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Scuole chiuse in Campania per Coronavirus: perché la chiusura

Daniela Saraco 27 Febbraio 2020
D. S.
25/11/2024

In tarda serata dopo i casi di contagio accertati a Vallo della Lucania, arriva l'ordinanza del governatore De Luca, università, asili e scuole chiuse in Campania per Coronavirus.

Ecco perché è stata decisa la chiusura degli istituti scolastici per tre giorni e cosa dice l’ordinanza del governatore della Regione Campania. Consulta l’ordinanza.

Aumentano i casi di contagio, sono dodici le vittime e 465 le persone contagiate in Italia. Mentre nei focolai lombardi la vita ritorna pian piano alla normalità con misure di prevenzione specifiche da coronavirus, l’epidemia colpisce nuove zone italiane. Il Presidente della regione Puglia dispone la sanificazione sanitaria di tutte le scuole chiuse per Covid 19 nella provincia di Taranto. Il Governatore De Luca ha annunciato due casi in Campania durante l’incontro con i sindaci per stabilire misure di prevenzione da coronavirus. I due contagiati hanno già effettuato i tamponi al Cotugno.

I test sono stati poi  inviati a Roma. Sono due donne, entrambe di ritorno dal Nord Italia, ad essere in sorveglianza.

Le pazienti, attualmente in isolamento,  presentano sintomi leggeri e le loro condizioni non preoccupano. Nell’attesa che dallo Spallanzani arrivi il risultato dei test ,previsto per stamattina,  De Luca ha deciso di non perdere altro tempo. Ieri sera, dunque, ha firmato l’ordinanza con la quale dispone scuole chiuse in tutta la Campania per Coronavirus fino a domenica. La decisione di chiudere le scuole fino al primo marzo era stata già adottata da diversi sindaci delle città campane. A partire da oggi,infatti, e per tre giorni, gli istituti sono chiusi per consentire interventi di disinfestazione straordinaria. Vediamo nel dettaglio l’ordinanza di De Luca per la prevenzione nelle scuole campane.

Università e scuole chiuse in Campania per Coronavirus > ordinanza chiusura istituti

Il  Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha emanato un’ordinanza di chiusura per tre giorni ,da stamattina fino a sabato 29 febbraio , di tutte le scuole di qualsiasi ordine e grado di tutta la Regione.

L’ordinanza è necessaria per consentire pulizie e disinfezione in tutti i plessi scolastici e universitari, per prevenire possibili contagi di Coronavirus. Le scuole e le università riapriranno normalmente  lunedì 2 marzo. I vari sindaci avevano già preso decisioni simili in autonomia. Difatti, Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, aveva emanato ordinanza di chiusura nel napoletano.

Il Ministro dell’Università Gaetano Manfredi, inoltre, ha comunicato che da lunedì 2 marzo nelle aree rosse da contagio coronavirus iniziano  le lezioni delle Università online. Molti universitari, quindi, possono tornare a seguire le lezioni sul web grazie all’insegnamento a distanza. Già Azzolina aveva preannunciato questa ipotesi. Le indicazioni saranno pubblicate sui siti web degli Atenei interessati.

Misure prevenzione scuole di ogni ordine e grado e nelle università

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda misure di prevenzione anche per le scuole. Oltre a chiudere gli istituti per le sanificazioni necessarie, bisogna seguire  indicazioni specifiche. Tutte le superfici toccate di frequente, come muri, porte, finestre, servizi igienici e sanitari, devono essere pulite con particolare attenzione. In commercio sono disponibili due tipologie di disinfettanti autorizzati, uno per la cute integra e uno per le superfici. Il primo è a base di alcol e  il secondo a base di candeggina.

Molti Sindaci stanno adottando misure speciali. Tra questi, quello  di Camposano (NA), spiega su Facebook le azioni  per combattere l’emergenza coronavirus nelle scuole del Comune. Quando la scuola riapre, infatti, seguirà un protocollo specifico, ovvero:

  • Rilevamento della temperatura corporea a tutti i bambini e al personale docente e non, con termometro frontale;
  • Lavaggio delle mani ogni due ore con disinfettante.

Ma cosa fare se un bambino torna da una zona a rischio? Il dirigente scolastico che sa del rientro a scuola di uno studente proveniente dalle aree rosse informa l’ASL di competenza. In presenza di un caso sospetto, bisogna valutare  la febbre ed altri sintomi. Solo in presenza di particolari condizioni viene avviato il percorso sanitario e l’eventuale tampone. Ricordiamo che è  consigliata la  permanenza volontaria  per  quattordici giorni.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto