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Bonus docenti 2019: requisiti del bonus di merito e come usarlo

Daniela Saraco 26 Settembre 2019
D. S.
21/11/2024

Ecco come richiedere il bonus docenti 2019: quali sono i requisiti necessari per la domanda, a chi è rivolto, come e quando poterlo usare l’ incentivo annuo per i docenti di ruolo.

L’attuale carta docente ideata da Renzi per l’aggiornamento e la formazione professionale, può essere speso per la partecipazione a corsi di specializzazione o formazione, acquisto di libri o supporti multimediali e biglietti. Inizialmente il bonus è stato erogato direttamente sulla busta paga dell’insegnante, perché non c’erano i tempi tecnici per creare una procedura telematica. Attualmente invece, i docenti possono registrarsi su un sito dedicato  e da lì attivare la carta e fare  la rendicontazione delle spese.

Anche per l’anno scolastico in corso, ovvero 2019/2020,l’incentivo per i docenti è stato confermato e rifinanziato. Ma chi ne ha diritto? Quale è la somma erogata? E in che modo? Scopriamo subito tutto ciò che c’è da sapere sul premio per i docenti.

Tutti i docenti di ruolo possono accedere al servizio Carta Docenti per utilizzare i 500€ di bonus per l’aggiornamento professionale. E’ possibile, difatti, acquistare libri, riviste, ingressi nei musei, biglietti per eventi culturali, teatro e cinema o iscriversi a corsi di laurea e master universitari, a corsi per attività di aggiornamento, svolti da enti qualificati e accreditati presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. I nuovi docenti possono effetture la registrazione al portale  fino al 30 ottobre 2019, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Istruzione.

Requisiti del bonus docenti 2019: chi può chiederlo e come fare domanda carta docente

Tutti gli insegnanti di ruolo hanno diritto al bonus, il cui nome corretto è Carta del docente, è un importo di 500 euro a cui hanno diritto gli insegnanti di ruolo, quindi con cattedra. Per usufruirne è necessario avere le credenziali SPID, ossia password e username riconosciute dallo Stato per accedere al sito Carta del docente ed effettuare gli  acquisti .

Per attivare una identità SPID bisogna collegarsi sul sito ufficiale Spid.gov e cliccare su Richiedi SPID. Il soggetto, al quale rivolgersi per ottenere l’identità digitale SPID, si può scegliere tra: InfoCert, Poste Italiane, Sielte o TIM.

Lo scopo di questa agevolazione è permettere l’aggiornamento professionale degli insegnanti, tramite un incentivo economico. Entro il 31 agosto dell’anno scoalstico in corso bisogna validare i buoni. In questo modo, il personale scolastico ha  la certezza di spendere le somme presenti nel proprio borsellino elettronico. Ma cosa succede se il bonus docenti non viene speso entro il 31 agosto? Se gli incentivi sono riconfermati, le somme residue sono dunque aggiunte ai 500 euro dell’anno in corso . Ma non risulta al momento possibile cumulare le somme per oltre due anni scolastici. In pratica, l’eventuale  somma residua del 2018/19 non va spesa obbligatoriamente, in quanto si cumula ai 500 € di quest’anno scolastico. Il residuo del  2017/18, invece, andava  obbligatoriamente speso entro il 31 agosto, in quanto il bonus ha validità biennale.

Come usare il bonus di merito e cosa comprare con la carta docente

L’incentivo della carta docenti va speso per :

  • Libri cartacei ed eBook;
  • Riviste relative all’aggiornamento professionale;
  • Corsi di formazione;
  • Software e hardware;
  • Cellulari, compreso gli smartphone;
  • Iscrizione a corsi di laurea che siano relativi al proprio profilo professionale;
  • Master universitari;
  • Corsi post laurea;
  • Corsi online purché erogati da università o consorzi universitari;
  • Esami di certificazione lingua straniera;
  • Biglietti o abbonamenti a teatro e cinema.

I buoni generati vanno stampati e presentati al momento dell’acquisto.

La carta può essere speso anche on line, su tutti i siti che aderiscono all’iniziativa e che trattano i prodotti su citati. Difatti, gli acquisti possono essere effettuati soltanto presso le strutture, gli esercenti e gli enti registrati e presenti in piattaforma.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto