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Quarantena da Coronavirus in Germania: chiusa scuola dell’infanzia

Daniela Saraco 27 Febbraio 2020
D. S.
13/11/2024

Primi contagi tra la popolazione tedesca, quarantena da Coronavirus in Germania: maestra contagiata da Virus Covid-19 obbliga la chiusura di una scuola dell’infanzia.

Il Covid-19 ha messo in crisi tutta l’Europa. La diffusione, infatti, del virus ha colpito anche persone non residenti nelle zone a rischio. I paesi coinvolti da coronovirus sono numerosi: Francia, Spagna, Italia. Ad oggi la Germania è in allerta. Il ministro della Salute tedesco ha dichiarato l’inizio di un’epidemia in Germania con la chiusura di una scuola dell’infanzia. Le persone contagiate, infatti, hanno avuto molti contatti e una vita sociale aperta. Dunque, è facile che l’esposizione del virus porti a nuovi contagi. Le catene delle infezioni non sono più ricostruibili.

I nuovi casi confermati in Germania  sono sette , uno dei quali, un giovane di 25 anni, rientrava dal Nord Italia.

Il paziente zero era  di ritorno da un viaggio a Milano con la fidanzata. Il governo tedesco sta indagando su chi fosse nel cinema di Neu Ulm, dove l’uomo è andato  dopo il viaggio in Italia. L’altro test positivo è stato registrato nel Land del Baden-Wuerttemberg. Un uomo di 32 anni è rientrato da una delle zone di contagio in Italia.

La  Germania  ha visto nelle ultime ore l’inizio di una epidemia da coronavirus, anche in una scuola dell’infanzia. L’allarme, lanciato dal ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, è iniziato  dopo i sette nuovi casi di coronavirus. Uno dei contagiati è un’insegnante della scuola dell’infanzia. La donna di 46 anni ha prestato servizio fino a venerdì scorso ed è risultata positiva al test del Covid 19. Contagiato anche il marito di 47 anni, attualmente ricoverato in ospedale in serie condizioni. Ecco perché hanno chiuso la scuola dell’infanzia tedesca.

Quarantena da Coronavirus in Germania, nuovo focolaio Covid-19: chiusa scuola dell’infanzia

Non solo in Italia, ma anche in Germania chiudono le scuole. La maestra contagiata ha regolarmente insegnato a scuola fino alla scorsa settimana. La donna, inoltre,  nei giorni scorsi ha partecipato anche ad una festa di carnevale. Lunedì, il marito , con i sintomi di polmonite grave, è stato ricoverato in un ospedale di Erkelenz e isolato nell’unità di terapia intensiva. La notte scorsa l’uomo è stato trasferito all’ospedale universitario di Duesseldorf. L’uomo è stato in contatto con un conoscente proveniente dalla Cina di recente per lavoro.

I bambini che frequentano la scuola dove insegna la maestra contagiata sono in isolamento. Per verificare casi di contagio tra i bambini,  sono attualmente in corso i test e i tamponi . I risultati dovrebbero essere disponibili oggi. La Croce Rossa tedesca, nel frattempo, ha spiegato che le persone che hanno recentemente viaggiato in zone rosse, come il nord Italia, non potranno donare il sangue. Il Presidente tedesco ha predisposto la chiusura di  uffici pubblici e privati di tutto il territorio. Infatti, in Germania hanno dichiarato  diversi casi di contagio in Baviera, tra i dipendenti di una società.

Misure contenimento nel mondo per evitare la diffusione di Coronavirus

L’epidemia di Coronavirus ha avuto origine in Cina e ora ha un impatto a livello mondiale.  Numerosi sono, infatti, i casi di contagio in molti paesi del mondo. Nel fine settimana la situazione in Italia è precipitata con un aumentare dei contagi. Il Governo ha adottato misure d’emergenza nel Paese. Il panico si è diffuso, però, tra gli italiani.

Ma quali sono le misure di prevenzione adottate nel mondo? Ecco l’elenco delle restrizioni decise:

  • Gli Stati Uniti hanno vietato l’ingresso a tutte le persone che negli ultimi 14 giorni siano state in Cina continentale. Per i cittadini americani che tornano, solo la California ne conta quasi 7mila, è prevista una quarantena di 14 giorni in casa;
  • I maggiori Paesi europei come Francia, Germania o Spagna invece non prevedono alcuna quarantena per chi ritorna dalla Cina.;
  • la Romania ha annunciato la quarantena per le persone che arrivano dalle aree italiane più colpite dal coronavirus, in teoria solo la “zona rossa”;
  • la Francia  prevede per chi rientra da Lombardia e Veneto una auto-quarantena di 14 giorni, evitando di frequentare posti affollati, portando la mascherina, misurando più volte al giorno la temperatura. Mentre i bambini non possono andare a scuola per 14 giorni;
  • Grecia e Cipro hanno cancellato tutte le gite scolastiche nel nostro Paese, facendo rientrare le scolaresche già in Italia.

Ricordiamo che molti paesi sconsigliano comunque di viaggiare nelle zone a forte contagio da coronavirus.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto