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Test ingresso 2019: date delle prove di accesso a numero chiuso

Daniela Saraco 8 Agosto 2019
D. S.
21/11/2024

Ecco quando si tengono i test ingresso 2019: quali sono le date delle prove di accesso per le facoltà a numero chiuso come Medicina e Chirurgia e tutte le altre.

Il MIUR a stabilito la data del test d’accesso per le facoltà a numero chiuso, per coloro che lo sosterranno ed intendono superarlo, non resta che mettersi a studiare per prepararlo al meglio.

Per i tanti ragazzi iscritti all’università specie alle facoltà con prove d’ingresso è tempo di esercitazione per il superamento dei test d’ingresso 2019  che inizieranno tra poche  settimane.

Una volta ultimate  le procedure d’iscrizione, non resta altro che aspettare le date utili per lo svolgimento delle prove. Un segnale positivo comunicato dal Miur riguarda  il numero dei  partecipanti ai quiz per il 2019, aumentato  rispetto allo scorso anno.

Difatti, gli iscritti risultano essere:

  • Medicina: 68.694
  • Architettura: 8.242
  • Veterinaria: 7.780
  • IMAT: 10.450

Le prove d’accesso all’università possono essere di due tipi: ministeriali per le facoltà a numero programmato nazionale o locali. Entrambi i tipi di numero chiuso indicano che, prima di procedere all’immatricolazione, è necessario superare un test d’accesso. Scopriamo subito le differenze.

I corsi a numero chiuso locali sono  organizzati dai singoli atenei che decidono la modalità delle prove d’accesso, il cui superamento permette agli studenti l’immatricolazione. Spesso questi test sono selettivi, mentre in altri casi servono solamente per valutare la preparazione delle future matricole e le loro eventuali lacune.

I corsi ad accesso programmato nazionale, invece, sono indirizzi di studio per i quali il numero dei posti disponibili viene comunicato a livello nazionale con un decreto del Ministero dell’Istruzione, che stabilisce anche la data del test, il numero di domande, le modalità e tutta l’organizzazione interna.

Date dei test ingresso 2019: quando si svolgono e come funzionano le prove d’accesso

E’ il Miur che decide quando si svolgono, a livello nazionale, i test di ingresso a numero programmato nazionale.

Per l’anno accademico 2019/2020 ha provveduto a comunicare le date dei test ingresso 2019:

  • Medicina: 3 settembre
  • Veterinaria: 4 settembre
  • Architettura: 5 settembre
  • Professioni sanitarie: 11 settembre
  • IMAT: 12 settembre
  • Scienze della formazione primaria: 13 settembre
  • Magistrale professioni sanitarie: 25 settembre

I test di ammissione alle università si basano sui programmi della scuola superiore e prevedono  la conoscenza  di nozioni di cultura generale quanto di discipline oggetto dei futuri corsi universitari.

I test d’ammissione alle università per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Medicina e Chirurgia in lingua inglese, Odontoiatria e Protesi dentaria e Medicina Veterinaria sono predisposti dal Ministero dell’Istruzione.

Si tratta  di 60 domande a risposta multipla, con cinque possibili opzioni tra cui identificare l’unica corretta. Il tempo a disposizione per completare le prova è pari a 100 minuti.

Posti disponibili delle prove di accesso a numero chiuso

Secondo quanto ha disposto il MIUR ecco quanti sono i posti disponibili per l’anno accademico 2019/2020:

  •  Medicina: sono 11.568 i posti per studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia; 743 posti per non comunitari residenti all’estero.
  •  Odontoiatria e Protesi Dentaria: i posti disponibili sono 1.133
  • Veterinaria: sono 759 i posti disponibili per i comunitari e non comunitari residenti in Italia e 74 per i non comunitari residenti in Italia.
  • Architettura: sono 6.802 posti  per i comunitari e non comunitari residenti in Italia e 439 per i non comunitari residenti in Italia.
  • Professioni Sanitarie: i posti disponibili saranno indicati anche per i singoli corsi di laurea, come infermieristica, ostetricia, fisioterapia e così via. In totale i posti saranno 25.365, per i non comunitari residenti all’estero 1.277
  • Scienze della Formazione Primaria: i posti disponibili sono 6789 per i comunitari e non comunitari residenti in Italia; per i non comunitari residenti all’estero sono 160.
© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto