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Riforma scuola Salvini: scuole medie e superiori, cosa vuole fare

Daniela Saraco 26 Novembre 2019
D. S.
26/11/2024

Ecco qual'è la proposta di riforma scuola di Matteo Salvini: cosa vuole fare il segretario della Lega e come vuole cambiare le scuole medie e superiori, compresa la maturità.

Il leader della Lega, vuole rivoluzionare il mondo scolastico partendo dalle scuole medie alle quali direbbe addio.

Difatti ha dichiarato: “Stiamo lavorando per eliminare i tre anni di buco della scuola media. Nessun Paese europeo ha questi tre anni di parcheggio, così come tre mesi di vacanze estive…”.

Sono le parole di Salvini sulla scuola di oggi, pronunciate durante un comizio in Brianza, in particolare in riferimento alle scuole medie. Il leader della Lega ha avanzato alcune proposte per riformare l’istruzione tra cui, appunto, l’abolizione dei tre anni tra elementari e superiori.

Molte sono le riforme scolastiche che si sono susseguite nel corso degli ultimi anni e governi.

Si basti pensare che l’obbligo a 14 anni fu istituito ufficialmente da Gentile nel 1923, ma solo ne 1962 fu avviata la riforma della scuola media.  Solo con le  riforme del 1975-77 ci furono cambiamenti anche perchè cambiò l’atteggiamento degli insegnanti. Inoltre, si istituirono doposcuola statali come libere attività complementari e studio sussidiario, le prime esperienze di scuola integrata ed infine il tempo prolungato.

Nel 2015, con la Legge 13 luglio 2015 n.107 promulgata durante il governo Renzi, i dirigenti scolastici sono visti come “leader educativi”. L’alternanza scuola-lavoro viene resa obbligatoria agli studenti provenienti da qualsiasi istituto, non solamente dagli istituti tecnici.

Nel 2016, durante il Governo Gentiloni, la senatrice Valeria Fedeli diviene la nuova Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la quale prosegue la “riforma Buona Scuola”.  Tra le varie riforme scolastiche applicate, i numerosi ministri dell’istruzione che si sono susseguiti e i cambiamenti per l’esame di maturità, cerchiamo di capire cosa propone Salvini per riformare la scuola.

Riforma scuola media secondo Matteo Salvini: come cambia e perché vuole eliminarle

Già in primavera l’idea della Lega per la scuola, prevedeva l’unione delle elementari e medie in un unico ciclo. Si pensava, infatti, di introdurre  il cosiddetto “maestro e professore prevalente”. Il professore prevalente si occupa delle materie principali, quali italiano, storia, geografia, scienze. Segue la classe per tutta la durata degli studi, affiancato dagli insegnanti delle materie specifiche , come matematica, lingue, discipline sportive, discipline artistiche.
Come alle elementari i ragazzi, secondo il programma della Lega, avranno sempre “una figura basilare di riferimento che deve essere chiaramente identificabile“.

I temi introdotti da Salvini nel corso del comizio  sono, in realtà, motivo di discussione dei politici italiani già da tempo. Difatti, i tre anni di istruzione secondaria di primo grado possono costituire un periodo delicato per gli studenti più immaturi, costretti a un cambio di ciclo scolastico e alla conseguente perdita di un ambiente già conosciuto nel periodo delle elementari. Non solo, questi tre anni non costituiscono più il ciclo finale della scuola dell’obbligo, perché quest’ultima è stata elevata fino ai 16 anni. Il periodo di tre mesi di vacanze invece, è considerato un lasso di tempo troppo lungo per una Buona Scuola e  per le famiglie che lavorano.

Come vorrebbe le scuole Salvini, comprese le vacanze scolastiche

Matteo Salvini vuole rivoluzionare la scuola: per prima cosa cancellare la scuola secondaria di primo grado, rimodulando  la suddivisione del ciclo scolastico. In secondo luogo, rivalutare la pausa delle vacanze estive.

Il  leader della Lega tocca due temi che sono argomento di  discussione, di analisi anche internazionali sulla scuola e che sono considerati  come due particolarità del sistema italiano. Finora però non si è trovata una soluzione migliore del sistema entrato in vigore 56 anni fa. Si era parlato in passato di una riforma che dividesse gli anni delle medie tra le elementari e le superiori. In pratica, la riforma scuola di Salvini, prevede dalla primaria alle medie un unico ciclo scolastico, in modo tale che gli alunni, acquisita una maggiore maturità, possano poi essere pronti a frequentare le scuole superiori. Di conseguenza, ci sarebbe un solo cambio di professori, amici ed ambiente scolastico all’età di circa sedici anni.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto