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Riforma Lavoro Renzi 2015 – Jobs Act: il punto di Giorgio Santini -Pd 

Redazione Controcampus 19 Marzo 2015
R. C.
03/12/2024

La Riforma Lavoro Renzi 2015 secondo Giorgio Santini, onorevole nella lista del Partito Democratico: ecco cosa cambia con la Jobs Act e quali sono le novità.

Ecco tutte le ultime notizie sulla Jobs Act 2015: cos’è, come è strutturata e cosa cambia.

La Riforma Lavoro e semplificazione, la Delega in materia di ammortizzatori sociali, in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive e la delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali

Obiettivi, prospettive, criticità, quelli che pesano sul tavolo della prossima Riforma Lavoro Renzi, che abbiamo messo in riga, cercando di condensarne significati ed interrelazioni, nella nostra esclusiva intervista all’On. Giorgio Santini, vicentino, eletto nelle fila del PD e già Segretario generale aggiunto della Cisl.

Il punto di Giorgio Santini del Pd sulla Riforma Lavoro Renzi 2015

Senatore Santini, ad ogni riforma lavoro, come Lei ben sa, si ripropone l’eterno dibattito tra chi sostiene che maggiore flessibilità equivalga a maggiore occupazione e chi, invece, che preconizza una nuova, dolorosa contrazione dei diritti dei lavoratori. On. Santini come valuta, nel complesso, le novità contenute nel Jobs Act?

 “Si tratta di un complesso di interventi di assoluto spessore riformista, che tocca ambiti strategici per il futuro prossimo e non solo del Paese: pubblica amministrazione, istruzione, scuola, giustizia, fiscalità. Ovviamente la crisi economica che ci attanaglia non si contrasta né supera esclusivamente attraverso misure di tipo emergenziale e congiunturale. Serve, bensì, una programmazione strutturale capace di rilanciare, nel nostro mercato, la capacità di fare impresa, di creare posti di lavoro, di redistribuire la ricchezza sulla base dei principi di giustizia sociale e solidarietà. Legge delega ed emendamenti, in questo senso, vogliono disegnare un meccanismo più flessibile, anche dal punto di vista del diritto del lavoro, un sistema più moderno ed efficiente. La strada indicata dai Governi precedenti, rispetto al lavoro a tempo indeterminato soprattutto, non ha dato i frutti sperati, a dispetto delle ingenti cifre messe a bilancio. Con il Jobs Act si decide di agire sui due fattori basilari che hanno contribuito ad innescare la “fuga” dal contratto a tempo indeterminato: l’atteggiamento di molte imprese che, data l’incertezza economica, hanno ritenuto poco o per nulla conveniente utilizzare i contratti a tempo indeterminato preferendo, pertanto, forme decisamente precarizzanti (pensiamo al fenomeno, diffusissimo, delle false partite Iva o all’abuso dei contratti a progetto) e l’offerta di contratti molto eterogenei, anche dal punto di vista della risoluzione. Ovviamente c’e’ ancora molto da fare, specie per quanto riguarda l’elaborazione di decreti attuativi coerenti con le linee guida della legge delega.”

Parliamo di contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, il passaggio certamente più “coraggioso” ma anche il più controverso del cosiddetto Jobs Act – Riforma Lavro. Come si colloca questa novità rispetto alla ormai nota questione della revisione dell’art. 18? Che senso ha “toccare” questo aspetto dello Statuto dei Lavoratori? Sfidare quel “Noli me tangere” opposto da minoranza Pd e Sindacati?

“La Riforma Lavoro Jobs Act prevede principi innovativi destinati a fornire risposte concrete alla situazione critica del mercato del lavoro. Non è, quindi, una riforma dedicata prettamente alla modifica dell’art.18, come appare dal dibattito generale, ormai ingessato sulla questione. I dati degli ultimi anni certificano che il contratto a tempo indeterminato viene utilizzato con percentuali molto basse (15%), mentre il rimanente 85% delle assunzioni avviene con contratti temporanei.

Il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti non elimina le tutele in caso di licenziamento ingiustificato, ma le ridefinisce in maniera più flessibile integrando (attraverso alcune modifiche dell’attuale normativa L.92/2012) la tutela individuale del posto di lavoro con una maggiore tutela e un potenziamento degli ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione. Con un occhio di riguardo soprattutto per i giovani.

Lo Jobs Act prevede, infatti, che il contratto a tempo indeterminato divenga la forma privilegiata di rapporto di lavoro e debba essere reso più conveniente rispetto a oneri diretti ed indiretti e alle altre tipologie di rapporti temporanei. Se perdiamo di vista questo quadro di riferimento e ci fossilizziamo sull’art.18 commettiamo una grave ingenuità. Ai detrattori, ricordo che i contenuti della delega-lavoro sono in linea con le migliori esperienze riformistiche dei paesi europei più avanzati.

L’art.18, resta inteso, non va preso alla leggera, ma esso non può impedire l’approvazione della delega-lavoro senza cui il mercato del lavoro rimarrebbe bloccato allo status quo, lasciando al soprattutto giovani e lavoratori over-50. Chi osteggia questa riforma adducendo motivazioni “di sinistra”  dice no ad una riforma che vuole facilitare le assunzioni con contratti di lavoro più stabili e duraturi. Non ha senso parlare di libertà di licenziare. Nella sostanza in caso di licenziamento senza giusta causa, i lavoratori continueranno a poter ricorrere al giudice e sarà previsto il reintegro nei casi di licenziamento discriminatorio e nei licenziamenti disciplinari secondo specifiche fattispecie che saranno definite dallo stesso Decreto Legislativo.”

Riforma Lavoro e Legge di Legge di Stabilità

Veniamo al binomio Riforma Lavoro-Legge di Stabilità. Qui la domanda che tutti si fanno è: riuscirà il Governo a recuperare le risorse necessarie a rendere operativa la Jobs Act? Le coperture attualmente previste basteranno a sostenere una programmazione così vasta e capillare?

“A tal proposito ricordo che nella Legge di stabilità 2015 sono contenute misure e risorse che danno immediata applicazione a quanto contenuto nel Jobs Act – Riforma Lavoro. In particolare si prevede:

  • un forte incentivo per il 2015 per le nuove assunzioni con il nuovo contratto a tempo indeterminato attraverso la totale de-contribuzione per tre anni per un valore annuo di 1,9 mld euro;
  • la cancellazione della tassazione Irap riferita al lavoro, impegnando risorse per 2,7 mld euro;
  • lo stanziamento 1,7 mld di euro per sostenere la riforma degli ammortizzatori sociali, in particolare per rendere universale l’Aspi e aumentarne la durata.
  • la conferma definitiva degli 80 euro al mese per 11 milioni di lavoratori dipendenti con un reddito annuo fino a 26.000 euro con l’intento di sostenere i consumi e la domanda interna per far ripartire l’economia. Si tratta della misura cardine della legge di stabilità per un valore annuo di 9,5 mld di euro;
  • la decisione di assumere in ruolo dal settembre 2015 150.000 insegnanti, impegnando 1,2 mld di euro.

Tutti questi interventi intendono collegare saldamente gli obiettivi del Jobs Act con le misure e gli stanziamenti della legge di stabilità, che in questo senso assume una impostazione chiaramente a favore del lavoro e della coesione sociale.”

A preoccupare non sono solo i dati sulla disoccupazione, ma anche quelli sul salario, specie dei più giovani, che tra false partite IVA e contratti fuori dai percorsi nazionali sono spesso alla mercé dei datori di lavoro, con uno stipendio medio pro-capite stimabile attorno agli 800€ mensili e prospetive pensionistiche spesso completamente azzerate. Senza citare, poi, il lavoro nero vero e proprio. Che risposte dà alla Jobs Act di Renzi?

“Anzitutto vanno assolutamente superate le Associazioni in partecipazione e le false partite Iva che a lungo hanno “inquinato” il mercato del lavoro giovanile. E non solo: vanno maggiormente considerate sotto il profilo dell’alleggerimento fiscale le partite Iva autentiche risultanti da percorsi professionali liberamente scelti. Il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti potrà essere utilizzato fin dal prossimo mese per le nuove assunzioni che godranno anche la decontribuzione per i primi tre anni. Per ora è indispensabile insistere sul superamento dei contratti maggiormente precari e delle forme spurie come il lavoro intermittente, il lavoro a chiamata e il lavoro accessorio. Ancora, dobbiamo lasciarci alle spalle  l’attuale contratto a progetto che, troppo spesso, diventa pretesto per semplice aggiramento del contratto di lavoro dipendente e delle relative tutele. In larghissima parte i contratti a progetto potranno essere trasformati ora nel nuovo contratto a tempo indeterminato a tutela crescenti. Bisognerà, poi, rivitalizzare strumenti come tirocini e stages, che molto spesso si risolvono in periodi ripetuti di lavoro senza prospettiva di inserimento, privi di un reale arricchimento professionale. Ciò sarà possibile, in parte, ricomprendendo tirocini e stages all’interno dei percorsi scolastici, come previsto (non a caso) dal progetto la Buona Scuola, in cui si calcolano ben 200 ore di alternanza scuola-lavoro negli ultimi anni del ciclo scolastico. Con una forte semplificazione delle forme contrattuali e con la cancellazione di quelle maggiormente precarie, quindi,  il mercato del lavoro potrà progressivamente consolidarsi sul piano della stabilità dei rapporti di lavoro e sulla qualità e valorizzazione della professionalità dei giovani lavoratori. Fatto, che spero, ci aiuterà ad arginare la tristemente nota fuga dei cervelli per necessità e non per scelta.”

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto