Storico, oratore e senatore romano, Publio è considerato il più grande esponente del genere storiografico della letteratura latina. Autore di varie e numerose opere, scrisse anche delle imprese militari del suocero Gneo Giulio Agricola in Britannia. Doveroso citare anche la monografia etnografica sull’origine, i costumi, le istituzioni, le pratiche religiose e il territorio delle popolazioni germaniche. L’opera, di datazione incerta, ci spiega le cause della decadenza dell’arte oratoria, cause che vengono individuate nel diverso tipo di educazione rispetto al passato, nell’ormai mutato insegnamento retorico e nelle condizioni politiche del regime monarchico, che impediva la libertà di parola.
Storico scrupoloso, attento e preciso, ciò che di Publio impressiona il lettore è l’uso magistrale della parola alla quale lo scrittore riesce a conferire forza, ritmo e colore. Il suo stile è elevato e poetico, tipico della tradizione romana. Nelle sue opere lo scrittore non si limita a fare un disegno filosofico, ma analizza e indaga il comportamento umano. Oltre che storico Tacito è anche un importante teorico politico. I tacitisti rossi lo considerano come simbolo degli ideali repubblicani, mentre i tacitisti neri come ideologo della realpolitik. Infine è doveroso ricordare e sottolineare che le sue opere costituiscono ancora oggi la fonte più affidabile per gli studi sull’età del Principato.
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Publio Cornelio Tacito, indicato anche come Gaio Cornelio Tacito, nasce nel 56 d.C nella Gallia Narbonense. Ma chi era veramente? Scopriamo attraverso l’analisi del testo e il riassunto della biografia con vita, storia, opere e mappa concettuale.
Dello scrittore latino si sa ben poco, le poche informazioni che abbiamo ci sono date da indizi sparsi nelle sue opere. Si presuppone una discendenza da ceto equestre di provenienza provinciale, con una ricchezza significativa. Da giovane studia retorica a Roma, per prepararsi alla carriera nella magistratura e nella politica. Nel 77 d.C. sposa Giulia Agricola, la figlia del generale Gneo Giulio Agricola. Nell’81 d.C. grazie a Tito entra nella vita politica, sette anni dopo entra a far parte di un collegio sacerdotale. Dall’89 al 93 d.C. ricopre funzioni pubbliche, probabilmente in ambito civile. Grazie ai suoi possedimenti riesce a sopravvivere al Regno del terrore di Domiziano: uno degli imperatori romani più spietati di sempre.
Morto durante il regno di Adriano (117-138), gli studiosi ipotizzano la data ricada nell’anno 120. Cinque sono le opere attribuite a Publio e sopravvissute agli anni, sebbene le date siano approssimative. Parliamo di De vita et moribus lulii Agricolae (La vita e i costumi di Giulio Agricola) 98 d.C.; De origine et situ Germanorum (L’origine e la posizione dei Germanici) 98 d.C.; Dialogus de oratoribus (Dialogo sull’oratoria) 101/102 d.C.; Historiae (Le storie) 110 d.C. e Annales (Annali) 117-120 d.C. Le due opere più importanti sono Le storie e gli Annali. Queste, originariamente pubblicate separatamente, sono in realtà un’unica opera comprendente 30 libri. Esse narrano la storia di Roma dalla morte di Augusto (14 d.C.) alla morte di Domiziano (96 d.C.) e, nonostante alcune parti siano andate perdute, si tratta di una delle maggiori opere storiche dell’antichità.
Le più belle frasi di Tacito: citazioni e aforismi famosi
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- Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.
- In una repubblica molto corrotta, moltissime sono le leggi.
- L’imperfezione che caratterizza l’uomo fa sì che le cure agiscano molto più lentamente di quanto non facciano i mali.
- Questa cosa ingiustissima segue in ogni guerra, che tutti si arrogano il merito dei prosperi successi, e gli avversi ad un solo sono rimproverati.
- Ma rimaneva ancora almeno l’ombra d’una libertà che stava per morire.
- Al di là (di noi, di questa terra) non c’è più nessuna gente, niente se non flutti e scogli.
- Gente che né l’oriente né l’occidente possono saziare. Solo loro bramano possedere con pari smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano impero. Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace.
- È tanto più facile ricambiare l’offesa che il beneficio; perché la gratitudine pesa, mentre la vendetta reca profitto.
- [Di fronte alla forza della natura] nessuna differenza tra valorosi e vili, tra avveduti e imprudenti, tra azioni riflesse e gesti a caso.
- Tutte cose speciose a parole, ma in realtà inutili e subdole; destinate a sfociare in una tirannia tanto più implacabile, quanto più si mascheravano sotto parvenza di libertà.
- Un’onesta morte è migliore d’una vita vergognosa.
- Affronto una storia densa di vicende, terribile per battaglie, torbida di sedizioni, tragica anche nella pace.
- La notte era gravida di minacce e stava per sfociare nel delitto.
- Tuffate le mani nel mio sangue, piuttosto! Sarà minore la vergogna se ucciderete il luogotenente, anziché ribellarvi all’imperatore! O rimanendo in vita manterrò fedeli le legioni o, facendomi sgozzare, ne affretterò il pentimento.
Mappa concettuale di Publio Cornelio Tacito per esami a scuola
Anagrafica Principale | |
Considerato il più grande esponente del genere storiografico della letteratura latina, di Tacito si sa ben poco. Cinque sono le opere attribuite a Publio e sopravvissute agli anni, sebbene le date siano approssimative. Morì sotto il regno di Adriano, nel 120 d.C. circa. | |
Nome e Cognome | Publio Cornelio Tacito |
Luogo di nascita | Gallia Nabornense |
Professione | Storico, oratore e senatore |
Breve Biografia | Considerato il più grande esponente del genere storiografico della letteratura latina, di Tacito si sa ben poco. Cinque sono le opere attribuite a Publio e sopravvissute agli anni, sebbene le date siano approssimative. Morì sotto il regno di Adriano, nel 120 d.C. circa. |