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Fondazione Teatro Mercato San Severino: l’Opera da tre soldi

R. C.
25/11/2024

Stagione Teatrale 2014-2015: “L’Opera da tre soldi” di Alfano e Scardino in scena con la Fondazione Teatro Mercato San Severino.

Un’inebriante pièce corale sublimata dai geniali “dipinti” di Esposito e dal linguaggio mordace di Tarantino

Grande successo, giovedì sera, al Teatro Mercato San Severino, per “L’opera da tre soldi”, secondo appuntamento della Rassegna ideata dal Dott. Giovanni Basile, Presidente dalla Fondazione Teatro Mercato San Severino.

La poliedrica rivisitazione della commedia di Brecht (una sorta di romanzo criminale ambientato nell’irto sottobosco londinese dell’epoca vittoriana) è un lavoro di scavo che ammalia, conquista e stupisce. Dal trancio della quarta parete (straniamento), alla dialettica dei contrari. Fino a scalfire la quintessenza della piece: l’allegoria dello sfruttamento capitalistico e l’abiura al malcostume, alla corruzione e alla connivenza tra i maliziosi personaggi, echeggiate, con stile ed onestà, da una recitazione mimetica, docile, tollerante. Il tutto, ovviamente, mitigato da consueti costumi vintage, ironia grottesca, melodie simboliche e danzerecce.

Fondazione Teatro Mercato San Severino: cos’è  l’Opera da tre soldi

Pur mantenendo un fedele contatto col drammaturgo tedesco, la rilettura di Alfano e Scardino è infarcita d’afflati cultural popolari che la rendono glamour e naif. Gli occhi dello spettatore strabuzzano, increduli, dinanzi all’estemporaneo e riuscito orpello scenografico. I due registi, infatti, rielaborano la tagliente e sarcastica ideologia letteraria, con allusive e roventi trasposizioni in chiave moderna, rimpinguandone i dardi con omaggi a Tarantino ed alla Sand Painting.

A far da sfondo, infatti, non sono le scarne scenografie del fondatore del Berliner Ensemble, ma dei veri e propri disegni realizzati, dal vivo, con la sabbia, su lavagna luminosa, da Licio Esposito. I cartelli di legno, destinati ad annunciare le variazioni sceniche, sono dunque sostituiti e corroborati da avveniristici dipinti su rena.

Amabile l’ossequio al “Cinema Pulp” di Quentin Tarantino. I protagonisti del Lab – Laboratorio – Teatro degli attori, rievocano, con trasporto, alcune scene cult del regista statunitense: dal mitico mister pink de Le Iene, all’elogio del massaggio ai piedi ed all’immarcescibile monologo in salsa veterotestamentaria di Pulp Fiction (Jules Winnfield, Ezechiele 25 – 17), passando per i cavalieri incappucciati di Django Unchained. L’opera è una firma d’autore, uno show (nello show) meraviglioso, poetico, magico, ideato per romantici sognatori. Il pubblico gradisce e partecipa, ammirando, con interesse, entrambi gli spettacoli.

Applausi meritati per il cast composto da Francesca Rondinella, Ciro Girardi, Adriana Fiorillo, Carla Avarista, Roberto Lombardi, Cristina Recupito, Igor Canto, Ascanio Ferrara, Marco Villani, Luigi Vernieri, Rosaria Vitolo, Tanino Consiglio, Piergiorgio Iannone e Gino Del Bagno. Applausi anche per la Fondazione Teatro Mercato San Severino. Suggestiva, la locandina dello spettacolo, curata dal fumettista salernitano Bruno Brindisi (celeberrimo disegnatore di Dylan Dog).

Pochi minuti prima dell’apertura del sipario, nei camerini del Teatro Mercato San Severino abbiamo intervistato alcuni protagonisti del secondo appuntamento della Rassegna organizzata dalla Fondazione Teatro: il Regista Franco Alfano, il Maestro Roberto Marino e gli attori Ciro Girardi e Adriana Fiorillo.

Franco Alfano: Lei è un navigato ed affermato regista campano. Questa sera, insieme alla collega Elena Scardino, dirigerà “L’opera da tre soldi”, rilettura in chiave moderna della sublime pièce del maestro Brecht. Quali sono i parallelismi e le differenze tra la vostra rivisitazione e l’opera dell’autore tedesco?

“Abbiamo soltanto intrecciato Brecht con il cinema e, in particolare, con alcuni celebri film di Quentin Tarantino. Il parallelismo proviene dalla natura dell’argomento e riguarda il legame tra gli ultimi, la parte sbandata della società, e il malaffare. Abbiamo inserito alcuni riferimenti alle opere del regista statunitense sia per la similitudine tra gli argomenti trattati, sia perché i suoi film sono corredati da rapidi passaggi linguistici dal tragico al comico che, in certo senso, riecheggiano la pièce di Brecht. Le citazioni letterarie riguardano, in particolare, Pulp Fiction, Le Iene e Django”.

Lei è uno degli ideatori del Lab – Laboratorio Teatro degli attori. Potrebbe parlarci di quest’interessantissima iniziativa?

“Stiamo lavorando ormai da un anno e mezzo. Nel corso delle ultime due estati abbiamo organizzato alcune rassegne teatrali. Poi, dal 25 aprile al primo maggio scorso, abbiamo dato vita ad una sorta di Festival dell’etica, del comportamento, del modo di essere. L’esistenza, infatti, era intesa anche in senso morale. Comunque sia, stiamo cercando di edificare delle relazioni crescenti tra le varie arti, in particolare tra recitazione, pittura, poesia e grafica. Quest’anno organizzeremo anche dei corsi di teatro. Tra qualche giorno, inizieremo a diffondere il nostro programma”.

Maestro Marino: Lei, invece, rallegrerà l’atmosfera con i suoi arrangiamenti musicali. Ci parli dell’opera e, in particolare, del suo sfondo melodico.

“E’ un bel ritratto sociale. E’ un testo che è stato scritto in un’epoca molto parallela a quella odierna. Il legame con l’opera di Bertolt Brecht è piuttosto diretto. E’ come se rivivessimo il nostro mondo attuale. La delinquenza connivente con le forze dell’ordine o con la politica ad esempio. L’opera è una sorta di musical, sebbene abbia radici un po’ più antiche e differenti. La musica quindi è importantissima. Ho cercato di restituire una sorta di rusticità a questa partitura, inserendo qualche mio piccolo intermezzo, senza tuttavia alterare l’essenza del lavoro di Kurt Weill. Per ragioni di spazio, però, abbiamo ridotto il tutto a quattro strumentisti.”.

Ciro Girardi, esperto attore di teatro (l’anno prossimo festeggerà 30 anni di carriera), vestirà i panni di Macheath, l’oscuro protagonista dell’Opera da Tre Soldi. Qual è la sua opinione in merito allo spettacolo? Che cosa simboleggia per Lei il teatro?

“Si tratta di un’opera completa, una delle prime del panorama mondiale teatrale. Un’opera completa anche nelle forme attraverso le quali viene espressa. Dalla musica al canto ed alla recitazione, fino a scalfire le citazioni di alcune scene di Quentin Tarantino, rapportandole all’epoca e trasformando i personaggi. Poi abbiamo delle bellissime immagini sulla sabbia di Licio Esposito che vanno ad arricchire e modernizzare l’opera di Brecht. L’autore tedesco, infatti, presentava le scene con dei cartelli. Noi, invece, utilizziamo dei disegni realizzati in diretta sulla sabbia”.

Adriana Fiorillo, bellissima e talentuosa attrice salernitana, interpreterà Lucy Brown, la figlia di Jackie “Tiger”, corrotto capo della polizia della Londra vittoriana. Qual è la sua opinione in merito all’essenza di questo spettacolo? Che cosa rappresenta per lei il teatro?

“L’idea registica di questo spettacolo è quella di far comprendere che esiste davvero poca differenza tra ciò che accadeva negli anni ’20 e ciò che, invece, accade oggi. La storia dei mendicanti e della malavita di quasi un secolo fa, si ripete tuttora. Del resto, l’inserimento degli intermezzi di Tarantino, rende edotto lo spettatore sulla chiara volontà di paragonare le due epoche differenti, mettendone in risalto le similitudini. Il Teatro è vivere tre, quattro, cinque, sei volte. Il teatro è vivere più vite. Lo consiglierei a chiunque, non soltanto a chi volesse far l’attore nella vita. E’ una sorta di terapia, una magnifica esperienza di vita”.

L’Opera di Brecht. Die Dreigroschenoper (è questo il titolo in lingua tedesca) è un capolavoro teatrale con musica, costituito da un prologo e otto quadri. E’ un intrinseco omaggio al genere della “ballad opera”, corredato da laute alternanze di canto e recitazione. Una “zeitoper” (così Kurt Weill soleva descriverla), cioè una spigliata e sottile visione drammaturgico-musicale, dagli afflati contemporanei, incentrata su indagini sociali a dir poco pungenti. Tratta da “L’opera del mendicante” (Beggar’s Opera) di John Gay, melodramma d’impronta satirica scritto in collaborazione con il musicista Pepusch nel lontano 1728, la piece brechtiana andò in scena per la prima volta nel 1928, duecento anni dopo il debutto assoluto del celeberrimo successo del poeta britannico. L’Opera da tre soldi, rallegrata dalle musiche di Kurt Weill, è una sorta di romanzo criminale, ambientato nell’irto sottobosco londinese dell’epoca vittoriana, che offre molti spunti di riflessione. Dal declino crescente della moralità al surreale trionfo del male. Alla fine, infatti, Macheath, il protagonista, riesce a farla franca.

Calendario stagione 2014/15 Fondazione Teatro Mercato San Severino

Antonio Migliorino

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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