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Liceo artistico cosa si studia e si diventa, materie e sbocchi

D. S.
24/11/2024

Ecco perché scegliere il liceo artistico: informazioni del corso di studi, le materie che si studiano, gli indirizzi e le facoltà da scegliere, l’Accademia di Belle Arti e gli sbocchi lavorativi possibili.

 Il Liceo Artistico è un indirizzo di studi specifico e chi lo sceglie dopo le scuole medie ha sicuramente  una passione per  l’arte. Questo istituto prevede sia l’insegnamento delle  materie umanistiche come letteratura, storia, filosofia, sia l’approfondimento di materie collegate alle Arti applicate e visive. Il percorso artistico  ha ben  6 indirizzi da scegliere dopo un biennio comune a tutti:

Alla fine dei 5 anni, si ha una formazione umanistica simile a quella classica  ma  anche competenze pratiche nelle principali tecniche grafiche, pittoriche e scultoree. Ogni percorso  rende più esperto in una specifica area artistica. Difatti, seguendo quello di arti figurative si ha  una formazione più generale; con architettura si può  poi intraprendere più facilmente la facoltà di architettura all’università.

Chi  invece sceglie il percorso di  design  impara a progettare oggetti; con quello  audiovisivo e multimediale   acquisisce competenze per lavorare nel settore dei media, come cinema, televisione, internet e giornali digitali.  Nel percorso di grafica insegnano  a  realizzare progetti di grafica. Con l’indirizzo scenografia si impara a progettare gli allestimenti scenici per il cinema, la televisione e il teatro.

Dopo il Liceo Artistico ci si può iscrivere a Facoltà universitarie nel settore delle Arti e del Design o si può frequentare l’Accademia delle Belle Arti. Di seguito un po’ di indicazioni sul corso di studi, l’elenco delle materie da studiare e le facoltà da scegliere.

Cosa si studia al liceo artistico: materie e insegnamenti di questo diploma di maturità

Il percorso del liceo artistico è molto vasto.  Lo studente che esce da questo indirizzo conosce il patrimonio artistico e il suo valore, il contesto storico e culturale. Durante il biennio artistico si studiano le materie caratterizzanti dei licei, ovvero:

Dopo i due anni, le materie diventano più specifiche in base all’indirizzo scelto, per esempio  per arti grafiche c’è il laboratorio della figurazione; per l’indirizzo di architettura e ambiente si aggiunge il laboratorio di architettura; per  l’indirizzo design c’è il laboratorio della progettazione. Inoltre, per chi sceglie  l’indirizzo scenografia e scenotecnica, oltre al laboratorio di scenografia, sono previste le discipline geometriche e quelle scenotecniche.

Cosa si diventa con la maturità artistica: cosa si può fare dopo, sbocchi

Cosa si può fare dopo il liceo artistico? Questa scuola  è indicata per tutti quei ragazzi che  dimostrano di avere una inclinazione verso le arti e i mestieri antichi e per chi ha intenzione di iscriversi alle facoltà di Discipline Artistiche, Umanistiche, o  del comparto DAMS ,Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, piuttosto che Conservazione dei Beni Culturali, di Archeologia, di Storia dell’Arte, del Turismo e dell’Editoria.

Chi dopo non vuole frequentare l’università può trovare lavoro come:

Inoltre, è possibile lavorare come grafico, web designer, fotografo e  in tutti quei settori dell’artigianato nei quali è richiesta precisione, originalità e creatività.

Frequentando, invece, l’Accademia delle Belle Arti, si potenziano le competenze nella decorazione, nelle arti visive, nella moda, nella comunicazione, nella cinematografia, e si conclude il percorso  specialistico del liceo artistico.

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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto
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