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Sciopero scuola del 12 novembre 2019: dove si manifesta, chi aderisce

D. S.
28/11/2024

Ultime notizie sul blocco e sciopero scuola del 12 novembre 2019 del personale docente e Ata: motivi dello stop, dove si manifesta domani e chi aderisce.

Sono numerose le manifestazioni di protesta e scioperi previsti per il mese di Novembre: si fermano benzinai, trasporti ma soprattutto il mondo della  scuola.

Oggi si è tenuto uno sciopero scuola  a Roma e nelle maggiori città d’Italia. A proclamare la manifestazione, per l’insoddisfazione sul decreto scuola, sono i  sindacati FLCGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda.

Domani, invece, sciopero scuola  generale indetto da Anief.

Dopo gli studenti, che hanno protestato lo scorso otto Novembre,  stavolta a protestare sono gli insegnanti.  Organizzati  ben due giorni di stop nazionale, con il blocco scuola generale.

Considerato che la protesta di oggi è stata organizzata  dai maggiori sindacati italiani, non pochi sono stati i disagi.

Si protesta contro il Governo per  aver disatteso gli impegni assunti nei confronti del Comparto Istruzione, sia per quanto riguarda gli stipendi che per le assunzioni. In particolare per i  concorsi e le norme sui diplomati magistrali.

Oggi 11 novembre la regolarità delle lezioni è  stata a forte rischio. Così come per domani, dove è in programma lo sciopero proclamato dal solo ANIEF .  Uno sciopero, stavolta,  che oltre ad interessare i docenti riguarda anche il personale ATA e quello educativo. Tutti in piazza per denunciare le gravi situazioni del  precariato, l’ immobilità sugli stipendi, la sicurezza nelle scuole e la mancanza di personale ATA.

Sciopero scuola del 12 novembre 2019: dove si sciopera e si svolgono manifestazioni

Lezioni a rischio nelle scuole italiane oggi e domani per gli scioperi dei docenti che, insieme alla manifestazione studentesca tenutasi qualche giorno fa, ha dato il via all’autunno caldo delle proteste del settore.

Dopo che per primi gli studenti sono scesi in piazza oggi per protestare contro i pochi fondi stanziati per la scuola dell’obbligo, adesso tocca ai docenti mobilitarsi, mettendo così di nuovo a rischio le lezioni. Il primo sciopero è stato proclamato dai maggiori sindacati e fissato per oggi con una manifestazione nazionale a Roma e nelle maggiori città d’Italia. Il personale scolastico contesta che il Governo non si impegni a garantire una scuola di qualità e concretezza. Il ministro Fioramonti promette novità e cambiamenti ma la sua platea contesta.

Per il 12 novembre, la manifestazione è indetta da ANIEF. I motivi riguardano principalmente il decreto salvaprecari, la stabilizzazione del personale Ata, gli stipendi del personale scolastico, il problema del sostegno e dei diplomati magistrale.

Lo sciopero riguarda infine anche il personale Afam e il mondo dell’università. Il sindacato chiede al Ministro Fioramonti che gli insegnanti e il personale scolastico possano decidere di rientrare a insegnare nella propria regione. In particolare, si chiede un emendamento in Parlamento per eliminare i vincoli ai trasferimenti previsti dalla vigente normativa.

Attualmente, infatti,   i vincitori dei concorsi ordinari e straordinari per l’anno 2020/2021 possono  essere assunti anche in una regione diversa da quella in cui risultano vincitori o idonei, ma in questo caso, dovranno accettare di restare fuori per cinque anni.

Chi aderisce agli scioperi dei docenti e personale ATA di novembre 2019

Alle proteste dei due giorni di stop aderiscono tutto il personale scolastico, docente e non. Si ricorda che nessun operatore deve comunicare prima la propria adesione agli scioperi, proprio per creare disagi. Anche lo  sciopero della scuola per la giornata del 12 Novembre  riguarda docenti e collaboratori scolastici aderenti ai sindacati di base.

L’obiettivo è il blocco delle lezioni per manifestare contro il precariato e a favore dell’aumento degli stipendi. Inoltre, partecipano e guidano le manifestazioni i maggiori sindacati del comparto scuola, ovvero  Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals ,Gilda e ANIEF. Quest’ultimo ha organizzato dalle 9 alle 13 a Roma, in piazza Montecitorio, una manifestazione generale  con l’obiettivo di contrastare il precariato e  chiedere stipendi adeguati per il personale della scuola. ANIEF ha annunciato  richieste di modifica e di emendamento, circa trenta totali. 

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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto
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