I consigli dell’avvocato Michele Galvanico.
Il tredici settembre si è svolta l’ultima prova d’accesso per i corsi ad accesso programmato nazionale: il test di Scienze della Formazione 2019.
Oltre l’attesa per i risultati, molti studenti sono presi dall’ansia dei ricorsi. Ma come fare ? Entro quanto tempo? A quale organo presentare la documentazione? Cerchiamo di fare chiarezza sull’iter da seguire per presentare ricorso al Test di scienze della formazione 2019.
Nonostante il Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Scienze della Formazione Primaria sia un corso ad accesso programmato nazionale, il test non è uguale in tutta Italia e ogni ateneo gestisce la propria graduatoria.
Il test ha una durata massima di 150 minuti e si compone di 80 domande. Le domande specifiche sono decise in autonomia dai singoli atenei all’interno dei programmi ministeriali a cui devono attenersi.
Il punteggio minimo per rientrare in graduatoria è di 55 punti, il massimo è pari ad 80 punti. Sono ormai concluse le prove del test di scienze della formazione: per coloro che credono di non aver raggiunto il punteggio sufficiente e durante il test hanno notato delle possibili irregolarità, c’è ancora una strada da percorrere :fare ricorso.
Come fare ricorso al scienze della formazione per irregolarità: come funziona
Per ogni anomalia segnalata e dimostrabile, è prevista la possibilità di fare ricorso per il test di scienze della formazione. Se ti stai chiedendo in quali casi puoi fare ricorso, ecco alcuni esempi. Innanzitutto l’utilizzo di smartphone o smartwatch da parte di qualche candidato durante la prova.
Anche la mancata sigillatura dei pacchi che contengono le schede anagrafiche può essere un valido motivo per tentare la via del ricorso. Così come la presenza di personale non autorizzato all’interno dell’aula. Insomma, tutte quelle situazioni non conformi a quanto scritto nel bando possono essere motivo di ricorso.
Date e scadenze per presentare i ricorsi ai test d’accesso
Il TAR, Tribunale Amministrativo Regionale, è un organo di giustizia amministrativa di primo grado chiamato ad intervenire nel caso si riscontri un atto lesivo nei riguardi del proprio interesse per le disposizioni provenienti da pubbliche amministrazioni. Il ricorso al TAR è previsto per ottenere l’annullamento, la revoca o la modifica di un atto amministrativo.
Ci sono , ovviamente, dei tempi tecnici da rispettare: la scadenza prevista, se non è stato superato il test Scienze della formazione in seguito ad alcune irregolarità, è di 60 gioni dalla data in cui sono state pubblicate le graduatorie.
Se non si decide di fare ricorso collettivo, è necessario contattare un avvocato per spiegare le ragioni che inducono a fare ricorso. L’avvocato lo notifica all’Università, al Ministero e ,infine, lo deposita al Tar .
L’Avvocato Michele Galvanico consiglia : “Presentare un ricorso è una scelta da fare con molta attenzione, sia per le motivazioni che inducono sia per le spese da sostenere. Proporre ricorso al Tar costa mediamente 3000-4000 euro. Considerate che ci sono più di 1000 euro solo di tasse e spese vive.”
– Continua l’avvocato – “Ricordo che lo Stato paga il costo del ricorso in caso di difficoltà economiche per persone con reddito del nucleo familiare inferiore a 11.528,41 euro. Presentare, quindi, un ricorso collettivo può comportare notevoli risparmi attraverso la ripartizione tra più soggetti di alcune spese comuni.”