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Concorso per le scuole 2019-2020: Olimpiadi di Problem Solving

Daniela Saraco 31 Ottobre 2019
D. S.
21/11/2024

Ritorna il concorso per le scuole per l'anno scolastico 2019-2020 delle Olimpiadi di Problem Solving: ecco cosa sono, chi può partecipare, come funziona la procedura, date e scadenze.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca promuove per l’anno scolastico in corso il concorso per le scuole,ovvero  le OPS, Olimpiadi di Problem Solving. Così come le Olimpiadi di Astrologia, sono  rivolte agli alunni del primo e del secondo ciclo delle scuole Italiane su territorio nazionale ed estero. Sono organizzati  dei Seminari regionali ed interregionali rivolti a docenti e a studenti. Il cui calendario è reso disponibile sul sito dedicato alle olimpiadi.

I giochi olimpici studenteschi si suddividono in due  gare di Problem solving classiche e gare di coding, programmazione e makers. Per partecipare, bisogna capire a quale competizione candidarsi.

Le competizioni hanno come fine:

  • stimolare la crescita delle competenze di problem solving e valorizzare le eccellenze presenti nelle scuole;
  • favorire lo sviluppo e la diffusione del pensiero computazionale;
  • promuovere la diffusione della cultura informatica come strumento di formazione nei processi educativi;
  • sottolineare l’importanza del pensiero computazionale come strategia generale per affrontare i problemi, come metodo per ottenere la soluzione e come linguaggio universale per comunicare con gli altri;
  • sviluppare l’interesse verso le capacità richieste in tutte le iniziative attivate per la valorizzazione delle eccellenze;
  • integrare le esperienze di coding,makers e programmazione in un riferimento metodologico più ampio che ne permetta la piena valorizzazione educativa.

 

Come partecipare al concorso per le scuole 2019-2020 Olimpiadi di Problem Solving

Per partecipare alle OPS è necessaria la registrazione dell’istituzione scolastica sul sito ufficiale. È possibile la partecipazione di squadre e  di studenti frequentanti plessi appartenenti alla stessa istituzione scolastica. Ogni plesso deve effettuare una distinta registrazione sul portale. Le gare  classiche si articolano in tre fasi , cioè d’istituto, regionale e nazionale. E’ prevista una fase di allenamento precedente.

Le prove di istituto hanno la durata di 120 minuti e consistono nella risoluzione di 13 problemi per la gara a squadre e di 8 problemi per la gara individuale, scelti dal Comitato tecnico-scientifico.

Le prove regionali e la finalissima hanno la durata di 90 minuti .E’ consentito l’uso di propri dispositivi digitali collegati a internet durante lo svolgimento delle prove. Le gare sono gestite da un sistema web-based che eroga i quesiti, corregge le risposte e formula le classifiche.

Anche per le gare di coding e programmazione le informazioni sullo svolgimento delle tre diverse competizioni sono specificate sul sito delle OPS.

Le Gare di Problem solving “classiche”  vertono alla scuola dell’obbligo e si svolgono su tre distinti livelli: scuola primaria (alunni delle classi IV e V): a squadre; scuola secondaria  di I grado (alunni delle classi I, II e III): a squadre e individuale; e secondaria di II grado (studenti del primo biennio): a squadre e individuale.

Per la seconda tipologia di competizione bisogna, invece,ideare e implementare  un programma o progettare un circuito di risoluzione al tema proposto dal Comitato tecnico-scientifico .

Cosa sono le Olimpiadi di Problem Solving: come prepararsi e vincere

Come in tutti i concorsi, è necessario lo studio e l’esercitazione. Per ogni prova delle OPS  gli esercizi hanno risposte  precise. Le prove,  differenziate per ordine di scuola, sono  di difficoltà crescente col succedersi delle stesse, allo scopo favorire la nascita e lo sviluppo delle eccellenze.

Una caratteristica fondamentale del concorso per le scuole OPS è che dopo ogni prova,  vengono forniti dei “commenti”, che costituiscono una traccia per il percorso formativo che gli insegnanti sono invitati a seguire insieme agli allievi. Gli argomenti proposti sono allineati con quelli adottati nelle indagini e nelle competizioni nazionali e internazionali. Esiste una Guida alla risoluzione e alla preparazione , necessaria per l’allenamento dei candidati.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto