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Come saranno gli esami terza media 2020: aboliti, solo voto online

Daniela Saraco 7 Aprile 2020
D. S.
22/11/2024

Approvato il decreto scuola dal ministro MIUR Azzolina: ecco come saranno gli esami di terza media 2020 che saranno aboliti, tutti promossi, vale solo voto online a distanza.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge sulla scuola presentato dalla ministra all’Istruzione Lucia Azzolina.

Il  Governo da’ il via al nuovo decreto che prevede misure per la fine dell’anno scolastico in corso e per l’inizio del prossimo.

Le novità sono previste anche per l’esame di terza media 2020. Il tavolo tecnico  si è riunito per approvare le misure economiche e per il comparto scuola  per i prossimi mesi al fine di fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Il decreto scuola contiene le indicazioni per la prosecuzione dell’anno scolastico, la  didattica a distanza  e la maturità e della scuola secondaria di primo grado.

Per capire come funziona, dobbiamo aspettare il 18 maggio. Infatti, se gli studenti dovessero ritornare tra i banchi per questa data, il piano di Azzolina prevede una prova di esame scritta. Se, invece, i ragazzi non tornano a scuola, l’esame di 3° media sarà svolto con un’unica prova orale, realizzata seguendo la tesina.

Per la terza media, l’elaborato va valutato insieme ai voti dell’anno scolastico. Per tutti, la promozione è comunque assicurata, e quindi tutti gli alunni delle terza media saranno promossi quest’anno. Gli scenari studiati dal Ministro Azzolina  per la fine dell’anno scolastico dipendono dall’evoluzione della pandemia da Covid-19.

Altra novità della terza media 2020 è che la didattica a distanza diventa obbligatoria. Questa è infatti l’unica modalità che  hanno i docenti per valutare gli studenti. Gli esami di terza media, dunque, saranno decisi dopo il 18 maggio. Prima di questa data, non è possibile stabilire il rientro dei ragazzi a scuola. Di seguito tutte le novità per gli esami.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le novità e come saranno gli esami di terza media 2020.

Come saranno gli esami di terza media 2020: come funzionano, ipotesi MIUR, Azzolina

Anche le prove della scuola secondaria di primo grado sono caratterizzate da novità. A confermarlo, la ministra Azzolina che ha spiegato come saranno gli esami di terza media 2020. Le ipotesi sono due e dipendono dalla data in cui saranno ridotte le misure di contenimento. Vediamole nel dettaglio:

  • Piano A: Nel caso in cui non si dovesse rientrare a scuola per il 18 maggio, per l’esame di terza media i ragazzi presenteranno la tesina. L’elaborato prevede una prova multidisciplinare e deve essere studiata  con i docenti durante il periodo di didattica on line. Sarà proprio il testo ad essere scrutinato per la valutazione finale. Saltano, quindi, le prove previste qualora non si riuscisse a tornare a scuola in tempo.
  • Piano B: Qualora, invece, le attività didattiche ripartissero il 18 maggio, l’esame finale perderebbe una o più prove.

Difatti l’esame tradizionale prevede tre scritti e il colloquio orale.

Dunque, l’esame si volge a prescindere dalla modalità. A causa dell’emergenza sanitaria, infatti, ci sono Paesi che lo hanno eliminato e Paesi che invece ancora lo prevedono. E’ questo il caso dell’Italia che ha emanato un decreto legge a misura.

Cosa ne pensano gli studenti di terza media del nuovo decreto scuola

Gli studenti saranno tutti ammessi alle superiori, assicura la Ministra Azzolina. Ma con questo non viene esclusa la  valutazione con la didattica a distanza e con l’impegno che gli studenti dimostrano nelle attività on line. Inoltre non ci sarà nessun 6 politico, modalità vetusta e superata dalle nuove metodologie che stanno permettendo alla scuola di non fermarsi. Ma cosa ne pensano i ragazzi?

Lo abbiamo chiesto a Francesca Di Nocera. Lei frequenta l’ultimo anno di scuola media :”Sono molto disorientata e preoccupata. Se non dovessimo tornare a scuola e procedere con la prova on line, temo di non riuscire a concentrarmi. Sono abituata a guardare negli occhi i professori per cercare cenni di assenso o dissenso a ciò che dico. Questo mi tranquillizza. Temo di non riuscire a svolgere l’esame senza il contatto reale. Per questo mi auguro di ritornare a scuola. Così da incontrare compagni e insegnanti e da svolgere l’esame nella maniera in cui si è sempre fatto. Meglio affrontare tre prove che abituarmi allo schermo di un pc per colloquiare sugli argomenti studiati!

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto