“I titoli rilasciati dalla nostra università hanno i presupposti per essere riconosciuti ai sensi della Convenzione di Lisbona del 1997”.
La laurea in svizzera continua a sedurre migliaia di studenti italiani.
Negli ultimi anni, infatti, tantissime aspiranti corone d’alloro si sono spinte al di là degli italici confini, nella terra di Zwingli, Rousseau e Calvino, attratte da un sistema universitario ritenuto meno ostico di quello nostrano.
Una delle mete più gettonate è, senza ombra di dubbio, l’Unipsa, l’università telematica a distanza più rinomata della Svizzera italiana. Un ateneo che ha il pregio di offrire ai propri iscritti (in prevalenza studenti lavoratori) servizi accademici estremamente funzionali ed efficienti.
Negli ultimi tempi, però, alcune correnti di pensiero hanno iniziato a coltivare dei dubbi in merito alla validità della laurea svizzera ed al candore normativo del sistema universitario elvetico. Titubanze che, peraltro, sono state manifestate, altresì, nei riguardi di altri titoli esteri (albanesi, spagnoli e romeni), probabilmente, a causa di un unitario motivo conduttore: l’inesistenza di un meccanismo di riconoscimento automatico della laurea estera, o ad esempio della laurea in svizzera, nel territorio italiano, ove, ad oggi, a decidere in piena autonomia restano le singole università.
Dai dubbi sul valore della laurea svizzera alla replica dell’Unipsa
Nei precedenti articoli abbiamo tentato di far luce sul mefistofelico sistema della spendibilità dei titoli esteri in Italia, ponendo l’accento su alcune nevralgiche normative. Abbiamo detto che il riconoscimento della laurea svizzera, e dei titoli accademici europei in generale, è regolato dalla Convenzione di Lisbona del 1997 del Consiglio d’Europa e dal sublime Processo di Bologna del 1999.
In tali normative si afferma, in soldoni, che “la competenza per il riconoscimento dei cicli e dei periodi di studio svolti all’estero e dei titoli di studio stranieri (ad esempio la laurea in Svizzera) è attribuita alle università italiane ed agli istituti di istruzione universitaria, che la esercitano nell’ambito della loro autonomia e in conformità ai rispettivi ordinamenti, fatti salvi gli accordi bilaterali in materia”.
Intervista esclusiva all’Unipsa sul valore legale della laurea svizzera
Desiderosi di ampliare i nostri orizzonti conoscitivi in merito al valore legale della laurea svizzera ed all’efficienza del sistema universitario elvetico, abbiamo posto qualche domanda al Direttore Generale dell’Unipsa Avv. Massimo Silvestri, il quale ci ha chiesto, tra l’altro, di poter replicare alle dichiarazioni rilasciate dal Cimea sulla laurea svizzera in un’intervista pubblicata, di recente, sulle colonne di Controcampus. Avv. Silvestri: il Cimea ha dichiarato che l’Unipsa non è inserita all’interno dell’elenco delle Istituzioni relativo all’Accordo Italia – Svizzera, né in quello afferente alle Istituzioni ufficiali svizzere pubblicato dal Centro Enic elvetico. Che cosa ne pensa?
“Informazioni inesatte, secondo il tribunale amministrativo federale la lista pubblicata dalla CRUS centro ENIC Svizzero non ha alcun valore vincolante, inoltre le allego la dichiarazione della CRUS che parla da sola. Per quanto riguarda l’accordo bilaterale esso non sostituisce la Convenzione di Lisbona ma la integra, esso si applica esclusivamente agli istituti elencati (da parte svizzera solo quelli pubblici). L’accordo non è mai stato ratificato e reso esecutivo in Italia dal Parlamento e perciò non è legge dello stato italiano e quindi non è applicabile nell’ordinamento interno italiano e non possono sostituirsi alla legge 148/2002 che invece è legge dello Stato”.
E’ corretto affermare che se un’Istituzione estera non è all’interno degli accordi bilaterali in materia, i suoi titoli non possono godere di riconoscimento?
“Il fatto di non essere presenti nella lista citata in questi accordi bilaterali, che come detto sopra non ha alcun valore vincolante, e che elenca esclusivamente le istituzioni svizzere pubbliche, non esclude il riconoscimento ai sensi della Convenzione di Lisbona, il rifiuto anzi è contrario alla legge 148/2002. Per quanto riguarda il centro Enic svizzero, che si chiama CRUS Conferenza dei rettori delle università, il Cimea ancora una volta diffonde informazioni non vere, difatti la CRUS ha già formalmente certificato con propria dichiarazione l’appartenenza del Politecnico al sistema universitario svizzero. In complesso quindi le informazioni date dal Cimea su un sistema universitario straniero sono confuse, inesatte, ed omissive ed inducono il lettore a credere che i titoli del Politecnico non possano essere riconosciuti in Italia, cosa smentita da alcuni riconoscimenti già avvenuti in seno a diverse università e a enti pubblici”.
Differenze sostanziali e validità della laurea Svizzera in Italia
“In maniera semplice per differenza sostanziale si intende una differenza fra i contenuti degli studi seguiti all’estero e quelli necessari richiesti dalle università italiane. Secondo la Convenzione sono istituzioni ufficiali, come impropriamente le definisce il Cimea, quelle istituzioni che appartengono al sistema universitario del proprio paese ed essendo ivi riconosciute dal proprio ordinamento giuridico sono abilitate al rilascio di titoli accademici. L’accreditamento in Svizzera è un semplice marchio di qualità facoltativo che non deve essere confuso con un riconoscimento del valore giuridico dei titoli. Secondo i principi della Convenzione di Lisbona l’accreditamento non è un requisito legalmente necessario per ottenere il riconoscimento dei titoli”.
Qual è la sua opinione in merito ai dubbi che una parte dell’opinione pubblica manifesta nei riguardi della laurea svizzera e del Sistema universitario elvetico? La laurea presa in svizzera è valida in Italia?
“La mia opinione è che si confondono le idee sulle norme applicabili in Italia per il riconoscimento dei titoli esteri e si informa scorrettamente sulle regole del sistema universitario svizzero assai complesso e difforme da quello italiano. La Svizzera ha un sistema molto diverso da quello italiano. In primis è un sistema federale dove la competenza per le questioni universitarie è dei singoli cantoni. Il Governo federale gestisce direttamente i politecnici federali e le altre scuole federali.”
“Non esiste, quindi, un riconoscimento federale delle università cantonali. Esiste una legge federale di coordinamento che disciplina le competenze parallele e assicura una politica universitaria nazionale comune. L’attività universitaria è libera ai sensi degli articoli 20 e 27 della Costituzione federale e non è necessaria alcuna autorizzazione e/o riconoscimento per conferire titoli universitari. Il Politecnico di studi aziendali opera in virtù di questo diritto garantito e per questo, secondo diverse sentenze dei tribunali federali, è riconosciuto dall’ordinamento giuridico come appartenente al sistema universitario svizzero. Per questo i titoli rilasciati hanno i presupposti per essere riconosciuti ai sensi della Convenzione di Lisbona del 1997”.
Per dovere di cronaca, vi informiamo che l’allegato inviatoci, via e-mail, dal Direttore Silvestri, contiene, in effetti, un’importantissima dichiarazione firmata, nel 2010, dalla Conferenza dei Rettori delle Università Svizzere (Crus), in cui si afferma:
- che l’Unipsa “è un’università privata che svolge l’attività dell’istruzione universitaria e conferisce titoli accademici (laurea svizzera) in virtù del diritto alla libertà economica garantita dall’art. 27 della Costituzione Federale Svizzera, e che, pertanto, fa parte dello spazio formativo svizzero”;
- e che “è autorizzata dal Governo del Cantone Ticino ad usare la denominazione università privata con delibera n. 704/06 ai sensi dell’art. 14 cpv 2 e 3 della Legge sull’Università della Svizzera italiana e sugli Istituti di ricerca dell’ottobre 1995”
Nella sezione info generali del sito Unipsa si afferma, inoltre, che diversi atenei italiani hanno riconosciuto la spendibilità accademica della laurea svizzera.