono prelievi coattivi relativi ad opere di pubblica utilità. Secondo l’articolo 2, secondo comma:
“I contributi universitari sono determinati autonomamente dalle università in relazione ad obiettivi di adeguamento della didattica e dei servizi per gli studenti, nonché sulla base della specificità del percorso formativo”
Tasse Universitarie e ISEE 2014-2015
Lo studente che non dichiara il proprio reddito nel modulo di autocertificazione relativo all’immatricolazione o all’iscrizione, viene inserito direttamente nell’ultima fascia contributiva quindi in quella più costosa. In genere coloro che sono esonerati dal pagamento delle tasse sono i vincitori di borse di studio regionali. Inoltre, le Università italiane al fine di garantire il diritto allo studio agli studenti disabili, cosi come previsto dalla Legge 5 febbraio 1992 n. 104 e dalla Legge 28 gennaio 1999 n. 17, riconoscono, dietro richiesta, diverse agevolazioni economiche:
- esonero totale delle tasse universitarie per gli studenti disabili con invalidità riconosciuta pari o superiore al 66%, indipendentemente dalla condizione economica e dal merito
- esonero parziale delle tasse universitarie a favore degli studenti con una invalidità riconosciuta tra il 45% e il 65%
- offerta del servizio di ristorazione a tariffa agevolata
- offerta di alloggio attrezzato anche per eventuale accompagnatore
- maggiorazione degli importi delle borse di studio
- rimborso spese viaggio e percorsi personalizzati
- fornitura di supporti didattici, informatici e tecnologici utili a rendere gli studenti disabili il più possibile autonomi e indipendenti
- fornitura gratuita agli studenti ipovedenti, non vedenti e dislessici, dei testi universitari in formato elettronico e/o in braille.
Tabella Tasse Universitarie 2014-2015: aumento costi e tasse universitarie per ateneo
Per tutte le informazioni su ogni singola Università visita l’area dedicata su Controcampus
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
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