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Diventare prete: percorso per farsi parroco e vocazione sacerdote

R. C.
27/12/2024

Ecco come fare per diventare prete e dedicare la propria vita a Dio: qual è il percorso per farsi parroco a partire dalla vocazione di sacerdote agli studi di filosofia e teologia.

Voglio diventare prete! E’ questa l’idea che nasce in chi prima di diventare prete ha la vocazione al sacerdozio. Ma qual è il percorso per diventare parroco o sacerdote? Da dove nasce la scelta e come capire se c’è stata la chiamata per farsi parroco?

E’ Padre Giuseppe Castronuovo, parroco di Mercato San Severino a Salerno a spiegarci cosa significa la vocazione e perchè diventare sacerdote è una decisione e scelta importante. Nonostante il calo dei seminaristi e la crisi delle vocazioni rappresentino, ormai, una realtà accertata e incontestabile, sono ancora molti i giovani che scelgono di diventare sacerdote.

In un’epoca rarefatta dal materialismo accentuato, come quella odierna, gli aspiranti presbiteri italiani ammontano a diverse migliaia.

Bicchiere mezzo pieno: se si tiene conto degli innumerevoli divertissement pascaliani che il ventunesimo secolo è in grado di offrirci.

E allora, la domanda sorge spontanea: perché e come farsi prete? Cerchiamo, dunque, di far luce sulla fondamentale figura del sacerdote.

Diventare prete: percorso per farsi parroco, dalla vocazione sacerdotale agli studi da seguire

Ancor prima di discorrere del percorso da intraprendere e dei consigli su come diventare prete, è forse il caso di chiarire alcuni concetti basilari. Anzitutto, chi è un prete? Per rispondere correttamente a questa domanda, evitando confusioni terminologiche, bisogna invocare i principali testi di teologia cattolica, e in particolar modo la sezione dedicata ai tre gradi dell’unico sacramento dell’Ordine. Dopo lo storico Concilio Vaticano II (che si svolse a cavallo tra il 1962 e il 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI) gli uffizi ecclesiastici (maggiori) dell’Ordine Sacro vennero, definitivamente, inquadrati come i tre gradi dell’unico sacramento, ossia: 1°) l’Episcopato; 2°) il Presbiterato; 3°) il Diaconato. Ebbene, i presbiteri (che, in forma abbreviata, vengono definiti “preti”) sono coloro i quali vengono insigniti del secondo grado dell’Ordine Sacro con l’incarico di essere “immagine viva di Gesù” e “buon pastore all’interno del popolo di Dio”. Ma come si diventa parroco?

Stando alle norme canoniche dell’Ordine Sacro, coloro i quali vogliano diventare prete devono acquisire una certa dimestichezza comunicazionale, così da poter ottemperare a tre compiti precipui: 1) insegnare al Popolo di Dio (potere profetico); 2) consacrare (potere sacerdotale); 3) e pascere il gregge (potere regale). I preti sono, in sostanza, collaboratori dei Vescovi (i quali, invece, sono, nello stesso tempo, successori degli apostoli, affidatari delle diocesi ed esponenti del primo grado dell’Ordine Sacro). I preti sono sacerdoti, e possono esercitare il proprio ministero: a) in qualità di parroci (guidando, per l’appunto, una parrocchia, ossia una determinata comunità di fedeli sottoposta all’autorità del Vescovo Diocesano); b) nelle vesti di “fidei donum” cioè di missionari; c) in qualunque altro ruolo ministeriale loro affidato dal Vescovo.

Vocazione e seminario: ecco come farsi parroco e sacerdote oggi

Detto ciò, per farsi prete è necessario, anzitutto, sentire, dentro di sé, la vocazione; ossia desiderare di consacrarsi a Dio. Secondo gli esperti, la chiamata del Signore non è soltanto un sentimento del cuore, un’inconscia attrazione, bensì una reale volontà, una retta intenzione. Per cui una sincera vocazione non può non essere corredata da due elementi fondamentali: 1) sentire di voler diventare prete o presbitero per consacrarsi al servizio del Signore ed alla salvezza delle anime; 2) e bramare una vita all’insegna dei principi cristiani e sacerdotali. Tuttavia, non è sempre facile carpire i segni della chiamata. Sicché, prima di compiere scelte avventate, è necessario che l’aspirante novizio (in cerca di consigli su come farsi prete) si confidi con un padre spirituale di sua fiducia. Questi gli indicherà il percorso da seguire per diventare prete, rendendolo edotto, altresì, sulle tre condizioni basilari della “chiamata”: a) il desiderio, l’intenzione, di sfuggire alle tentazioni della materia per vivere insieme a Cristo; b) l’assenza di impedimenti; c) il nullaosta dei superiori gerarchici.

Il percorso per diventare prete è colmo di studi (filosofici e teologici), preghiere e riflessioni. Di norma, si inizia entrando nei seminari, che sono istituti religiosi destinati ad istruire i novizi. Ma a che età si diventa prete? Non c’è un’età precisa: la vocazione è un dono senza tempo. Al termine di questa fase, l’aspirante sacerdote ottiene un diploma che gli consente l’accesso ai corsi di laurea in teologia della durata di 6 anni. Poi, dopo aver ottenuto il titolo universitario, è necessario chiedere l’ordinazione sia al padre spirituale sia al Vescovo della propria diocesi, il quale, all’esito di successive prove, può esprimere il proprio consenso favorevole e ordinare, in una santa messa, il nuovo “sacerdote” o “religioso”. Degna di nota, in proposito, è la distinzione tra sacerdoti secolari e sacerdoti regolari. Diventare prete secolare significa vivere nel mondo, a contatto diretto con il gregge, senza alcun voto di povertà. Diventare prete regolare, o, più correttamente, religioso, significa, invece, ricevere l’ordinazione sacerdotale e vivere in monasteri o conventi, secondo una regola approvata dall’autorità ecclesiastica e ottemperando ai tre voti della povertà, dell’obbedienza e della castità.

Padre Giuseppe Castronuovo spiega come farsi parroco oggi

Desiderosi di comprendere l’essenza della vocazione e, nel contempo, di far luce sul percorso da seguire per farsi prete, abbiamo contattato Padre Giuseppe Castronuovo,

Padre Giuseppe, potrebbe aiutarci a comprendere come diventare prete? Se dovesse spiegare a un ragazzo di 15 anni il concetto, l’essenza, della vocazione, da dove partirebbe?

“Chi si ammala di Cristo difficilmente guarisce“. Personalmente mi ha affascinato e mi affascina la sua vita; la possibilità di vivere Come Gesù ha vissuto la sua vita e come ci propone di vivere. Cristo spezza il cerchio del narcisismo e dona all’uomo la forza di amare l’altro, anche il proprio nemico. Lo ha detto Sant’Agostino. Si diventa preti o frati non al limite delle esperienze umane, cioè quando abbiamo sperimentato di tutto, e tutto ci risulta insufficiente e noioso ma proprio dentro questi limiti. È dentro questi limiti che si fa strada un senso di pienezza. La vocazione è un affidamento, è un fidarsi di Uno che ha incrociato la tua strada e ti ha chiamato a metterti dietro di Lui. Tutto nasce da un incontro! Non è un andar dietro all’emotività, alle sensazioni, queste se mai si collocano solo all’inizio. Poi tutto questo non basta. Perché nella vita di un prete, o di un frate, non c’è soltanto questo; ci sono anche delle notti. E si può attraversare la notte solo se si è capaci di continuare a fidarsi di un’intuizione all’origine della tua vita. Queste notti possono essere superate solo se, alla base di tutto, c’è fiducia. Quella fede che ci permette di dare un senso alla vita. Questo vale per tutto, anche per il matrimonio. Da questo deriva la mia profonda e costante meditazione sulla passione di Cristo, perché lì, sul Calvario, o si afferma prepotentemente la sensatezza dell’esserci, oppure può nascere la bestemmia più atroce. L’unico gesto di umanità sulla croce è quello del malfattore, Disma, il quale, rivolgendosi a Gesù gli chiede: ‘ricordati di me quando sarai nel tuo Regno’. Nella passione di Cristo, nella sua croce, dobbiamo aver la forza di affermare che l’amore vince anche il più ottenebrante dramma della storia e non fa cessare, nonostante tutto, la nostra preghiera ”.

Potrebbe parlarci del suo percorso spirituale e personale? Se non avesse preso i voti per diventare prete, che cosa le sarebbe piaciuto fare?

“Ho sempre saputo con certezza quello che volevo fare. Ho sempre desiderato fare il professore di filosofia. E in un certo senso ci sono riuscito, perché, alla fine, sono diventato professore di teologia. Certo è altresì vero che la vita mi ha portato a fare cose alle quali non avevo mai pensato. Ad esempio, non ho mai pensato di fare il parroco. Sono trascorsi, ormai, dodici anni da quando mi fu proposto di diventare prete. Ero già frate, ma amavo, ed amo tuttora, la solitudine, lo studio, il silenzio. Ecco, da dodici anni a questa parte mi trovo a fare cose a cui non avevo pensato, ad avere una vita estremamente estroversa, ad avere un contatto diretto con gli altri. Ormai sono 25 anni che sono sacerdote e devo ammettere che ne sono davvero molto contento”.

L’imperatore avocava a sé titoli e poteri divini…

Ma la parola ultima è quella dell’Agnello immolato. Credo che l’umanità e la Chiesa debbano avere il coraggio di ritornare a pensare a Gesù crocefisso, alla passione di Cristo, alla sua dimensione chenotica. La Chiesa deve perdere quel che gli rimane d’influenza di potere, deve tornare, cioè, ad affermare davanti all’anticristo del nostro tempo l’esempio di Gesù”. E’ Lui quanto di più caro noi cristiani abbiamo!”. – Conclude Padre Giuseppe Castronuovo – 

Antonio Migliorino

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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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