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Concorso straordinario docenti 2019: come si entra di ruolo a scuola

Daniela Saraco 15 Luglio 2019
D. S.
03/12/2024

Ultime notizie sul concorso straordinario docenti 2019 da assumere di ruolo con una procedura speciale: come funziona secondo il decreto MIUR di Bussetti.

Un’estate calda per la scuola che potrebbe aprire le porte a Settembre con molte cattedre vuote.

La storia, che si ripete ogni anno, questa volta è aggravata  dai prepensionamenti della Quota 100.

Il Ministro Busetti chiede di accelerare le procedure del concorso docenti 2019per tutti gli insegnanti. Il Consiglio dei Ministri  sta vagliando e valutando l’emissione di un decreto.

Bussetti ha richiesto tale provvedimento, sia per la stabilizzazione dei docenti precari, sia perché la Quota 100 ha lasciato moltissimi posti vacanti. A Settembre, con l’inizio del nuovo anno scolastico, si prevedono, difatti, tantissime supplenze.

Per questo il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca ha deciso di bandire entro fine 2019 un concorso straordinario per i docenti. Il requisito essenziale per partecipare è l’ aver prestato servizio nella scuola statale per  tre anni.

Si costituisce  così il Pas. Si tratta di un vero e proprio percorso abilitante speciale per i docenti con tre anni di servizio sia nella scuola statale . Queste procedure consentiranno a tantissimi insegnanti l’immissione in ruolo e di potersi abilitare per entrare nella seconda fascia delle graduatorie di istituto. È utile ricordare che per calcolare i tre anni di servizio bisogna aver prestato servizio per 180 giorni anche non continuativi.

Ultime notizie sul concorso straordinario docenti 2019: cosa cambia e come funziona

Come sarà, dunque, articolato questo concorso straordinario? Cosa cambia rispetto ai normali? E soprattutto come funziona il PAS? Precisiamo , quindi, un po’ di informazioni. Potranno partecipare a tale selezione solo i docenti con tre anni di servizio nella scuola statale maturati negli ultimi otto. Il servizio dovrà essere prestato  per almeno un anno nella classe di concorso per la quale si partecipa alla procedura concorsuale.

Le prove da superare saranno due:

  • scritta
  • orale non selettiva.

In seguito sarà redatta una graduatoria dei docenti, dove sarà dato rilevo ai titoli di servizio, al punteggio sia della prova scritta selettiva sia di quella orale non selettiva. I titoli di servizio, dunque, saranno essenziali per la  costituzione della graduatoria. Il superamento del  concorso scuola permetterà anche di ottenere l’abilitazione sulla specifica classe di concorso.

Dunque il provvedimento d’urgenza, che sarà probabilmente emanato la prossima settimana, contiene sia l’istituzione del Pas, sia quella relativa al concorso straordinario per la scuola. Successivamente sarà possibile delineare un prospetto più chiaro di ambo le procedure.

Come diventare docente a scuola con tre anni di servizio e 0 punti

Potranno partecipare al concorso  i docenti precari in possesso dei seguenti  requisiti:

  • tre anni di servizio nella scuola statale negli ultimi otto (anni);
  • uno dei tre anni di servizio deve essere specifico, ossia prestato nella classe di concorso per la quale si partecipa alla procedura

Ogni candidato potrà partecipare a  quattro procedure, ovvero:

  • per la scuola secondaria di I grado (una sola CdC) e per la scuola secondaria di II grado (per una sola CdC);
  • per i posti di sostegno della scuola secondaria di I grado e della scuola secondaria di II grado.

I posti a concorso verranno banditi in base al fabbisogno regionale e alle classi di concorso in cui c’è necessità di organico.

I docenti che supereranno la selezione inizieranno il biennio di formazione nelle scuole.Questa selezione è riservata ai precari storici con tre anni di servizio alle spalle. I 36 mesi possono essere anche non continuativi, purché questi siano stati maturati negli 8 anni precedenti alla data di presentazione della domanda d’iscrizione al concorso.

La partecipazione al concorso è consentita in una sola Regione, mentre il docente può presentarsi per qualsiasi classe di concorso o tipologia di posto per le quali ha maturato un’anzianità di servizio di almeno 12 mesi.

Per questi insegnanti non è richiesto il possesso dei 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto