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Sciopero docenti e ATA della scuola a novembre 2019: date e motivi

D. S.
30/12/2024

Dal perché dello sciopero docenti e personale ATA della scuola a novembre  2019 agli orari e modalità del blocco dei professori, collaboratori e bidelli che scioperano.

Non solo il mese di ottobre, ma anche quello di novembre 2019 è un mese con diversi scioperi già annunciati in vari settori di pubblico interesse.

E’ stato pubblicato il decreto Salvaprecari Bis, ma le polemiche nel mondo della scuola continuano a crescere.

E’ previsto lo sciopero docenti e personale ATA  per il 12 novembre 2019. Il sindacato Anief ha proclamato scioperi dei docenti che  riguardano, però,  tutto il personale scolastico compresi quindi, collaboratori, tecnici e bidelli. In discussione principalmente  gli stipendi e il precariato. Ma è soprattutto il decreto salva-precari a non essere  soddisfacente, perché non risolve le problematiche più importanti per gli insegnanti e operatori scolastici.

Allo STOP già calendarizzato del 27 novembre, quindi, si aggiunge anche quello del 12 e le lezioni sono quindi a rischio per tutti gli studenti

Una scuola che pecca su troppi aspetti. Anche l’ultimo e tragico avvenimento di Milano, denota troppe mancanze organizzative e amministrative. Oltre le carenze delle strutture , c’è difficoltà di assicurare un’adeguata sorveglianza a causa di personale non sufficiente. I Sindacati delle scuole sono pronti a scendere in piazza. Protestano  per il contratto scaduto ad ottobre 2018 e per  la sicurezza . Chiedono un maggiore impegno e il potenziamento delle risorse umane

Gli scioperi scolastici vengono indetti dai sindacati, i quali accolgono le proteste del comparto scuola e organizzano le proteste. Il sindacato ha annunciato una protesta a supporto di tutte quelle categorie di lavoratori dimenticate dal decreto “Salva precari”, su tutti i diplomati magistrali. Per l’occasione si preannuncia una mobilitazione a livello nazionale e si aspetta  la partecipazione di tantissimi lavoratori.

Motivi dello sciopero docenti e personale ATA scuola a novembre 2019: perché degli scioperi

I motivi dell’opposizione al decreto  sono tanti. Dalla riduzione degli aventi diritto, al conseguimento dell’abilitazione, all’inserimento in nuove graduatorie utili per l’immissione in ruolo qualora le GAE risultano esaurite.

Si protesta, inoltre, per la mancanza di risorse per il rinnovo del contratto di tutto il personale docente, amministrativo e ata.  In più il nuovo decreto limita la copertura  a soli 24 mila posti, ma le cattedre vacanti sono in numero maggiore.

Anief contesta, inoltre, ritiene illegittime le limitazioni del servizio svolto nelle scuole paritarie e nei percorsi di formazione IEFP, svolti presso le regioni, come del servizio prestato sul sostegno, l’esclusione del personale della primaria, infanzia, educativo e dei docenti di religione. Inoltre, gli alunni disabili sono affidati  ad otto docenti precari su dieci non specializzati, senza garantire, dunque, qualità di insegnamento proprio verso i meno abbienti.

Penalizzati anche il personale Ata così come i diplomati magistraleRiepiloghiamo le motivazioni principali, ovvero:

Vista l’importanza delle proteste,gli studenti rischiano di non trovare docenti e personale ATA a scuola. Difatti, il personale scolastico non è tenuto a comunicare la propria adesione agli scioperi alla scuola di appartenenza.

Date degli scioperi della scuola nel mese di novembre 2019

Le manifestazioni iniziano venerdì 8 con uno degli scioperi organizzato dagli studenti e si prosegue con lo sciopero del personale ATA del 27 novembre . E’ stato  però proclamato il terzo sciopero del mese, fissato per il 12. E si conclude con il 29 novembre con la protesta di docenti e dirigenti. 

Da parte del personale Ata  della scuola, l’intera giornata di mercoledì 27 novembre è dichiarata per le proteste. Per le giornate di martedì 12 e venerdì 29 novembre, invece, lo STOP è stato dichiarato dal personale docente e dirigente della scuola a livello nazionale.

Dunque in questi giorni lo stop alle attività riguardano le scuole di tutte le regioni italiane. Nella giornata del 12 novembre l’iniziativa coinvolgerà anche le università e tutto il loro personale docente.

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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto
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