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Isolamento: significato, cos’è, e quando viene applicato il protocollo

D. S.
30/11/2024

Ecco cosa significa isolamento, significato del termine, etimologia della parola e cosa vuol dire scientificamente.

Con il termine isolamento  definiamo l’esclusione da rapporti o contatti con l’ambiente circostante, per  ragioni di sicurezza o di incompatibilità. In  particolare indica  lo stato di un ammalato contagioso che viene tenuto fuori dal contatto con altri. La parola è usata anche per indicare lo stato di un prigioniero al quale viene impedito ogni contatto con altri detenuti.

Questo termine segnala la condizione di uno stato che per scelte politiche non ha rapporti  con altri stati. Nel caso specifico, uno stato si isola dagli altri anche durante le emergenze sanitarie. Assume, quindi, il significato di protocollo di emergenza. Questo, infatti, accade quando popolazioni di determinate aree sono messe in quarantena dalle istituzioni per evitare il diffondersi di malattie infettive.

Le autorità sanitarie stabiliscono la durata del periodo di confinamento sulla base del tempo di incubazione del morbo contratto. Nel caso ad esempio della pandemia da Covid-19, la quarantena dura tra i 4 e gli 11 undici giorni, fino a raggiungere un massimo di 14.

La definizione di isolamento indica anche il passaggio di energia sonora o termica attraverso una parete, nello specifico si parla di :

  • is. elettrico: in elettrotecnica, condizione per cui tra due punti a differente potenziale non ha luogo una circolazione di corrente continua;
  • acustico: in acustica, tecnica che si occupa di limitare la diffusione del suono;
  • termico: sistema per ridurre il flusso termico di calore scambiato tra due ambienti a temperature differenti.

Ma cosa succede per chi è in isolamento? E perchè le istituzioni  applicano il protocollo di sicurezza? A risponderci è Antonio Alfano, tenente della Guardia di Finanza.

Cosa significa isolamento: significato, etimologia parola e sinonimi, cosa vuol dire isolare il virus

Il significato di isolamento deriva da isolare, cioè vivere da isolati, in solitudine, separati da altri. Il termine può assumere significati diversi a seconda di come è contestualizzato. Generalmente è usato in campo medico per escludere i soggetti affetti da malattia infettiva con l’esterno, onde evitare la diffusione del contagio. Dunque,  è una misura restrittiva della libertà personale dell’ammalato. Nel caso di malattie epidemiche gravemente contagiose, come la peste, il colera, o il Covid-19, l’isolamento è sempre obbligatorio. Questo protocollo può essere eseguito in ospedali per malattie infettive e a domicilio. I malati il più delle volte devono essere isolati anche fra loro. Così da evitare reciproci nuovi contagi. Il periodo di solitudine  varia da malattia a malattia e spesso da individuo a individuo.

Il termine è usato anche con i virus. Ma cosa vuol dire isolare un virus? Lo scopo è  di produrre grandi quantità dello stesso germe per capire la sua natura. I virologi, dunque, possono studiare e verificare il modo in cui reagisce con alcuni farmaci. Quando, invece, un virus riesce a contagiare moltissime persone, è necessario blindare città o Paesi interi. Ma quanto dura l’isolamento di persone e intere città per fermare un contagio? Per evitare la diffusione di un virus, le autorità  bloccano i cittadini nelle loro città e nelle loro case, impedendo loro di viaggiare e di muoversi liberamente. La durata della quarantena dipende dall’evolversi dei contagi. I suoi sinonimi sono:

Differenza tra isolamenti e altri protocolli di emergenza: Quando viene applicato il protocollo di Lockdown e cosa comporta il blocco totale

Lo stato di quarantena è dunque considerato un protocollo di emergenza per contenere il contagio di una determinata malattia.  Esistono vari tipi di protocolli per tutelare la salute e la vita dei cittadini. Tra questi ricordiamo:

Chiediamo al tenente della Guardia di Finanza Antonio Alfano quando è applicato il lockdown e perchè: “È un provvedimento severo  per evitare contagi di determinate malattie pericolose. Nella storia della nostra Repubblica, il lockdown è stato applicato dal Governo con l’emergenza da Covid-19.” – dice il tenente Alfano – “È necessario perché molti cittadini non hanno rispettato le misure di contenimento. Come hanno già detto i medici, questo virus ha una contagiosità altissima e prima che manifesti i suoi sintomi possono passare anche diversi giorni. Questo vuol dire che  potremmo portare in giro e nelle nostre case il virus. Ecco perché i Governatori hanno deciso di blindare le proprie regioni e il Premier ha bloccato l’Italia.”

Le forze dell’ordine sono, tra l’altro, addette alla sorveglianza. Ma quante sono le persone fermate senza valida motivazione?: “I soggetti che escono sono ancora troppi. Gli italiani devono ritenersi fortunati, in quanto il lockdown applicato qui non è paragonabile con quello della Cina. Il protocollo cinese, infatti, era rigido e davvero si respirava uno stato di segregazione. La parola chiave di questi giorni deve essere responsabilità. – Ci fa sapere Alfano –

Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte, per affrontare questo momento difficile! Le forze dell’ordine stanno lavorando tantissimo. Così come i medici e gli infermieri sempre in prima linea. Insieme l’Italia può farcela. Ma c’è davvero bisogno dell’aiuto di tutti. Restate a casa!” – conclude il tenente.

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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto
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