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Sanremo 2015: Anticipazioni, nomi, big e nuove proposte Sanremo 2015

R. C.
25/11/2024

Ancora pochi mesi e inizia Sanremo 2015, intanto fervono i preparativi del festival della canzone italiana: ecco le anticipazioni di Sanremo 2015 svelate da The Niro Quando inizia Sanremo 2015? Quali saranno i cantanti in gara a Sanremo 2015? Chi presenta quest'anno il festival della canzone italiana? Quali sono i nomi dei big, delle nuove proposte e le canzoni in gara? Ecco tutte le anticipazioni di Sanremo 2015.

Sanremo 2015: la 65° edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo costerà circa 16 milioni di euro e sarà condotta da Carlo Conti, forse in coppia con Emma Marrone ed Arisa.

Intervista esclusiva a The Niro: “L’anno scorso, sul palco con 40 di febbre…comunque non parteciperò al Festival del 2015”.

Ecco il calendario e i nomi di Sanremo 2015. Tutte le anticipazioni, dalle vallette agli ospiti in gara.

Anche quest’anno, Sanremo, suggestiva città dei fiori, aprirà le sue porte al maestoso mondo della musica italiana. Il palco del leggendario Teatro Ariston farà da cornice ad una vera e propria parata di stelle, pronte, come di consueto, a rallegrare gli animi di milioni di spettatori. La sessantacinquesima edizione della sublime kermesse canora, andrà in scena dal 10 al 14 febbraio 2015 e sarà condotta, per la prima volta, da Carlo Conti: immarcescibile talismano di Rai 1.

Anticipazioni Sanremo 2015: news, date, cantanti, big, giovani e ospiti

La prima news del Sanremo 2015 ha un sapore a dir poco simbolico. Stando ad alcune indiscrezioni, il Festival di Sanremo 2015 costerà circa 16 milioni di euro, 1,5 in meno rispetto all’anno scorso, e sarà simboleggiato da un’impronta essenzialmente tradizionalista. Dopo i fasti avveniristici e catodici dell’edizione targata Fazio – Littizzetto, il 2015 sarà l’anno del ritorno alle origini. A svelarlo è il nuovo regolamento della rassegna melodica ratificato dalla Direzione Rai.

L’edizione 2015, come detto, sarà scalfita dall’esordio del presentatore di Tale e Quale Show, e avrà il pregio di riecheggiare gli afflati della tipica tradizione sanremese, un vero e proprio marchio di fabbrica per tutti gli addetti ai lavori. “Nulla scientia melior musica animae harmonia”, recita un antico adagio. Il Festival di Sanremo continuerà, dunque, a simboleggiare l’intensa ed eterea osmosi tra armonia musicale e popolo italiano. Il pubblico può dormire sonni tranquilli: il retaggio culturale, le tradizioni canore e il consueto crogiolo floreale, contribuiranno a tramutare i timori e i tremori italici in allegria e spensieratezza.

Capitolo Vallette del Sanremo 2015. Diciamo la verità: se non ci fossero loro, Sanremo non sarebbe veramente Sanremo. Secondo il settimanale “Oggi”, nel 2015, ad affiancare Carlo Conti saranno due talentuose ed eclettiche principesse della musica italiana, una bionda e l’altra mora, cioè: Emma Marrone ed Arisa (vincitrice della passata edizione)! Sarà vero? Chissà, lo scopriremo solo vivendo.

Sul fronte ospiti, invece, è verosimile ipotizzare che il conduttore toscano abbia in mente di contattare i suoi storici amici: Giorgio Panariello, Leonardo Pieraccioni e Massimo Ceccherini. Da non escludere è poi l’opzione Fiorello, presenza assai gradita dal pubblico Rai. Ma la vera “bomba”, sostengono gli esperti, sarà raffigurata da un ospite straniero con forti legami con il Bel Paese. Chi sarà? Probabilmente uno tra George Clooney, Richard Gere, Kevin Costner e Will Smith. Ma, ovviamente, si tratta solo di Toto – Sanremo!

Artisti Sanremo 2015

Artisti in gara a Sanremo 2015. Il 65° Festival di Sanremo sarà caratterizzato dalla presenza di 16 campioni (big), in gara con un unico brano, e da 8 nuove proposte di età compresa tra i 16 e i 36 anni. Le cinque serate saranno trasmesse da Rai 1, Rai Radio 1 e Rai Radio 2.

Al ritorno della giuria demoscopica, farà da contraltare il televoto online: il pubblico, infatti, potrà esprimere la propria preferenza non solo tramite sms e telefono fisso, ma anche via web.

In sostanza, nelle prime tre serate, le canzoni saranno votate dai telespettatori e dai giornalisti in sala, mentre nelle ultime due a decidere saranno le giurie: quella demoscopica, composta da melomani, e quella di esperti, costituita da veri e propri musicisti. Ecco i nomi dei probabili big in gara: Dear Jack, Valerio Scanu, Alessandra Amoroso, Dolcenera, Clementino, Rocco Hunt, Irene Grandi, Marco Carta, Marco Masini, Kekko dei Modà, Annalisa, Loretta Goggi, Nek, Deborah Iurato, Enrico Ruggeri e Romina Power.

Nel frattempo, la Commissione Musicale di Sanremo 2015, presieduta dal direttore artistico Carlo Conti, è al lavoro. A comporla sono grandi personaggi del panorama musicale e catodico italiano, quali Giovanni Allevi, Sergio Conforti (alias Rocco Tanica degli Elio e le Storie Tese), Carolina Di Domenico (attrice e conduttrice), Ivana Sabatini (autrice televisiva), Pinuccio Pirazzoli (direttore musicale di Sanremo 2015) e Claudio Fasulo (capostruttura di Rai 1). Spetterà a loro l’arduo compito di selezionare i sedici artisti della sezione big e ben sei nuove proposte; gli altri due giovani in gara, infatti, proverranno da Area Sanremo, il concorso-accademia, giunto ormai alle sue battute finali, impreziosito da una Commissione di Valutazione, scelta dal direttore responsabile Paolo Giordano, composta da: Roby Facchinetti, Giusy Ferreri, Dargen D’Amico e Mogol. Intanto, sono stati divulgati i nomi degli 8 vincitori dell’edizione 2014. Si tratta di Alessio Arena di Napoli, Paolo Barillari di Milano, Clàmor (gruppo) di Sassari, Mariangela De Santis (in arte Mariané) di Lecce, Dajana D’Ippolito (in arte Dajana) di Taranto, Erika Mineo (in arte Amara) di Prato, Tommaso Puleo (in arte Pool Jr) di Rovigo, Chantal Saroldi (in arte Chanty) di Savona. Solo due di loro saliranno sul palco  del Festival 2015.

Ecco quando inizia Sanremo 2015: calendario, date e giorni

Sanremo 2015 per The Niro: “mi è stato proposto di duettare”

Desiderosi di ampliare i nostri orizzonti conoscitivi in merito al Festival di Sanremo 2015 ed alla musica italiana, abbiamo contatto Davide Combusti, in arte The Niro, autore ed interprete della bellissima “1969”, canzone giunta in finale nel corso della sessantaquattresima edizione della kermesse nella categoria delle Nuove Proposte.

The Niro

The Niro, al secolo Davide Combusti, è un talentuoso cantautore e polistrumentista capitolino. La sua è una carriera costellata di lauti successi internazionali.

All’inizio del suo percorso artistico collabora con celeberrimi interpreti del panorama musicale mondiale, quali Amy Winehouse, Deep Purple, Lou Barlow, Zephyrs, Carmen Consoli e tanti altri. Partecipa ad un tributo mondiale in onore di Elliot Smith, leggendario musicista statunitense degli anni ’90, e viene notato da Chris Hufford, mitico manager dei Radiohead, grazie al quale partecipa al progetto Anti Atlas.

Nel 2008, pochi mesi dopo l’uscita del suo primo Ep, “An Ordinary Man”, ha pubblicato l’album di debutto, “The Niro”, corredato da brani in lingua inglese, edito dalla casa discografica Universal. Partecipa quindi al Concerto del Primo Maggio, alla Festa Europea della musica ed al Meeting delle Etichette Indipendenti, dove viene premiato come artista rivelazione dell’anno. Dopo cospicue esibizioni internazionali, nel 2010 pubblica il suo secondo disco, “Best Wishes” (Universal). Nel 2012, invece, pubblica “The Ship”, un vinile distribuito da Emi, ed, in seguito, assurge al rango di autore, firmando “Medusa” per Malika Ayane e “Sogno d’Estate” per Nathalie.  Il 2014 è l’anno della svolta. Pubblica il fantastico album “1969”, interamente scritto e cantato in italiano. Partecipa alla Kermesse musicale più seguita dagli italiani, interpretando, maestosamente, un brano dall’omonimo titolo. Davide (The Niro) che cosa rappresenta per te 1969? Parlaci di questo bellissimo album.

“Ti ringrazio per le belle parole. All’inizio presi la strada dell’italiano come una sorta di esperimento. Cominciai a riadattare nella mia lingua madre brani già scritti in inglese. Mi ero dato un periodo di tempo piuttosto limitato. Ero curioso di scoprire se potesse piacermi ascoltare la mia musica accompagnata da testi in italiano. Devo dire che, dopo qualche giorno, iniziai a prenderci gusto. E l’entusiasmo fu tale che, alla fine, decisi di dar vita ad un intero album nell’idioma di casa. 1969 è un brano che parla dello sbarco sulla luna e, nel contempo, del mio sbarco sul palco di Sanremo. Perché, specialmente all’inizio, ho suscitato sensazioni piuttosto inusuali. Per gli addetti ai lavori ero una sorta di ufo, uno degli outsider assoluti del Festival di Sanremo. E, in effetti, il mio era un brano per niente sanremese. Ti racconto un simpatico aneddoto. Quando la mia etichetta discografica mi propose di partecipare al Festival i vertici mi dissero che sarei potuto andare con qualsiasi brano, anzi per una volta nella vita erano felici di proporre qualcosa di diverso, un po’ fuori dai canoni. Mi fece molto piacere. E devo dire che arrivare in finale con 1969 è stato davvero magnifico”.

The Niro in concerto

Potresti descriverci le emozioni provate al Festival di Sanremo? The Niro ci sarà al Sanremo 2015?

“Quest’anno non parteciperò al Festival. A dire il vero, mi è stato proposto di duettare con un altro artista per presentare un brano in coppia a Sanremo 2015. Per me Sanremo è stata un’esperienza bella ed emozionante. Soprattutto per la mia famiglia: sono loro i veri fan della Kermesse. Io l’ho sempre guardata. Ho sempre gradito molto l’estetica e i costumi. Ma in tutta sincerità non avevo mai avuto particolari aspirazioni. Non per snobismo, sia chiaro! Ma perché ho sempre pensato che il mio non fosse un genere adatto. Sanremo, in realtà, simboleggia un mondo più classico rispetto al mio. Per cui ho vissuto l’esperienza ligure con il sorriso, quasi come un turista. Tra l’altro, sul palco dell’Ariston, durante l’esibizione canora, avevo anche quaranta di febbre, e ho avuto delle difficoltà ulteriori. Comunque sia, conservo un ottimo ricordo del Festival di Sanremo, e ci ritornerei volentieri. Quest’anno ho scritto alcuni brani per dei cantanti in concorso tra le Nuove Proposte. Per cui, chissà, magari qualcuno sarà ammesso, e in un modo o nell’altro, ritornerò a Sanremo come autore.

Secondo te per diventare cantanti affermati basta il talento, o serve anche un pizzico di coraggio? Quali consigli daresti ad un giovane che volesse intraprendere una carriera nel mondo della musica?

“Ad un giovane consiglierei di evitare i cliché, di non ispirarsi a modelli lontani dal proprio stile. Consiglio loro di essere autentici. La verità è un mezzo di comunicazione assoluto che ha il pregio di offrire il successo anche a coloro i quali non hanno una bella voce. Credo che comunicare in modo viscerale la propria verità ti permetta di essere amato ed idolatrato dal pubblico. Il consiglio, dunque, è di cercare la propria identità musicale, di imparare ad accettare se stessi”. 

Secondo alcune correnti di pensiero il Festival di Sanremo rappresenta una sorta di cartina al tornasole per evidenziare l’evoluzione antropologica degli italiani. Del resto, gli ultimi settanta anni di storia potrebbero essere narrati attraverso le immagini e le voci dei principali interpreti della kermesse canora. Che idea ti sei fatto in merito all’importanza culturale della manifestazione?

The Niro a Sanremo

“Il Festival è un po’ una cartina di tornasole di ciò che accade in Italia. Da un punto di vista evolutivo, non ricordo moltissimi brani innovativi. Credo non ci sia stata una grandissima evoluzione. La scrittura classica dei testi, specialmente di quelli trionfanti, è rimasta pressoché invariata negli anni. Ritengo,  che il linguaggio sanremese abbia sempre avuto grandi estimatori e possa essere tuttora esportato. Gli Abba, scrivevano brani in italiano, o meglio in un finto italiano, probabilmente proprio perché il nostro idioma ha il pregio di esprimere, da un punto di vista melodico, ciò che spesso tante altre lingue non riescono a comunicare. Da questo punto di vista, quello italiano è ancora un modello d’esportazione, anche se mi piacerebbe che i network radiofonici italiani abbiano un pizzico di coraggio in più nel sostenere le novità”

Nel 2011, la Cnn ti ha invitato a raccontare la tua città, Roma, attraverso la tua musica, in un documentario. Potresti parlarci di questa interessante collaborazione?

“La Cnn stava cercando degli artisti per realizzare un documentario su Roma, un ritratto della Capitale un po’ insolito. Per la parte musicale fui contattato io. Feci così da cicerone, accompagnando la troupe della nota emittente televisiva nelle varie tappe romane: Aventino, Gianicolo e Teatro Valle. In ogni tappa ho eseguito un brano dal vivo. Il documentario è tuttora trasmesso dalla Cnn. Devo ammettere che è stata un’esperienza davvero molto piacevole”.

Il 28 novembre è uscito “L’evoluzione della specie”, l’ultimo singolo estratto da 1969.  

“Nel brano cerco di approfondire un po’ la tematica dell’evoluzione umana, ponendo l’accento anche sugli aspetti più involutivi. Si tratta, infatti, di un’evoluzione che si è fermata da molto tempo. Cerco di evidenziare il fatto che l’essere umano sia rimasto, al di là dei progressi scientifici, all’interno della categoria sapiens sapiens. Dal pollice opponibile al lavoro instabile ed all’amore isterico. Affronto il tema con l’intento di denigrare il nefasto attaccamento dell’uomo per le cose materiali. E questo è il leitmotiv del brano. Il video, diretto da Andrea Giacomini, invece, simboleggia una sorta di omaggio alla Metamorfosi di Kafka ed agli horror movie degli anni cinquanta. Il protagonista è un uomo mosca allontanato dalla società fino a quando non diventa ricco e inizia ad attirare donne e successo. Quando torna umano però ci resta male perché si rende conto che la sua diversità, unita alla ricchezza, lo rendeva una persona unica. Quando esce fuori per riprendere la sua vita da anonimo si rende conto che nel frattempo sono diventati tutti delle mosche e che quindi alla fine era comunque diverso dagli altri”.

Davide parla benissimo l’inglese e, non a caso, è salito agli onori della cronaca musicale, esibendosi sui principali palcoscenici internazionali. Parlaci del tuo rapporto con l’idioma anglosassone?

I progetti di The Niro

“Ho cominciato a parlare bene l’inglese viaggiando. Al liceo, in realtà, studiavo più il francese dell’inglese. Poi, ho studiato lingue all’Università di Roma La Sapienza. Ho vissuto un periodo a Londra, poi negli States. Credo che l’inglese sia una lingua piuttosto argillosa; nel senso che si evolve in continuazione. E’ un idioma vivo. Quando resto in Italia per lunghi periodi, dopo un po’ inizio a sentirmi arrugginito. Negli States o in UK c’è sempre qualche nuovo modo di dire pronto ad emergere.  L’interesse discografico da parte dell’Italia è nato quando ho cominciato a suonare all’estero. L’esperienza negli States, ad esempio, mi ha concesso l’opportunità di stipulare un contratto con la Universal, che firmai al mio ritorno in Italia”.

Progetti futuri da comunicare ai tuoi fan?

“Sabato prossimo parteciperò alla Manifestazione “Musei in Musica”, che si tiene a Roma. Suonerò al Macro, fantastico museo d’arte contemporanea capitolino, in uno spazio espositivo molto bello, insieme a D’Ellera e D’Erasmo degli Afterhours. Il 13 dicembre, invece, sarò all’ex Chiesa di San Giovanni di Prato. Poi sto ricantando i brani di 1969 in inglese, perché sono stati richiesti dal mercato americano. E sto cominciando già a scrivere i brani per il prossimo album”.

 Antonio Migliorino

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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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