Le news sul XVII Rapporto annuale Almalaurea 2014-2015. Ecco perché iscriversi all’università, conviene. Intervista esclusiva al Presidente del Consorzio Fabio Roversi Monaco che dichiara: “Il Rapporto Almalaurea 2014-2015 conferma che si può sperare in un 2015 più roseo”.
Qualche settimana fa è stato pubblicato l’attesissimo Rapporto Almalaurea 2014-2015 sulla condizione occupazionale delle corone d’alloro italiane. La laurea continua a simboleggiare un ottimo grimaldello, un passepartout aguzzo, adunco, in grado di aprire le serrature più dorate del panorama lavorativo italiano. E’ questo il file rouge, il leitmotiv, dell’impeccabile Rapporto Almalaurea 2014-2015
Medicina, ingegneria, chimica ed economia sono i corsi di studio che offrono le migliori chances lavorative. I laureati guadagnano più dei diplomati. Restano in piedi, purtroppo, le differenze salariali tra uomini e donne e quelle geografiche tra Università del Nord e del Sud. Ma le prospettive retributive ed occupazionali aumentano progressivamente a 5 anni dal conseguimento del titolo. Il Rapporto Almalaurea 2014-2015 ha coinvolto quasi 490 mila laureati di 65 atenei aderenti al Consorzio, ed ha il pregio d’evidenziare ed argomentare, attraverso impeccabili statistiche, la situazione occupazionale delle corone d’alloro italiane.
XVII Rapporto AlmaLaurea 2015: Il Punto del Presidente Fabio Roversi Monaco
Al fin di ampliare i nostri orizzonti conoscitivi in merito al Rapporto Almalaurea 2014-2015 ed alle disparità tra atenei del nord e del sud, abbiamo intervistato il Prof. Fabio Roversi Monaco, Presidente del Consorzio Interuniversitario.
Presidente Roversi Monaco potrebbe renderci edotti sulle nevralgiche funzioni e sugli obiettivi del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea?
“Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, nato nel 1994, “dal basso” come sperimentazione dell’ateneo di Bologna che costituì l’Osservatorio statistico, oggi con 72 atenei, arriva a rappresentare la quasi totalità (90%) della popolazione dei laureati italiani. Il Consorzio – spiega il Presidente Fabio Roversi Monaco – ha creato un meccanismo capace di valutare e monitorare nel breve, medio e lungo periodo gli esiti di studio ed occupazionali dei laureati.
Grazie alle sue indagini annuali restituisce così a ognuna delle Università aderenti una documentazione completa, tempestiva, affidabile sulle caratteristiche dei propri studenti e contribuisce ad assicurare agli Organi di Governo degli Atenei aderenti, ai Nuclei di Valutazione, alle Commissioni impegnate nella Didattica e nell’Orientamento, attendibili e tempestive basi documentarie e di verifica, volte a favorire i processi decisionali e la programmazione delle attività, con particolare riferimento a quelle di formazione e di servizio destinate al mondo studentesco. L’immediata consultabilità on-line della documentazione, disaggregata per tipo di corso, Ateneo, facoltà/scuola/dipartimento, gruppo disciplinare, classe e corso di laurea permette a ogni Università di rispondere anche alle richieste del Ministero dell’Istruzione e dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR). Grazie alla sua banca dati, in cui sono raccolti oltre 2.000.000 di curricula certificati, in gran parte aggiornati con le esperienze di lavoro più recenti, sia in italiano che in inglese, AlmaLaurea opera per agevolare l’accesso dei giovani al mercato del lavoro italiano, valorizzando le loro esperienze professionali e formative in modo efficace e rappresenta, al tempo stesso, per le aziende pubbliche e private italiane ed estere, uno strumento importante di supporto alla valutazione dei potenziali candidati all’assunzione, così come una base fondamentale per ogni efficace azione di orientamento nella scelta dei percorsi al termine degli studi secondari”.
Miglioramento del tasso di occupazione secondo l’indagine AlmaLaurea
“Il XVII Rapporto Almalaurea 2014-2015 mostra come tra uno e cinque anni dal titolo si registri un miglioramento del tasso di occupazione per tutti i gruppi disciplinari indagati. Focalizzando l’attenzione sui soli laureati magistrali biennali emerge che l’occupazione è significativamente superiore alla media, a cinque anni dalla laurea, per i laureati delle professioni sanitarie (97%) e di ingegneria (95%); seguono i gruppi chimico-farmaceutico ed economico-statistico (90%). Il miglioramento si registra anche a livello retributivo: in testa si posizionano, con guadagni superiore alla media, i laureati in ingegneria e delle professioni sanitarie (1.693 e 1.593 euro, rispettivamente). Retribuzioni superiori alla media anche per i laureati dei gruppi economico-statistico, chimico-farmaceutico e scientifico (oltre 1.450 euro in tutti i casi).”
“Il messaggio resta ad ogni modo uno: fate l’università e fatela bene perché, sebbene nella fase di ingresso al mercato del lavoro i giovani italiani, laureati inclusi, abbiano incontrato notevoli difficoltà in questi anni di crisi, la laurea continua a rappresentare un efficace strumento contro la disoccupazione. Come ribadito anche nel Rapporto Almalaurea 2014-2015 – continua Roversi Monaco – i laureati godono di vantaggi occupazionali rispetto ai diplomati sia nell’arco della vita lavorativa sia, e ancor più, nelle fasi congiunturali negative come quella che stiamo vivendo. Se prescindiamo dai lavoratori con la scuola dell’obbligo, i più colpiti dalla crisi, il tasso di disoccupazione a cavallo della recessione, ovvero tra il 2007 e il 2014, è cresciuto di 8,2 punti per i neolaureati (ovvero di età compresa tra i 25-34 anni), passando dal 9,5 al 17,7%, e di ben 16,9 punti per i neodiplomati (di età compresa tra 18 e i 29 anni), aumentando dal 13,1 al 30%. Ne deriva che, nel medesimo periodo, il differenziale tra il tasso di disoccupazione dei neolaureati e dei neodiplomati è passato da 3,6 a 12,3 punti percentuali, a conferma delle migliori opportunità lavorative dei primi rispetto ai secondi. Le performance lavorative dei laureati restano migliori di quelle dei diplomati anche nell’intero arco della vita lavorativa, sia in termini di opportunità occupazionali (il tasso di occupazione è pari al 75,7% per i primi, contro il 62,6% dei secondi) che retributive (fatto 100 il guadagno dei diplomati, i laureati guadagnano circa il 50% in più)”.
Secondo il rapporto almalaurea 2014-2015, restano in piedi, purtroppo, le differenze salariali tra uomini e donne e quelle geografiche tra Università del Nord e del Sud Presidente Roversi Monaco, secondo Lei, alla fine, riusciremo ad abbattere le differenze geografiche e di genere?
“Il XVII Rapporto Almalaurea conferma che si può sperare in un 2015 più roseo. Tuttavia, il lungo periodo di recessione ci consegna un pesante fardello e conferma le persistenti difficoltà occupazionali di coloro che si sono laureati a cavallo della crisi, come testimoniano i dati relativi ai laureati indagati a cinque anni dal titolo. Si tratta di una gravosa eredità, che condizionerà le opportunità occupazionali, retributive, di carriera, di questi laureati anche nella fase di ripresa dell’economia e in un orizzonte di medio-lungo termine. A soffrire maggiormente sono soprattutto le fasce storicamente più deboli del mercato del lavoro: donne e residenti al Sud. Prendendo in esame i soli laureati magistrali biennali, emerge infatti che a cinque anni dal conseguimento del titolo le differenze di genere sono significative dal punto di vista del tasso di occupazione che di stabilità contrattuale, e sempre a favore dei maschi. E anche dal punto vista retributivo, il differenziale resta elevato, pari al 21%, a favore dei maschi: isolando quanti lavorano a tempo pieno e hanno iniziato l’attuale lavoro dopo la laurea, la retribuzione è pari a 1.597 euro per gli uomini, contro 1.316 euro delle donne. A cinque anni dalla laurea permane inoltre lo storico divario territoriale: tra Nord e Sud il differenziale occupazionale è di 11,5 punti percentuali: lavora l’86% dei laureati residenti al Nord, mentre al Sud l’occupazione coinvolge il 75% dei laureati. Anche per quanto riguarda le retribuzioni il differenziale Nord-Sud è nell’ordine del 22,5% (1.373 euro mensili netti contro 1.121). Il messaggio – conclude Roversi Monaco Presidente del Consorzio, autore del Rapporto almalaurea 2014-2015 – anche in questo caso è chiaro: prevenire è sempre meglio che curare. Ma prevenire significa prima di tutto comprendere che il progresso del Paese passa attraverso una maggiore trasparenza del mercato del lavoro, il miglioramento dell’incontro tra domanda e offerta di capitale umano e l’attuazione di politiche che portino gradualmente all’annullamento delle differenze di genere e territoriali non più sostenibili. Solo così il nostro Paese potrà crescere”.