Dal 4 maggio, è cominciata la Fase 2. Il cosiddetto periodo di convivenza con il Coronavirus, che tutti dobbiamo affrontare. Mentre molte categorie riaprono le loro attività, nel mondo dello sport la ripresa è lenta e graduale. In particolare per i calciatori professionisti sono permessi i soli allenamenti individuali, mentre quelli di squadra slittano a dopo il 18 maggio.
Intanto il Calcio continua a chiedersi quando potrà ritornare in campo e soprattutto se i campionati di calcio proseguiranno o saranno annullati. Se da un lato la Lega e i presidenti delle società spingono per riprendere l’attività calcistica, dall’altra il Governo, con il ministro dello Sport Spadafora, è molto scettico sulla ripresa.
Di conseguenza, la crisi dettata dal coronavirus può spingere la Federazione a rivoluzionare il format dei campionati. Al momento soltanto la Serie A riprenderà a giocare. La data sarà stabilita dopo la firma del protocollo sanitario con il governo. Nel protocollo, infatti, saranno individuate le modalità di ripartenza strutturali, tecniche e sanitarie in tutela di tutti gli operatori del settore, compresi i calciatori.
L’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio ogni settore, calcio compreso. Purtroppo, casi di positività sono stati riscontrati anche tra tesserati appartenenti al mondo del pallone: giocatori, allenatori, presidenti. La Serie A, ha comunque proposto un piano per ricominciare il campionato con tutte le misure di sicurezza. E’ atteso solo l’ok a procedere del Comitato Tecnico-Scientifico.
Ma per le altre serie? Quali saranno le modalità di ripresa? Vediamo nel dettaglio come e cosa cambia per il calcio ai tempi del coronavirus.
Come cambia il calcio in A-B-C e dilettanti ai tempi del Coronavirus: nuove regole di gioco
La lega calcistica chiede di disputare le partite del campionato di Serie A fra il 7 e il 14 giugno, chiudendo il torneo entro la fine di luglio, per poi lasciar spazio in agosto a Champions League ed Europa League. E per le altre serie cosa succede? Le associazioni calcistiche avranno due sole possibilità: fare il salto di categoria o retrocedere. Vediamo come potrebbe, dunque, cambiare il calcio.
La Serie B può prevedere 40 squadre, divise in due gironi, con ben 23 club dell’attuale Serie C, che sarebbero promosse. L’attuale Serie C invece può passare al semiprofessionismo, con 60 squadre che verrebbero divise in tre gironi. Nello specifico 40 club provenienti dalla Serie C e 20 dai Dilettanti. Infine la Serie D, mantenendo sempre la struttura dei nove gironi, può arrivare a 18 squadre ciascuno.
I nuovi format dei campionati, possono, dunque, rivoluzionare il mondo calcistico, in particolar modo della Serie D. Si parla, infatti, anche di una terza serie, non professionistica, con tre gironi da venti squadre ciascuno, di cui quaranta dell’attuale serie C e venti dalla D. E’ ancora presto, però, per giungere alla conclusione. Bisogna, infatti, attendere la Federazione sulle discussioni di riforma nel rispetto delle norme statutarie.
Nuovo regolamento per partire di serie A-B-C e dilettanti: cosa cambia
Il coronavirus sta cambiando le abitudini degli Italiani, compreso il modo di giocare a pallone. Difatti la prima modifica durante le partite riguarda le sostituzioni che passano a cinque invece delle tre attualmente consentite dal regolamento. La proposta è partita dalla Fifa per la tutela dei giocatori. Difatti, questi ultimi, dopo lo stop causa pandemia, si troveranno a dover giocare un gran numero di partite in un lasso di tempo molto ristretto e in piena estate. L’Ifab ha accettato la modifica e ogni lega calcistica potrà decidere se applicarla o meno durante il campionato.
Inoltre è al vaglio l’ipotesi di cambiare il calendario calcistico. Ma cosa ne pensano i calciatori? A risponderci è Gennaro Donnarumma, rivelazione dell’Ostia Mare nel ruolo di difensore centrale: “Non sarà facile adeguare il mondo calcistico alle nuove regole di comportamento. Ma la voglia di tornare in campo farà superare ogni ostacolo. Serviranno distanze diverse sia per esultare che per arrabbiarsi o per limitare un tocco di mano dell’attaccante, un gesto quasi automatico e privo di volontà quando si gioca. Così come bisognerà abituarsi a non utilizzare gli spogliatoi in comune. Meglio sfruttare le situazioni difficili per ritornare a giocare, che privarsi del pallone per molto altro tempo. “
Donnarumma conclude: “Per la proposta delle sostituzioni, sono d’accordo. In un momento storico senza precedenti, bisognerà affrontare tante partite ed è importante garantire la massima sicurezza soprattutto per noi calciatori che abbiamo già sofferto troppo!”