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Scoperta degli esopianeti: ecco la prova della vita oltre la terra

Annamaria Aufierio 18 Aprile 2018
A. A.
08/07/2024

Ecco perché la scoperta degli esopianeti potrebbe essere la prova che esiste vita oltre la terra.

Fin da quando fu annunciata su “Nature”, nel febbraio 2017, la scoperta esopianeti sembrò provare l’ipotesi, tanto paventata, dell’esistenza di una vita extraterrestre. Al di là cioè di quella che popola il pianeta terrestre.

I sette pianeti scoperti al di fuori del sistema solare (esopianeti vuol dire proprio questo) avrebbero, infatti, caratteristiche che li rendono in tutto e per tutto paragonabili alla Terra. Ai suoi compagni e che farebbero sembrare tutt’altro che assurda l’ipotesi di mondi abitabilioltre al nostro. Il nuovo gruppo planetario annunciato dalla NASA si troverebbe, innanzitutto, a una distanza di 40 anni luce dalla Terra.  Sarebbe formato da oggetti che, nella maggior parte dei casi (sei su sette), hanno dimensioni molto simili a quella del nostro pianeta e una superficie rocciosa che ricorderebbe quella terrestre.

Scoperta degli esopianeti: com’è avvenuta e cosa c’è da sapere

Le somiglianze con il sistema solare, però, non si fermano qua. Gli esopianeti graviterebbero infatti attorno a TRAPPIST – 1, una stella nana rossa con massa pari all’8% di quella del Sole. Per questo, più piccola e più fredda (sebbene visibile dalla Terra, con appositi strumenti, nella costellazione dell’Acquario).

Non tanto fredda, comunque, da rendere impossibile l’esistenza di acqua allo stato liquido, nella forma di laghi e oceani, sulla superficie di almeno alcuni di questi pianeti. Contestualmente alla scoperta degli esopianeti, infatti, il gruppo di ricerca responsabile avrebbe dato annuncio della loro probabile vivibilità.

Nello specifico. Almeno tre dei sette esopianeti (i tre centrali, rinominati per prassi TRAPPIST – 1 e, f e g) si troverebbero in una zona abitabile e idonea allo sviluppo della vita. Per gli altri, le principali riserve non derivano solo dalla minore temperatura della nana rossa che fa da sole al nuovo gruppo planetario. Quanto anche dalle dimensioni ridotte delle orbite degli esopianeti. Queste non sarebbero infatti solo inferiori a quelle dell’orbita terrestre, ma addirittura a quelle dell’orbita di Mercurio, il pianeta più prossimo al Sole nel nostro sistema. Il dubbio è allora che soprattutto gli esopianeti più vicini a TRAPPIST – 1 siano troppo caldi e inospitali per qualsiasi forma di vita. Mentre l’ultimo dei sette sia al contrario troppo freddo per presentare acqua allo stato liquido ed essere quindi abitabile.

Transiting Planets and Planetesimals Small Telescope

Molte domande e molti dubbi rimangono, comunque, ancora da risolvere quanto alla scoperta degli esopianeti. Scoperta che, come sempre avviene in ambito scientifico, è stata preceduta da una serie di indizi. Piccoli step che suggerivano l’esistenza di questo gruppo planetario al di fuori del sistema solare.

L’osservazione di TRAPPIST – 1, innanzitutto. Un gruppo di astronomi belgi teneva d’occhio da tempo la nana rossa grazie a un telescopio installato in Cile nei pressi di La Silla. Parliamo del Transiting Planets and Planetesimals Small Telescope (in sigla appunto TRAPPIST, curiosa risonanza con la birra trappista, tipico prodotto belga). Proprio i periodici cambiamenti nella luminosità di TRAPPIST – 1 avrebbero fatto ipotizzare il passaggio di corpi che coprissero la stella almeno in parte e permesso al gruppo di ricerca, insieme ad altri parametri, di formalizzare infine l’esistenza degli esopianeti.

© Riproduzione Riservata
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Annamaria Aufierio Dinamismo e determinazione sono i due aggettivi che mi descrivono meglio. Fin dalla giovane età ho imparato ad osservare con occhi lungimiranti, consapevole che ostacoli e differenze esistono e sono parte integrante del quotidiano, così ho imparato ad affrontare la vita giorno per giorno focalizzandomi sulla crescita personale e professionale. Mi sono sempre affacciata a nuove esperienze con passione e voglia di fare; soprattutto ho imparato ad essere abbastanza soddisfatta ma non completamente; ciò mi ha portata ad avere la volontà di migliorare e di sviluppare le mie competenze. A 24 anni studio e lavoro nell’ambito della moda e del design, la creatività è parte integrante delle mie giornate, disegno, creo, scrivo; non mi piace identificare la mia professione in un’unica parola, poiché la capacità della mente di elaborare e creare è sopraffina ma sopratutto senza barriere, confini o dettami. Ho iniziato a scrivere in età molto giovane, dapprima quest’attività rappresentava per me una valvola di sfogo fino a trasformarsi in un’estensione della fantasia nella realtà, quasi un luogo sacro dove rifugiarmi. Oggi per me la scrittura è diventata testimonianza, ricordo, corrispondenza; ammiro la capacità di far vivere luoghi e fatti accaduti attraverso l’espressione del pensiero. Coltivo questa passione, e nono solo, giorno per giorno, leggendo e documentandomi, poiché ritengo che la cultura sia l’insieme di conoscenze che concorrono a formare la personalità ed affinare le capacità di ogni individuo. Leggi tutto