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Bambini contagiati da Coronavirus in Italia: quali sono i rischi

D. S.
03/11/2024

Aumentano i contagi Covid-19, ora ci sono bambini contagiati da Coronavirus in Italia.

Sono in tutto cinque, di cui 4 in Lombardia e 1 in Veneto: ecco quali sono i rischi per i minori e cosa fare.

I rischi per l’infanzia, le indicazioni e i comportamenti da seguire, cosa c’è da sapere sul coronavirus in Italia. Scopri le misure di prevenzione e di igiene consigliate dalle autorità sanitarie contro l’epidemia.

Sale il numero di contagiati in Italia. In totale risultano colpiti dall’epidemia 354 persone,  di cui 11 sono i morti. Le regioni italiane colpite sono nove, ovvero: 259 casi con 9 vittime in Lombardia; 58 casi con 2 morti in Veneto; 26 casi in Emilia Romagna; 3 in Piemonte, Lazio e Sicilia; 2 in Toscana e Liguria; 1 in Alto Adige. E’ attesa la conferma di una positività nelle Marche. Continua la diffusione del Coronavirus: ultimissime notizie parlano di 5 bambini contagiati, di cui 4 in Lombardia e 1 in Veneto.

Tutte le persone morte da coronavirus  erano già  gravemente malate ed anziane. Il Governo, le Regioni e in alcuni casi anche i Comuni hanno adottato  una serie di provvedimenti per fronteggiare il contagio. E’ di pochi minuti fa la notizia che tra le persone infettate dal Covid 19 ci sono anche 5 bambini. La prima ha quattro anni, è di Castiglione D’Adda e il contagio è avvenuto all’ospedale. La seconda ha otto anni, è la nipote del primo paziente diagnosticato in Veneto, e con molta probabilità  è stato lui a contagiarla. Poi ci sono due bambini di 10 anni e un ragazzo di 15. Ricordiamo che il virus ha un effetto molto più grave sulle persone anziane che hanno pregresse patologie. I bambini contagiati stanno bene e a parte lievi forme di influenza , risultano asintomatici.

Ma quali sono i rischi per l’infanzia? Quali le misure di prevenzione da adottare per i bambini? Vediamo nel dettaglio cosa fare e perchè per contrastare Covid 19.

Bambini contagiati da Coronavirus in Italia: quali sono i rischi per minori e cosa fare

Il nuovo virus appartiene alla famiglia dei coronavirus,  la stessa di cui fanno parte il comune raffreddore ma anche alcune malattie epidemiche.

Gli effetti provocati dai virus sono per lo più febbre, tosse e difficoltà respiratorie. Questi i sintomi Covid 19 più comuni, ma ci sono anche complicanze che possono però compromettere in modo letale la salute dei soggetti più vulnerabili. Ecco perché fin da subito è iniziato lo studio di un possibile vaccino. Il 2 febbraio 2020 un team di ricercatori dell’ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma ha isolato il virus mettendone le sequenze genetiche a disposizione della comunità scientifica internazionale. Il contagio da persona a persona avviene per contatto a breve distanza e non per via aerea. Di conseguenza,  il virus si può contrarre attraverso uno starnuto o un colpo di tosse emesso da un soggetto malato entro circa un metro di distanza, ma non semplicemente respirando l’aria di una stanza nella quale è presente una persona già contagiata.

La polmonite è una malattia mortale  dell’infanzia perché i bambini, insieme agli anziani e ai malati cronici, sono i soggetti più vulnerabili alle infezioni respiratorie acute. A essere a rischio sono soprattutto i neonati e i bambini sotto i 2 anni di età, a causa della fisiologica immaturità del sistema immunitario. Pertanto i bambini sono esposti a un rischio particolarmente elevato.
Tuttavia, nell’epidemia di Covid-19 sono stati dichiarati pochi bambini contagiati, rispetto a quanto avviene in altri contesti epidemici. E’ comunque è importante applicare anche ai bambini tutte le misure di prevenzione e igiene consigliate dalle autorità sanitarie.

Cura Coronavirus: ad oggi non esistono farmaci antivirali e vaccini

A differenza della polmonite batterica, il coronavirus non può essere curata con gli antibiotici. Al momento non esistono però farmaci antivirali specifici. La terapia consiste quindi nell’alleviare i sintomi con anti-infiammatori, antipiretici e idratazione, ma soprattutto nel rigoroso isolamento del paziente. Non esiste neppure un vaccino, e il suo studio richiede da un minimo di 3 mesi ad oltre un anno di tempo.

La cura, dunque,  più immediata ed efficace contro Covid 19 è impedire che continui a diffondersi. Ma come bloccare l’espandersi dell’epidemia ? Oltre l’isolamento, la quarantena e la chiusura delle scuole,  il Governo ha consigliato delle misure speciali di prevenzione Vediamole nel dettaglio.

Prevenzione Coronavirus: indicazioni e comportamenti da seguire 

Le misure speciali valgono per tutte le persone, senza alcuna differenza tra adulti e bambini. Viste le ultime notizie circa i bambini contagiati in Italia, è consigliabile proteggere, dunque, anche i più piccoli. Previeni l’infezione seguendo alcune semplici regole, ovvero:

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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto
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