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Bonus asilo nido 2020 per le famiglie a basso reddito: requisiti

Daniela Saraco 25 Settembre 2019
D. S.
26/11/2024

Come funziona il bonus asilo nido 2020 per le famiglie a basso reddito: quali sono i requisiti, chi, come e quando può usufruire del premio mensile per gli asili.

Per il nuovo Governo la frequenza agli asili nido risulta una priorità.

Purtroppo, però, la disponibilità delle strutture pubbliche è sempre più ristretta e quelle private hanno rette mensili troppo elevate.

Il provvedimento che il Premier Conti sta portando avanti riguarda proprio la possibilità di  frequenza  agli asili nido aperta a tutti, dato che la disponibilità attualmente è fruibile per un solo bambino su dieci.

Nonostante l’urgenza, dunque, il provvedimento sarà attivo da settembre 2020 con la fruizione di uno speciale bonus asilo nido. Scopriamo come , chi e quando può partecipare alla domanda di bonus.

Difatti, per l’anno prossimo  il governo ha intenzione di  intervenire con un buono alle famiglie con redditi bassi per favorire la frequenza a scuola anche dei piccolissimi. Infatti le strutture sono spesso comunali e dunque per qualsiasi intervento bisognerà trattare con gli enti locali, dai Comuni alle Regioni.

Non sono previsti particolari limiti di reddito ma è ovviamente necessario rispettare le regole sui requisiti per poter fare domanda. Garantire un supporto per il pagamento delle rette del nido è la finalità del contributo. Ed è per questo che per ricevere il sostegno mensile è necessario trasmettere specifici documenti di spesa. Anche quest’anno, con la circolare del 31 gennaio, l’INPS ha spiegato come richiedere il bonus nido 2019 e quali sono le scadenze da rispettare, ha chiarito le regole su chi ne ha diritto e ha indicato quali sono i documenti necessari per ottenerlo. Vediamo tutte le informazioni nel dettaglio.

Come funziona il bonus asilo nido 2020: quali sono requisiti Isee, chi può usufruire del premio

La proposta del Premier  Conte  è quella di rendere l’asilo nido totalmente gratis, già a partire dall’anno 2020-2021, per tutte le famiglie con reddito basso. Il provvedimento  riconosce l’importanza degli asili nidi non solo per la formazione dei più piccoli ma anche per le mamme lavoratrici. La differenza rispetto al Bonus Nido esistente consiste nel:

  • non sono previsti limiti Isee;
  • il genitore dovrà comunque anticipare la spesa, che sarà poi rimborsata.

Per quanto riguarda gli asili nido, infatti,  per il  Governo Conte Bis bisogna

  • incrementare l’offerta dei posti disponibili, così da permettere a più famiglie di iscrivere i propri figli agli asili nido pubblici. Inoltre  è necessario  individuare una misura di intervento in favore delle famiglie con redditi bassi che possa azzerare totalmente le rette per la frequenza di asili nido a partire dall’anno scolastico 2020-2021.

Il bonus asilo nido  come negli scorsi anni viene erogato ogni mese, fino ad un massimo di 1.500 euro su 11 mensilità. Il contributo viene corrisposto direttamente al genitore richiedente che ha sostenuto il pagamento, per ogni retta mensile pagata e documentata. Per fare domanda e richiedere il bonus asilo nido di 1.500 euro non è necessario rispettare limiti di reddito e presentare il modello ISEE. Sono tuttavia previsti specifici requisiti per averne diritto, tra questi l’età del figlio, che dovrà essere compresa tra gli 0 e i 3 anni.

Come richiedere l’importo del premio mensile per gli asili all’INPS

La domanda può essere presentata dal genitore di un minore nato o adottato dal 1° gennaio 2016 in possesso dei requisiti richiesti, ovvero:

  • cittadinanza italiana;
  • permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea;
  • carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza dell’Unione europea
  • residenza in Italia;
  • relativamente al contributo asilo nido, il genitore richiedente deve essere il genitore che sostiene l’onere del pagamento della retta;
  • relativamente al contributo per forme di assistenza domiciliare, il richiedente deve coabitare con il figlio e avere dimora abituale nello stesso comune.

La domanda può essere presentata online all’INPS attraverso il servizio dedicato. Qualora il richiedente intenda fruire del beneficio per più figli sarà necessario presentare una domanda per ciascuno di essi.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto