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Cosa significa Epidemia: significato, cos’è e cosa comporta

D. S.
23/11/2024

Ecco cosa significa epidemia: etimologia, significato e sinonimi del termine, cosa è, quando nasce e come si sviluppa.

Si sente parlare sempre più spesso di malattie contagiose. E’ pur vero che oggi esistono mezzi efficaci per difendersi dalle infezioni, ma esistono anche epidemie legate a nuove malattie. Ma cosa sono? E qual è il significato di epidemia? Quale la differenza con pandemia ed endemia?

La malattia infettiva è una condizione nella quale un individuo viene contagiato da un virus e può trasmetterlo ad altre persone. Quando un’infezione si diffonde all’interno di una popolazione si parla di epidemia. Le epidemie possono verificarsi in presenza di determinate condizioni igieniche e ambientali.

Nel corso della storia alcune epidemie sono state particolarmente devastanti, come la peste e alcune influenze.

Di epidemia si è parlato ad esempio in Cina, dove una grandissima fetta della popolazione è stata colpita dal Covid-19. Quando poi i contagiati hanno raggiunto più continenti, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di pandemia. Dunque per capire cosa significa epidemia, bisogna specificare che l’infezione  interessa una parte di territorio, localizzato ed è  limitata nel tempo.  L’epidemia è classificata come  pandemia se è molto estesa, o come un’endemia se è presente costantemente in una certa area geografica. Quella, invece, sporadica  colpisce un numero limitato di persone. La pestilenza è un particolare tipo di epidemia. L’epidemia avviene, dunque, quando un  virus riesce a propagarsi diffusamente all’interno di una popolazione. Vediamo allora cosa significa epidemia, l’etimologia del termine e i suoi sinonimi.

Cosa significa epidemia: significato del termine etimologia della parola e sinonimi

Il termine epidemia proviene dal greco ἐπί + δῆμος e significa sopra il popolo, sopra le persone. La parola indica  una malattia infettiva  che colpisce una collettività di individui. Il contagio è, inoltre,  ben delimitato  nello spazio e nei tempi. La gravità dell’epidemia, infatti, dipende da quanti individui vengono in contatto con il microbo e da quanti tra loro si ammalano. Lo sviluppo di una malattia infettiva è infatti determinato innanzitutto dalla capacità del contagio.

Nelle epidemie  hanno un ruolo determinante il clima e le condizioni igieniche. Infatti, alcune infezioni sono più frequenti in certe stagioni oppure in presenza di scarsa igiene. Questo perchè l’infezione si diffonde di più nei soggetti suscettibili. I così detti soggetti fragili. Spesso le istituzioni della Sanità usano il  termine quando c’è un aumento del numero dei casi oltre l’atteso in un particolare area e in uno specifico intervallo temporale. Non a caso, l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato nel 2020  il coronavirus, nato in Cina, una epidemia quando il numero dei contagi è aumentato in modo rapido e sproporzionato.

Dopo aver spiegato cosa significa epidemia, elenchiamo i suoi sinonimi, dall’accezione sempre negativa:

Quali sono le più importanti e diffuse epidemie della storia

Le prime notizie sulle malattie contagiose sono molto antiche. Nella Bibbia, infatti, ci sono le prime infezioni tra gli Egizi nel 1320 a.C. Inoltre in  molti  romanzi ci sono  riferimenti alle epidemie. C’è la peste manzoniana diffusa dagli  untori citati da Manzoni nei Promessi Sposi. La peste di Boccaccio di cui parla nel Decamerone. Fino a Petrarca che narra il dolore per la scomparsa, nell’epidemia del 14° secolo, dell’amata Laura.

Tra le epidemie più conosciute, ricordiamo:

Il primo nel 1970 ha colpito l’Italia.  L’epidemia si diffuse  in Puglia, in Sardegna, a Roma, Milano, Firenze, Bologna, Pescara e Napoli. Complessivamente ci furono 277 contagiati e 24 morti. La città più colpita fu Napoli, con 15 morti su 119 casi e Bari con 6 morti su 110 casi accertati.

La peste ha rappresentato per tutto il Medioevo la più grave malattia per diffusione e alta mortalità. La prima grande epidemia documentata con certezza è la cosiddetta peste nera che dilagò in Occidente dal 1346 al 1353, riducendo di un terzo la popolazione europea. La peste colpì anche l’Italia e fu causa di tantissime morti.

Il colera è una malattia infettiva acuta causata dal bacillo Vibrio cholerae che trova il suo rifugio nell’intestino dell’uomo. Il colera devastò nel 1816 l’Asia e l’Africa; nel 1835 si estese anche in Europa, colpendo l’Italia, dove si registrarono 32.000 morti in soli cinque mesi.

Quali misure adottare in caso di Epidemia: il parere dell’esperto

Il significato di epidemia indica quindi il diffondersi di una malattia infettiva che colpisce una collettività di individui con una delimitata diffusione temporale e spaziale. Ma qual è la cura, quali sono i rimedi per combatterla? Quali misure  di prevenzione adottare? A spiegarcelo è la dottoressa Pucillo, medico per USMAF/SANS Campania e Sardegna: ” La gestione di una epidemia è correlata a tutte le misure necessarie per ridurre la diffusione dell’infezione. Le principali misure di prevenzione per contenere i focolai epidemici sono quelle di sanità pubblica. Tra queste ricordiamo la limitazione degli spostamenti, l’isolamento e la quarantena per ridurre i contatti tra persone infette, l’uso dei dispositivi individuali.”

Quali sono i rischi per il mancato rispetto di queste regole? La dottoressa spiega: “Le norme di sanità pubblica associate ai decreti del Governo permettono di rallentare l’epidemia. Il rischio a cui possiamo andare incontro non rispettandole è la massima diffusione del virus. Di conseguenza il sistema sanitario andrà in collasso e non potrà garantire cure adeguate ai pazienti.”

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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto
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