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Lory del Santo è The Lady: ecco come diventare regista e attori

R. C.
25/11/2024

Dopo la webserie di Lory del Santo The Lady, la showgirl, attrice e regista Lory, spiega ai giovani studenti e aspiranti,  come diventare regista e attori.

Ecco come diventare regista: le tecniche e i segreti della regia svelati da Lory del Santo, autrice della webserie “The Lady”: “Diventare regista – afferma la bellissima showgirl – è una cosa meravigliosa perché è potere puro”.

Utili consigli per chi desidera diventare regista di successo in una esclusiva intervista a Lory del Santo: ecco come dirigere un film, fare un cortometraggio, come creare sceneggiature e diventare regista cinematografico. E poi i trucchi per diventare regista senza scuola.

Lory del Santo, sempre in copertina per le sue ultime vicissitudini amorose assieme all’ultimo fidanzato, ci ha raccontato la sua esperienza.

The Lady è stato molto chiacchierato: da Malgioglio alla Tittocchia,oggi si continua a parlare del fenomeno.

Ma qual è il segreto per diventare regista secondo Lory del Santo?

La figura del régisseur è, infatti, a dir poco seducente; è un mestiere assai ambìto che consente di comunicare con gli altri attraverso immagini, scene, dialoghi e suoni dal grandissimo impatto emotivo. Capita spesso, in fondo, guardando un’opera cinematografica o assistendo a una pièce teatrale, di assaporarne a tal punto la trama, da entrarne a far parte, col pensiero, anche solo per un istante.

Un buon film del resto ha un “futuro” solo a patto che riesca a trasmettere energia, toccando il cuore o la mente dello spettatore.

Che cosa rende unico un capolavoro cinematografico o teatrale?

Che cosa accomuna Stanley Kubrick, Darren Aronofsky, David Lynch, Paolo Sorrentino, Quentin Tarantino, Alfred Hitchcock, Spike Jonze, Cameron Crowe, Steven Spielberg, David Cameron, F. Ford Coppola, Federico Fellini, Giuseppe Tornatore e tantissimi altri registi?

Semplice: la capacità di mostrare al pubblico i propri sogni, le proprie visioni, trasformando l’eterno conflitto fra ragione e sentimento in un turbinio d’emozioni, sfoghi, passioni e desideri di vitale candore.

Il regista (termine coniato dal linguista Bruno Migliorini, nel 1932, in Varo di due vocaboli) svolge, infatti, un lavoro magico e apotropaico. Dirige un’equipe di tecnici e attori, cercando di trasferir loro le proprie idee, con la mente rivolta alla sceneggiatura e il cuore aperto alle vibrazioni della gente, alle sensazioni da trasporre sul grande schermo. E’ questo, in fondo, il sublime potere della regia.

Lory del Santo: vi svelo il segreto per diventare bravi attori e registi di successo

Per diventare regista è necessario, anche se non del tutto sufficiente, frequentare una scuola riconosciuta a livello nazionale o regionale. In Italia, le migliori accademie per diventare regista sono: il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione “Roberto Rossellini” e l’Accademia Nazionale del Cinema.

Da non sottovalutare sono anche i percorsi universitari offerti dal Dams o dai dipartimenti di scienze della comunicazione. Le scuole di regia insegnano a ricercare e comunicare le proprie emozioni attraverso l’apprendimento di tecniche, stili e conoscenze multimediali.

Dalla storia delle opere cinematografiche all’analisi dei film, dal montaggio alla direzione dell’equipe. Un buon regista deve conoscere ogni aspetto del proprio mondo, saper guidare con destrezza gli attori e padroneggiare la telecamera senza perder di vista la meta, il prodotto finale.

Dopo aver completato il ciclo di studi, l’aspirante regista inizia di norma a fare pratica, lavorando come assistente e cercando di proporre, parallelamente, i propri cortometraggi. L’aver frequentato una buona accademia di recitazione, come suindicato, simboleggia il primo step, fa curriculum, ma non basta. E’ il preludio di un sentiero irto e scosceso.

Lo studio, da solo, non è in grado di farvi assurgere al rango di film director. E’ doveroso, invero, disporre di un minimo di predisposizione e spirito di sacrificio.

Ma un buon regista deve anche possedere una cospicua dose di cultura e saggezza. A lui spetta, infatti, l’arduo compito di coordinare e guidare un gruppo di tecnici, autori e attori, con l’intento di plasmare il prodotto finale, ossia ciò che si vedrà sul video.

Sebbene l’istruzione accademica simboleggi, come detto, una sorta di passepartout, esistono dei metodi alternativi e originali che consentono di diventare regista senza scuola. Si pensi, ad esempio, ai consigli che lo scrittore Grove Elliot dispensa nell’opera “Centotrenta esercizi per prepararvi a diventare regista”. Oppure al libro “100 regole per girare un film. Tutto quello che ogni regista o sceneggiatore non può non conoscere”, in cui l’autrice, Jennifer Van Sijll, tratteggia, con cura e dovizia, regole, tecniche e consigli per chi desideri diventare regista cinematografico e raccontare le proprie storie sul grande schermo con il supporto di testi ed immagini a dir poco memorabili.

Intervista esclusiva a Lory Del Santo sui consigli per diventare regista

Con l’intento d’ampliare i nostri orizzonti conoscitivi sull’affascinante mondo della regia, abbiamo contattato la bellissima regista Lory Del Santo.

Lory del Santo ha alle spalle una carriera di tutto rispetto. Attrice, showgirl, scrittrice ed ora film director e sceneggiatrice. Negli ultimi anni, infatti, ha scelto di dedicarsi alla regia. Nel 2013 ha ideato il cortometraggio “The Night Club – Osare per Credere”.

Mentre nel 2014 ha creato e prodotto “The Lady – L’amore sconosciuto”, una webserie d’impronta sentimentale, pubblicata sul suo canale youtube, che ha riscosso lauti successi.

Tant’è che, a breve, dovrebbe scaturirne un attesissimo sequel. Lory del Santo potrebbe parlarci di The Lady 2?

“E’ un progetto difficile ma affascinante. E’ complicato produrre cose belle senza fondi. Insomma so che ho dei limiti”.

Quali consigli darebbe ad un giovane che desiderasse diventare regista?

“A chi coltivasse il desiderio di diventare regista direi che comunque è bello che ci siano dei limiti per dimostrare di essere in grado di superarli”.

Perché ha scelto di diventare regista? E che cosa vuol dire dirigere un film, un cortometraggio o una webserie?

“Diventare regista è una cosa meravigliosa perché è potere puro. Poter fare esclusivamente ciò che si desidera con l’emozione di vedere realizzate le proprie visioni, ovviamente se si è anche scritto soggetto e sceneggiatura”. – Dice Lory del Santo –

Narcisi, paladini dell’apparenza ed impavidi ricercatori di un piacere primitivo ed ancestrale. Un piacere libero e creativo capace di render la vita di ognuno un’opera d’arte. The Lady, in fondo, descrive la realtà. O meglio, una parte di essa. E’ una cartina al tornasole dei tempi moderni, che descrive, tra le righe, i pregi e i difetti della società dei consumi, del capitalismo 2.0, dei figli della Tv, dei palestrati e degli aspiranti vip. Cioè, la vita di milioni di italiani. Lory che cosa simboleggia, per lei, The Lady?

“E’ l’essenza della vita… Tra le pieghe dei racconti o tra le frasi che sembrano senza senso, si svela appunto il mondo in cui viviamo. E il mio obiettivo è stato quello di rendere i messaggi non troppo visibili a tutti. Volevo soddisfare quelli che hanno un quid in più, stimolandone il pensiero. Per quei pochi che non riescono a capire i tripli significati, invece, mi piaceva l’idea che comunque rimanessero contenti, anche solo guardando le immagini…”. – Conclude Lory del Santo –

Antonio Migliorino

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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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